REGGIA DI CASERTA Carenza di organico, “strafalcioni” e turisti senza permesso nella Castelluccia. La senatrice Corrado: pressappochismo sconcertante

14 Luglio 2022 - 18:54

Lo studioso di storia casertana e borbonica Nando Astarita nota lo svarione madornale, nell’esposizione Frammenti di Paradiso, su uno dei quadri della mostra, che viene definito di autore anonimo, il quale è al contrario certissimo. Intanto, vista la carenza di personale, alcuni turisti si introducono il luoghi non aperti al pubblico

 

 

CASERTA (pm) Per noi che abbiamo sempre auspicato l’avvio di una politica culturale almeno decente da parte della Reggia, non può che averci fatto piacere l’inaugurazione della mostra Frammenti di Paradiso da essa organizzata negli spazi espositivi ricavati negli ambienti della ex scuola superiore della pubblica amministrazione e che durerà sino al prossimo ottobre. La quale si è aggiunta all’altra partita a maggio ed intitolata “Il Piccolo Principe. Giuseppe Sanmartino alla Reggia di Caserta”. Ma i risvolti che si sono rivelati fanno cadere letteralmente le braccia, come spesso capita con la direzione museale.

Non ci riferiamo al valore tecnico-scientifico delle esposizioni, che riconosciamo di non essere in grado di valutare fondatamente, al contrario dei tanti storici dell’arte che abbiamo scoperto abbondare in città, che sono tuttavia fermi, a riguardo del monumento vanvitelliano, ai concetti di “stupenda location” e della “piazza più grande d’Europa”, che sarebbe piazza Carlo di Borbone, il quale ultimo ricorda tanto un conio analogo del protoleghismo politico. Nondimeno la nostra idea ce l’abbiamo, fondata su quanto ne dicono esperti e studiosi di provata capacità, ma soprattutto che hanno il dono dell’indipendenza di giudizio.

Per la più che stimabile Margherita Corrado – senatrice ed archeologa, che si sta prodigando per i beni culturali nazionali e casertani, e per questi come mai nessun politico locale – : “ Lo scopo dei musei pubblici non è e non può essere fare soldi, men che meno a colpi di mostriciattole. Le basi costituzionali della TUTELA e della VALORIZZAZIONE sono altre, e altri gli obiettivi: che fine fa lo sforzo di crescita culturale, civile e morale del cittadino se gli s’insegna sempre e solo ad essere un bravo CLIENTE?! Il pressappochismo che regna alla Reggia, poi, è sconcertante…”. E giusto l’altro ieri, la parlamentare ha presentato una interrogazione  sul caso Reggia di Caserta. La alleghiamo perché i lettori, leggendola, capiscano a che punto siamo.

Ed ecco come si esprime Nando Astarita, coltivato studioso di storia casertana e borbonica e che non necessita certo di presentazioni alla città, a riguardo della più che dubbia attribuzione del Piccolo Principe allo scalpello del Sanmartino: ”…Ebbene, questo ricorda un po’ quello che è accaduto alla Reggia allorché, giusto venerdì scorso, per annunciare la seconda puntata della fiction culturale “Il Piccolo Principe”, non si è badato a spese e fasti. Cosicché oltre a distribuire a tappeto agli organi di stampa articolate “veline” con richiesta di pubblicazione, sono stati appiccicati un po’ ovunque eleganti striscioni pubblicitari e non solo nel Palazzo ma perfino sui brutti lampioni di piazza re Carlo. Ma poi hanno osato di più, roba rara a vedersi: per dar l’annuncio urbi et orbi non una ma ben due conferenze nella stessa giornata. La prima, di mattina, riservata alla stampa e la seconda, nel pomeriggio, per il resto del mondo (tra cui non pochi pasdaran e claquers)”.

E proprio sulla sculturina come possiamo dimenticare l’episodio, per noi sconcertante perché ha finito per inficiare gravemente l’attendibilità scientifica del museo borbonico, di quando proprio la senatrice Corrado, nel richiedere la visione degli atti del comitato scientifico della Reggia attraverso i quali si è ritenuto di attribuire la fallace paternità dell’opera, se li vide negare con un risibile cavillo burocratico, legato ad una lunare e supposta riservatezza dei lavori del comitato.

Dicevamo, dunque, dei risvolti sconcertanti.

Il quadro contestato della mostra Frammenti di Paradiso

Intanto si è scoperto il concomitante e stabile aumento del costo del biglietto di accesso alla Reggia (questo uno dei riferimenti di Margherita Corrado nelle dichiarazioni che abbiamo prima riportato), in un momento economico peraltro difficile per il Paese ed in una percentuale inusitata. Aumento non motivato se non dalla ragione retorica che la Reggia ben lo merita, almeno così è stato detto. Dal che viene da osservare che è andata persino bene se ha avuto un incremento del solo 28%. Né, d’altro canto, si hanno informazioni di quali siano i costi organizzativi e come siano ripartiti spese ed introiti. Notizie necessarie in via generale, ma specie ora che si è scoperto, non a caso sempre grazie a Nando Astarita, lo svarione madornale preso nell’esposizione di uno dei quadri della mostra, che viene definito di autore anonimo, il quale è al contrario certissimo. Ma, su questo, la citata interrogazione parlamentare della senatrice Corrado è insuperabile.

C’è poi il capitolo degli operatori turistici, che hanno lamentato il loro scarso coinvolgimento nella programmazione delle attività museali. Ne è nata, come si sa, una polemica sterile di chi ne abbia la colpa. Il direttore Maffei si sente innocente come il pargolo esposto. Ma forse converrebbe, più pragmaticamente, che il museo e le categorie del turismo discutessero del da farsi per il futuro, anche perché si tratta di questioni non trascendentali ma di semplice e non complessa organizzazione.

Il comune di Caserta, dal suo canto, ha blaterato qualcosa, ma niente o poco conta di quello che dice per l’incapacità manifesta che dimostra specialmente a riguardo della Reggia. Da questo punto di vista fanno bene dal museo ad avere nella sostanza espressioni di sufficienza nei suoi riguardi davanti alle tante prove di inadeguatezza che in questo come negli altri ambiti  offre in ogni occasione.

Ma la questione più rilevante che si è ribadita, perché annosa e condizionante il funzionamento di tutto l’ente museale, riguarda la grave carenza di personale.

I sindacalisti della Reggia Mottola e Donia durante una recente manifestazione di protesta sulle carenze di organico

Non potendolasi negare per la sua evidenza, il DG della Reggia Tiziana Maffei ha voluto confondere le acque. L’ha, ovviamente, ammessa ma l’ha ricondotta, nel più classico mal comune mezzo gaudio, alla più grave scopertura di organico a livello nazionale. Su questo aspetto, le organizzazioni sindacali del personale, con documenti e nel corso di manifestazioni di protesta, hanno posto l’accento proprio su chiare responsabilità locali connesse all’autonomia museale. Dalla carente gestione degli esodi del personale anche attraverso il ricorso tempestivo ai dipendenti ALES (la società in house Arte Lavoro e Servizi del ministero della cultura, che fornisce attività di supporto agli enti culturali nazionali) alle lungaggini nella stipula di convenzioni con società esterne di vigilanza in maniera tale da assicurare, mediante l’integrazione dei servizi di sorveglianza ordinari che maggiormente soffrono di un organico ridotto, la indispensabile sicurezza del sito monumentale. Difatti ricordiamo di un bando di alcuni mesi per il rinforzo dei servizi di guardia di cui non si è fatto e no si sa più nulla. Eppure il bilancio della istituzione permetterebbe il ricorso a tali misure necessarie. Non a caso ci è stato segnalato che nella giornata di ieri, mentre nel parco erano di turno solo un dipendente all’accesso c.d. di Maria Cristina ed uno al giardino inglese, un gruppo di visitatori si è potuto introdurre abusivamente, senza controlli nella Castelluccia, chiusa al pubblico, per quanto avesse il cancello di ingresso non serrato. Dalle foto che pubblichiamo, i turisti erano formati da persone mature e responsabili e sicuramente nulla avranno fatto alla struttura. Ma non vorremmo che, con questo andazzo, scoprissimo in futuro qualche danno vandalico o accidentale ad opera di persone meno pacate incoraggiate dalla mancanza di controlli.

NELLE DUE FOTO IN BASSO, LA CASTELLUCCIA CON I VISITATORI INTRODOTTIVISI SENZA PERMESSO

NOZZE COI FICHI SECCHI recita, rendendo bene l’idea, un comunicato stampa della o.s. Confsal-Unsal