GUARDA IL VIDEO. L’ex sindaco Ugo Conte, condannato a 8 anni e mezzo per camorra, continua a fare il bello e il cattivo tempo, stavolta nell’ufficio che si occupa dei rifiuti. Ribadiamo la nostra posizione

11 Luglio 2022 - 13:06

Si tratta di immagini “rapite” nei giorni immediatamente successivi a quelli delle ultime elezioni comunali in cui l’ex primo cittadino ha sostenuto le ragioni della famiglia Petrella, perorando direttamente con il sindaco, la nomina di Claudio Petrella ad assessore

 

MONDRAGONE(g.g.) Nessuno può sostenere che il momento temporale in cui noi scriviamo  e pubblichiamo questo articolo, ne rappresenti la ragion d’essere. Delle presenze improprie dell’ex sindaco di Mondragone, Ugo Alfredo Conte, nelle stanze del comune, che non sono aperte al pubblico, abbiamo, infatti, scriviamo da anni ed anni. Addirittura, ingaggiammo una vera e propria battaglia con quei consiglieri comunali che ritenevano ingiuste le nostre denunce, basate, sempre, solo e solamente, su un problema di opportunità.

Scorrendo nei nostri archivi, ne troverete diversi di quegli articoli. Alcuni risalenti ai mesi precedenti alla sentenza, con cui il primo febbraio 2019 (CLIKKA E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO DELL’EPOCA), il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, accogliendo la richiesta o addirittura dando qualcosa in più rispetto a quanto invocato dal pubblico ministero della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, condannò Ugo Alfredo Conte alla pena di 8 anni e 6 mesi di reclusione, per aver partecipato ad un meccanismo politico mafioso, finalizzato alla gestione delle assunzioni e di altri elementi premiali per la politica locale connessi al consorzio rifiuti

Caserta4, che proprio a Mondragone aveva la sua sede.

Quella sentenza ci permise di capire che nella famiglia Conte c’era una persona seria e intellettualmente onesta: il figlio Michele Conte, medico come il padre e consigliere comunale in carica al momento del verdetto, dimessosi pochi giorni dopo, proprio in nome di quella opportunità che concettualmente noi utilizzavamo per criticare duramente la presenza stabile di Ugo Conte negli uffici che un tempo, per dirla tutta, in un tempo periglioso, in cui il comune di Mondragone era pieno di infiltrazioni camorristiche, aveva governato da sindaco.

Per cui, questi 13 secondi di rapida sequenza che testimoniano ancora una volta della presenza di Conte, nei giorni scorsi, negli uffici comunali, non ci stupisce affatto. D’altronde, cos’è la politica in provincia di Caserta e a Mondragone in particolare? Un assalto continuo alla diligenza. Ugo Conte non si è mai soffermato realmente sui contenuti dei nostri articoli e ha sempre pensato che CasertaCe, magari, perseguisse chissà quale disegno.

Questo perchè la sua forma mentis, esattamente al pari di tante altre formae mentium dei politici, dei burocrati, dei nani, delle ballerine che stanno dentro ed attorno ai comuni della provincia di Caserta,è proprio quest e trova fondamento nella convinzione che non ci sia gesto, azione, attività nella vita che non risponda ad una logica, ad un piano, ad un obiettivo di tipo materiale.

Ma noi non ci possiamo fare nulla, visto che questa roba qui affonda le sue radici dentro a fondamentali ragioni storiche. CasertaCe soprattutto quando scrive articoli come quello che state leggendo, deve necessariamente volare più basso. Questi 13 secondi, allora, non passeranno forse alla storia, ma sicuramente sono validi da un punto di vista cronistico, perchè mostrano e provano la presenza di Ugo Conte all’interno degli uffici della Ripartizione tecnica, area Ambiente.

Ripetiamo, area Ambiente, cioè rifiuti, monnezza. In poche parole, qui si registra un rafforzamento, una esasperazione del dato dell’inopportunità. Noi ci teniamo all’uso di questo termine. E lo sapete perché? Perchè noi siamo garantisti. Ma sul serio. Interpreti rigorosi di questo sostantivo che, qui da noi, viene impropriamente utilizzato e strumentalizzato da impostori di ogni genere, che lo sbandierano perchè dentro di loro, dopo aver vissuto qualche guaio giudiziario, lo avvertono come un elemento di rivalsa, direbbero i francesi, di revanche, rispetto ad un percorso di impunità interrotto per qualche incidente o accidente.

Noi, invece, diciamo che Ugo Alfredo Conte è ufficialmente, tecnicamente, formalmente, sostanzialmente un non colpevole dei reati ascrittigli. Questo perchè una condanna di primo grado non è altro che una condanna di primo grado. Dunque, non definitiva; dunque da sottoporre al sindacato di una corte d’appello ed eventualmente della Corte di Cassazione.

Questo è un punto irrinunciabile. Però, se noi definivamo come inopportuna la presenza di Ugo Conte negli uffici del comune di Mondragone prima del verdetto del tribunale di Santa Maria, prima, cioè, della dura condanna a 8 anni e mezzo, riteniamo di poterla considerare ancora tale, cioè assolutamente inopportuna, anche  oggi, anche nel tempo presente.

Attenzione, non considerarla più inopportuna di ieri, in quanto esiste una sentenza di primo grado che, badate bene, con la legge Severino, è diventata un qualcosa che incide nella possibilità di un politico e anche di un dirigente, di poter ricoprire cariche istituzionali all’interno di una struttura pubblica.

Noi, garantisti sul serio e garantisti radicali, della legge Severino ce ne vogliamo fregare. E neppure vogliamo utilizzare l’argomento che per molti sarebbe tutt’altro che campato in aria, di una suggestione che possa revocare in una ipotetica inchiesta riaperta dalla Dda il pericolo di una reiterazione del reato da parte di Conte.

Vogliamo,  al contrario, ripetere ad alta voce, forte e chiaro, che Ugo Conte è un non colpevole e sarà tale sino ad una eventuale e , peraltro, non scontata sentenza di condanna definitiva, tombale, passata in giudicato.

Però,  non si può seriamente tollerare sul terreno politico, sul terreno della civiltà tout court, che Ugo Alfredo Conte  continui a stazionare e non certo con l’atteggiamento di uno passato di lì, per caso, a salutare in gran velocità, negli uffici del comune di Mondragone. Ancor più provocatorio diventa questo suo stanziamento quando avviene dentro ad un ufficio in cui si esercitano potestà in tema di rifiuti, cioè sulla materia, sui temi per i quali Ugo Conte è stato, prima indagato, poi oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio, poi rinviato a giudizio da un giudice, poi condannato da un collegio del tribunale formato da tre giudici. Argomento, quest’ultimo, che, ripetiamo,un blando garantista, dunque non noi di CasertaCe, potrebbe anche sollevare come suggestione, come evocazione, collegata ad un comportamento attivato da un interesse per un settore specifico e dunque per un luogo del delitto fisico, materiale.

Ora, se qualcuno (non nominiamo Francesco Lavanga, perchè tanto conta come il due di briscola, finanche meno di Virgilio Pacifico), vuole confrontarsi con noi su questi argomenti e sul motivo per cui abbiamo deciso di pubblicare questo video il quale dimostra, attraverso quei pochi fotogrammi che lo immortalano, anche una certa sudditanza dell’impiegato, il cui nome non vogliamo fare per evitare di accanirci, nei confronti di Conte, evidentemente considerato a Mondragone ancora un punto di riferimento di tante cose, ma soprattutto un puntello fondamentale dell’amministrazione comunale, quale costitutore politico in quota parte, del potere di Giovanni Zannini.

D’altronde, in giorni successivi a questo video, Conte è andato addirittura, insieme a Petrella padre e a Petrella figlio, con cui si è schierato alle elezioni di qualche settimana fa, a perorare e a chiudere l’accordo per la nomina ad assessore di quest’ultimo.

Di qui a qualche mese, la corte di Appello di Napoli pronuncerà la sua sentenza sul ricorso presentato dai difensori di Ugo Conte. Guardate, lo diciamo già da oggi, la nostra posizione sarà sempre la stessa, sia se la Corte d’Appello confermerà la condanna, sia se pronuncerà un verdetto di assoluzione, sia se ridurrà eventualmente l’entità della pena.

Quello che scrivevamo in attesa della sentenza di primo grado, che è esattamente quello che scriviamo, oggi in attesa della sentenza di secondo grado, sarà dunque quello che scriveremo domani, cioè in futuro, in attesa della sentenza della Corte di Cassazione, alla quale, con ogni probabilità, a meno di una riduzione di pena che possa apparire realmente salomonica, accontentando sia l’accusa che la difesa, si rivolgeranno i legali dell’ex sindaco, in caso di conferma degli 8 anni e mezzo irrogati in primo grado, sia la procura generale presso la Corte d’appello, qualora Conte dovesse essere assolto.