PRESUNTI CONCORSI TRUCCATI. Il Riesame conferma il “no” della richiesta di misura cautelare dei 70 finanzieri e poliziotti
1 Giugno 2022 - 18:58
CASERTA – Settanta persone, molte delle quali appartenenti alle forze di polizia, (Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Vigili del Fuoco) sono indagate nell’inchiesta avviata dalla Procura dell’Aquila sui concorsi truccati. Secondo l’accusa avrebbero truccato i concorsi mediante sostituzione di persone.
Dalle indagini, condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza dell’Aquila, guidate dal colonnello Aurelio Soldano, già comandante delle compagnie di Ascoli Piceno e di Sulmona e coordinate dal pubblico ministero Stefano Gallo, due sodalizi criminali – il primo di stanza nel napoletano e l’altro nel casertano – falsificavano documenti e si sostituivano ai candidati reali per sostenere le prove concorsuali, in cambio della somma di 10 mila euro per ogni candidato.
Tale condotta avrebbe consentito, secondo l’Accusa, l’assunzione di diversi candidati che hanno preso servizio in diverse forze dell’Ordine: Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Vigili del fuoco.
Il pubblico ministero aveva chiesto l’applicazione di misure cautelari, sia carcerarie che obbligatorie, ma il Gip del Tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, aveva rigettato la richiesta ritenendo, da un lato, non condivisibile la qualificazione giuridica del fatto, e, dall’altro, l’insussistenza dell’attualità e concretezza del pericolo di reiterazione dei reati contestati, nonché insussistenti le ragioni di urgenza per disporre le misure cautelari non essendo stato evidenziato alcun pericolo di alterazione degli esiti di altri concorsi. La Procura ha presentato poi appello al Riesame.
Con ordinanza depositata il 19 maggio 2022, il Tribunale del Riesame di L’Aquila ha rigettato l’appello proposto dal Pm contro il rigetto – da parte del Gip presso il Tribunale di L’Aquila – della richiesta di applicazione di misure cautelari carcerarie e obbligatorie nei confronti di numerosi indagati prevalentemente residenti in Campania, circa 70, tra i quali Luigi Favella, Enrico De Rosa, D’Elia Alfredo, assistiti dall’Avv. Vincenzo Esposito, del Foro di Nola. Il Tribunale del Riesame, in accoglimento dell’arringa difensiva, ha escluso la competenza dell’A.G. Aquiliana in favore del Tribunale di Napoli Nord, Torre Annunziata e Roma, disponendo, nel merito, il rigetto della richiesta di applicazione di misura cautelare per tutti gli indagati. In particolare, il Tribunale del Riesame ha evidenziato che dalle indagini e intercettazioni non emergendo elementi idonei da ritenere persistente alcuna struttura associativa né di operazioni volte ad alterare l’esito delle selezioni pubbliche essendo la preparazione di candidati ad affrontare le prove di concorso prassi di per sé lecita e diffusa.