LE FOTO E IL VIDEO. S.MARIA C.V. Cantiere sospetto in corso Aldo Moro. Altro che sabbia, la sostanza “attacca-basolato” somiglia tanto a uno scarto di un altro cantiere. E se fosse così…

7 Aprile 2023 - 18:43

Un paio di nostri lettori hanno ripreso queste brevi immagini video, accompagnate anche da tre fotografie piuttosto eloquenti. Ci interesserebbe conoscere dall’Ufficio Tecnico del comune quale cifra risulta in contabilità per l’acquisto della sabbia da utilizzare nelle intercapedine dei basoli ripristinati dopo lo scavo dovuto a una perdita d’acqua

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Le immagini, immortalate da due foto e da una breve sequenza-video, riguardano un cantiere, ancora aperto nei minuti in cui questo video viene pubblicato, nella centralissima corso Aldo Moro, a Santa Maria Capua Vetere.

L’impresa, di cui non conosciamo ancora il nome, ma sulla cui identità faremo accertamenti, ha svolto un “normale” intervento di manutenzione straordinaria legato ad una perdita nella condotta idrica.

Subito dopo la riparazione, è iniziata l’attività di ripristino del basolato rimosso. Questa operazione è avvenuta pressoché contestualmente all’arrivo di un mezzo che ha scaricato in loco una significativa quantità di una sostanza che assomiglia a un terriccio, ma che in realtà è di tutto un po’, vari residui, tra cui pezzi di tufo, sabbie assortite e altro ancora.

Questa operazione ha suscitato la curiosità e ha destato anche qualche interrogativo in un paio di nostri lettori che passavano nei pressi e che, dunque, hanno, lodevolmente, ritratto la scena.

Perplessità legate alla composizione, ben evidente ad occhio nudo, di questa sostanza.

Quando si effettuano lavori come questo, ovvero quando c’è da ricompattare un basolato temporaneamente rimosso per la realizzazione di lavori al di sotto del manto stradale, si usano prodotti ben definiti: il cosiddetto sabbione, oppure la sabbia di fiume o sabbia mista.

Le fessure da riempire tra una strutture e l’altra del basolato hanno comunque la necessità di ricevere un prodotto di buona qualità. E su questo non è che stiamo proponendo un argomento di tipo esclusivamente soggettivo. La buona qualità, rispetto all’utilizzo che si deve fare del prodotto è attestata dalla cosiddetta granulometria che, come dice la parola, si esprime attraverso un valore numerico che ne misura l’entità.

Per legge, occorre utilizzare sabbie che hanno un tot di granulometria e su questo dovrebbero vigilare gli uffici tecnici delle stazioni appaltanti, in questo caso l’Ufficio Tecnico del comune di Santa Maria Capua Vetere.

La sostanza utilizzata in questi minuti in corso Moro non è un sabbione, né una sabbia di fiume, né una sabbia mista, ma è un terriccio pieno di residui di tufo. E siccome dal video si intravedono una tipica confezione di carta contenente cemento a presa rapida, cioè quello che, ad esempio, si può utilizzare per strutturare un massetto sotto ad una pavimentazione, ipotizzare (ripetiamo, ipotizzare) che questi lavori si stiano facendo con procedure che destano più di una perplessità non rappresenta certo un’accusa o un approdo ad una conclusione netta e definita.

Al contrario, si tratta di legittime perplessità fondate su circostanze oggettive e su cui l’Ufficio Tecnico del comune di Santa Maria Capua Vetere dovrebbe rendere conto alla ditta che si sta occupando dei lavori i quali, presumibilmente, sono stati affidati in maniera diretta con la formula della somma urgenza.

Ma il fatto che si tratti di lavori di somma urgenza non sancisce certo una licenza di totale discrezionalità a favore dell’impresa che li realizza.

Cinquemila, seimila, settemila euro. Ma anche un lavoro di somma urgenza dal valore di un solo euro, trattandosi di soldi pubblici che il comune di Santa Maria Capua Vetere riceve dai contribuenti, grazie ai cittadini che pagano le tasse, dev’essere rendicontato.

Ecco, ci piacerebbe conoscere il dettaglio del prezzo complessivo dell’intervento e la spesa dichiarata per l’acquisto del materiale utilizzato per il ripristino della normale staticità del basolato.

Per il momento non affrontiamo altre questioni e altri effetti collaterali, ma qualora non dovesse arrivare a questo giornale un chiarimento o comunque una risposta da parte dell’Ufficio Tecnico o, perché no, anche da parte dell’impresa costruttrice, allora sì che torneremo sull’argomento e sempre limitandoci a considerare tutte le possibilità, assoceremo a quella più sospetta anche la pubblicazione delle norme di legge, delle norme del diritto penale che regolano la materia dello smaltimento dei residui di cantiere, di cui fanno parte i pezzi di tufo e anche le buste che contengono il cemento, senza voler dire, per questo motivo, che necessariamente i frammenti tufacei e le confezioni di carta che si vedono nel video provengano da un altro cantieri.