MARCIANISE Il post proletario di Pablo Trombetta. Quando Velardi attaccava Ciro Foglia e la moglie sui doveri di legge contro l’abusivismo. Che pena!

21 Maggio 2022 - 17:36

In calce all’articolo lo scritto di Pasquale Trombetta (spieghiamo bene il motivo per cui abbiamo cancellato gli insulti) e un altro post, questa volta del sindaco, datato 8 agosto 2017, quattro giorni dopo l’incendio dell’immobile del Trombetta in un pomeriggio in cui il primo cittadino indossò, contemporaneamente, i panni di Girolamo Savonarola, Torquemada e di Tonino Di Pietro.

 

MARCIANISE (g.g.) Il 4 agosto 2017, il sottoscritto, nelle prime ore del pomeriggio, fu raggiunto da una telefonata degli amici dei vigili del fuoco di Caserta. Nel momento in cui avvistai il numero sul display, pensai ad una notizia di cronaca, relativa ad un incendio che ad agosto rappresentava un evento tutto sommato un evento di routine, in pratica, all’ordine del giorno, oppure il salvataggio in extremis da una posizione di pericolo di qualche persona in difficoltà.

Al contrario, erano i vigili a chiedere una mano a me, per far sì che Casertace stigmatizzasse l’atteggiamento di Antonello Velardi, allora come oggi, sindaco di Marcianise. I vigili del fuoco si erano recati in un’area prospiciente a quella interportuale per domare un incendio, innescatosi dentro e attorno all’abitazione di Pasquale Trombetta, detto Pablo, personaggio molto conosciuto a Marcianise, qualche volta sopra le righe, ma comunque simpatico e non di certo socialmente pericoloso.

Il  lavoro dei vigili del fuoco, in quel pomeriggio torrido, fu limitato, complicato dall’atteggiamento straripante, debordante, assolutamente improprio del Velardi, il quale, beninteso, da sindaco della città, poteva essere presente lì a buon titolo per verificare l’esito dell’incendio, ma che, al contrario, si esibì in una serie di azioni con le quali dette l’idea di voler addirittura, indirizzare, coordinare, pianificare il lavoro dei vigili del fuoco, che se si chiamano così ci sarà anche un perché. E sicuramente avranno qualche competenza in più rispetto a quella del sindaco di Marcianise in materia di intervento su quel tipo di emergenza e in materia di protezione civile.

Quella telefonata, peraltro fatta da un ufficiale dei vigili che non aveva mai avuto rapporti diretti o indiretti con Velardi, fu accolta dal sottoscritto con un sorriso e un’alzata di spalle. “Parli così perché non lo conosci” dissi al mio interlocutore. Ne seguirono una serie di polemiche. Pasquale Trombetta ammise che quel suo immobile era indiscutibilmente abusivo. Ma a Velardi non bastò. Perché, dopo aver inveito contro di lui durante l’incendio, scrisse il solito post al veleno in cui mostrò tutto il suo fastidio per le attestazioni di solidarietà ricevute da Trombetta da parte di diversi cittadini di Marcianise.

In quel post, il cui testo integrale vi riproponiamo in calce a questo articolo, il sindaco, tra le altre cose, rispondeva anche all’attestato di solidarietà che Pasquale Trombetta aveva ricevuto da Ciro Foglia. Il dettaglio lessicale e quello sintattico lo potete consultare nello screenshot appena citato. Il concetto, in linea di massima era, però, il seguente: Ciro Foglia, tu sei stato un candidato sindaco, sei stato un consigliere comunale e come tale conservi una identità personale pubblica e non puoi permetterti di manifestare la solidarietà ad un abusivo che viveva in una casa abusiva. Così Velardi “un abusivo che viveva in una casa abusiva” definiva letteralmente Pablo Trombetta. Rincarando la dose sulla questione di opportunità, il sindaco ricordava a Ciro Foglia che lui era (come del resto è ancora oggi, aggiugiamo noi) “il marito della comandante dei vigili urbani Gugliemina Foglia”. Ma il punto focale non era tanto quello relativo al pomeriggio “piro-fisico” di casa Trombetta, quanto l’esplicazione, l’argomentazione che Velardi utilizzava per appendere al muro il Ciro Foglia che aveva osato esprimere solidarietà al buon Pablo. “Lei, Foglia, è il marito della comandante Guglielmina Foglia, la quale ha compiti di legge chiari, sia oggi sia nel passato”. Siccome in questione c’era la indiscutibile realizzazione abusiva del manifatto di Pasquale Trombetta, è chiaro che Velardi si riferisse ai doveri che un comandante dei vigili urbani nell’identificare un utilizzo abusivo del territorio e dello spazio che lo sovrasta.

Da qualche giorno, a quasi cinque anni da quello del sindaco, Pasquale Pablo Trombetta ha pubblicato un suo post, connotandolo con il proprio stile espressivo. Per sua fortuna, non ha bisogno delle formulette air bag, che una legislazione demenziale rende necessarie per tenere al sicuro la prospettiva di chi rende pubblico un suo scritto, rispetto al reato di diffamazione e alla sua propaggine collaterale della diffamazione a mezzo stampa. Pablo Trombetta è stato diretto, anzi direttissimo, andandoci giù duro. Noi abbiamo cancellato l’ultima parte, non perché temiamo ulteriori iniziative giudiziarie di Velardi, che non ci fanno né caldo e né freddo, ma semplicemente perché l’insulto, meritato o immeritato che sia, giustificato o gratuito che sia, rappresenta, tutto sommato, un regalo, un puntello alla parete bucherellata, bombardata, dei torti di questo sindaco. L’insulto gli permette di “buttarla in ammuina”, deviando, distraendo l’attenzione di chi legge da quella che sarebbe l’unica necessità che grava, come dovere etico, civile, politico su un sindaco: spiegare, chiarire qualora ce ne sia bisogno e al di fuori del perimetro di eventuali sviluppi giudiziari, ogni atto che lui compie da cittadino, essendo parte integrante della sua missione, quella di essere un esempio del bene, un esempio dell’onestà, del rispetto intransigente dell’ordinamento, delle leggi, delle norme e non, al contrario, un esempio del male, delle scorciatoie giostraie, dell’aumma aumma, dell’apparamento relativista, dell’attestazione di una condizione di privilegio quale principale, se non addirittura unica, caratteristica della propria funzione e del proprio mandato.

Eallora  niente insulti, Pablo, perché così gli fai un favore, perché così gli consenti di dire che tu sei un violento, che sei un poco di buono, che non sei una persona perbene, mentre lui lo è. Ma soprattutto gli consenti di spostare l’attenzione di chi legge dalla prima parte del tuo post, che invece noi pubblichiamo integralmente e che invitiamo tutti i marcianisani a leggere, perché la semplicità delle parole di Pasquale Trombetta è, sicuramente, molto più efficace dei nostri articoli pensosi e, conseguentemente, molto, troppo lunghi.

Il giorno 8 agosto 2017, Antonello Velardi ricorda a Ciro Foglia che sua moglie, la comandante dei vigili urbani di Marcianise, Guglielmina Foglia “ha compiti di legge chiari sia oggi che nel passato”.

E già, quei doveri, la comandante Guglielmina Foglia li aveva, secondo Velardi, nell’agosto del 2017 e li aveva avuti nel tempo anteriore all’agosto 2017. Poi, subito dopo, i “compiti di legge” sono cessati. Forse perché è cambiata la normativa e dal settembre 2017 in poi si può costruire o si possono mantenere intatti immobili costruiti abusivamente, in violazione manifesta con il titolo, con il permesso a costruire chiesto ed ottenuto? Non ci sembra che sia cambiato qualcosa. Ma se la legge non è cambiata, cos’è cambiato?  Evidentemente sono cambiati “i compiti” del comandante Guglielmina Foglia che, se allora aveva il dovere di controllare il territorio e di smascherare gli abusivi, oggi non ce l’ha più, al punto che dal 13 dicembre scorso, pur conoscendo la situazione, non ha certo brillato per iniziativa allo scopo di assumersi la responsabilità, legata a quei compiti di legge che Velardi ricordava a suo marito, prendendo spunto dalla vicenda di Pasquale Trombetta.

E se Pasquale Trombetta, detto Pablo, era, così come scriveva nel 2017 Velardi all’inizio del suo post, “un abusivo in una struttura abusiva” lui, il sindaco di Marcianise – magari ce lo dice la comandante Foglia -, che cos’è? Vede, noi non sappiamo che altro “inguacchio” avete combinato dal 14, 15 dicembre, ad oggi, cioè dalla data della famosa riunione della vergogna, per effetto della quale è stato impedito all’ufficiale di polizia giudiziaria dei vigili urbani di Marcianise, Filippo Lasco, di dar riscontro immediatamente all’auspicio che lo stesso Velardi aveva espresso nella sua comunicazione di ottemperanza. Non sappiamo se i vigili urbani di Marcianise e l’Ufficio tecnico, cioè il facente funzioni Angelo Piccolo, si siano recati nell’ormai famigerato terzo piano di via Kennedy. Qualcuno dice di sì. Dice che ad andarci siano stati Piccolo, accompagnato dal vice comandante dei vigili urbani Giuseppe Fedele. Se è successo, è comunque avvenuto molto dopo quelle giornate di dicembre, molto dopo il momento in cui un immediato sopralluogo nel sottotetto che Velardi ha trasformato in appartamento di residenza, avrebbe potuto rappresentarsi come un rassicurante riscontro, una sorta di “prova irripetibile”, di incidente probatorio, grazie al quale si sarebbe potuto stabilire se le dichiarazioni che Velardi aveva firmato in fede nella comunicazione di ottemperanza, fossero tutte rispondenti al vero, oppure no.

E per favore, evitate di utilizzare l’argomento facile relativo ai rapporti personali intercorrenti tra l’ufficiale dei vigili Filippo Lasco e Antonello Velardi. Si sa bene che i due hanno litigato e hanno anche qualche contenzioso giudiziario aperto. Ma il problema non era rappresentato dal fatto che fosse Lasco, oppure Lasco accompagnato dalla comandante Foglia sempre insieme all’architetto Angelo Piccolo o a un suo delegato, e neppure che Lasco fosse fisicamente presente. Il problema è un altro: quella sera nel commissariato, la comandante Foglia avrebbe dovuto dire al suo ufficiale dei vigili di astenersi dal soprallugo, garantendogli però che lo stesso sarebbe stato effettuato immediatamente da lei o da un altro esponente della polizia municipale. L’aver fermato Lasco non è importante di per sé. E’, invece fondamentale nella valutazione di questi eventi, la conseguenza dello stop imposto a Lasco. E sapete qual è la conseguenza? Che quel sopralluogo non è stato fatto, oppure è stato fatto dopo diversi mesi e, dunque, dopo un tempo che non consentirà più, altro che incidente probatorio, altro che prova irripetibile, di stabilire fino in fondo se la comunicazione di ottemperanza sia stata più o meno fedele, sia stata più o meno vera e veritiera.

E allora, comandante Foglia, quel giorno di agosto Velardi le ricordava i suoi doveri di legge rispetto al fenomeno dell’abusivimo. Glieli ricordava in relazione all’abusivismo degli altri, non certo a quello suo, come nota giustamente oggi, a posteriori, Pasquale Trombetta nel suo post. E lei ha colto al volo questa doppia morale ad uso e consumo, a dir poco discriminatoria e assolutamente incostituzionale. Perché se di mezzo c’è Pasquale Trombetta, detto Pablo, oppure un Pasquale Trombetta, un Pablo, insomma, un cittadino qualsiasi, un povero Cristo, allora ci sono i doveri di legge. Mentre se l’abuso lo compie il sindaco, se è il sindaco ad essere oggetto di un’ordinanza di abbattimento, i doveri di legge scompaiono e chi si è visto si è visto.

POST SCRIPTUM: architetto Angelo Piccolo, vice comandante Giuseppe Fedele. Anzi, visto che Giuseppe Fedele nel frattempo è andato in pensione, diciamo, architetto Angelo Piccolo, comandante Guglielmina Foglia: se questo sopralluogo c’è stato, per quale motivo non se ne sa nulla, visto che si tratta di una vicenda, della quale ogni suo dettaglio andrebbe messo immediatamente a disposizione dell’opinione pubblica? Vero Velardi? O lei non è un soggetto pubblico, da sindaco in carica, come lo era Ciro Foglia al tempo, da ex consigliere comunale e da ex candidato, peraltro perdente, alla carica di sindaco di Marcianise? Per quale motivo non si deve sapere niente?

Il prossimo articolo lo dedicheremo alle prescrizioni di Anacleto Fuschetti, contenute nella famosa ordinanza del 12 novembe scorso che, a partire da noi, è stata illustrata solo in parte. Gli abusi, infatti, non riguardano solamente la trasformazione di un deposito, di un sottotetto autorizzato come deposito e trasformato in appartamento di residenza, ma anche altre opere edificate dal Velardi in ulteriori aree della propria abitazione.

QUI SOTTO IL POST DEI GIORNI SCORSI DI PASQUALE TROMBETTA E, SUBITO DOPO, QUELLO DI CINQUE ANNI FA DEL SINDACO VELARDI

 

post Antonello Velardi