CASERTA. Allarme per lavori in corso al palazzo de Gregorio al largo Aldifreda, Italia Nostra chiede un urgente sopralluogo di verifica
5 Aprile 2024 - 17:31
Siamo andati sul posto per un controllo e non abbiamo constatato opere in corso, né risultava esposto alcun cartello di cantiere che le annunci o le indichi. Tuttavia, salvo che non si trattasse di un inquilino di uno degli appartamenti del palazzo, altrimenti totalmente sfitto, abbiamo notato un uomo in abiti da lavoro affacciato ad uno dei balconi, come in attesa o in una pausa di lavoro. Il quale uomo ci è parso circospetto quando ci ha notati osservare l’edificio
Caserta (pm) – Ad inizio di marzo c’è stato un fatto molto importante per la città, nonostante sia quasi passato sotto silenzio. La sezione casertana “Antonella Franzese”di Italia Nostra ha rinnovato il proprio consiglio direttivo per il triennio 2024 -2026.
Nel parlarne come ci accingiamo a fare, cogliamo l’occasione per indicarne gli eletti, che sono stati Maria Carmela Caiola quale presidente in avvicendamento della uscente Iacono Maria Rosaria, Giancarlo Pignataro quale vicepresidente, Vincenzo Iacente quale segretario, Gabriella Trabucco quale tesoriere, Massima Sfogli come responsabile per i convegni e le attività culturali, Antonio Salerno quale referente per i rapporti con l’università ed il ministero della cultura e, infine, Giuseppina Marino Marsilio quale responsabile e coordinatrice delle visite culturali.
In che cosa risiede l’importanza, a cui accennavamo, di una vicenda che in effetti è tutta interna ad un circolo culturale, si chiederanno molti lettori.
E’ presto detto. In realtà, la sezione “Antonella Franzese” di Italia Nostra non è una delle tante, della miriade di associazioni che esistono in città e che sbucano di continuo specie per intercettare fondi pubblici e volte essenzialmente ad attività autoreferenziali e di poco costrutto.
Senza tema di smentita, per quanto ci riguarda, lo storico sodalizio di via Colombo assolve da anni alla funzione di surrogare, in un certo qual senso e pur con i limiti di ruolo e di strumenti che sono degli enti volontaristici, i letargici poteri pubblici nella tutela dei beni architettonici, artistici ed ambientali del capoluogo e della provincia. A cominciare dalla soprintendenza di viale Douhet che, dopo la disgraziata parentesi di Mario Pagano preso con le mani nella marmellata e le amebiche gestioni dei predecessori, oggi si connota per un’azione a dir poco torpida e di mera rimessa. Come di chi non si accorge di niente di quello che gli succede attorno, per quanto abbia il carattere dell’evidenza. E quando incoccia, perché altri gliela fanno notare, nella questione che avrebbe dovuto vedere e che non ha visto, niente la scompone. Nulla la smuove.
Lasciamo perdere il sacco edilizio più o meno recente e quello attualissimo del centro antico, consentito senza colpo ferire, nonostante gli stringenti poteri di tutela dell’edificato storico che la soprintendenza detiene. Sacco che proprio questa Italia Nostra denuncia fondatamente da sempre attraverso i propri qualificati affiliati esperti di storia dell’arte, di urbanistica, di tutela del territorio e non già i tanti scappati di casa che arrivano anche ad infilarsi in giunte e consigli comunali facendo danni e gli affari propri.
Vogliamo attenerci ai fatti più attuali. Ed in primo luogo dobbiamo ricordare il convegno del giugno dello sorso anno, dal titolo emblematico“Fermare gli abbattimenti della città storica per ridisegnare il futuro di Caserta” (clicca qui per leggere l’articolo dedicatovi da CasertaCe.net), il quale titolo già lasciava intendere tutto. L’appuntamento, che fu capace di riunire le migliori intelligenze cittadine, ebbe un carattere fondamentale per le conclusioni cui si pervenne a seguito di un dibattito qualificatissimo. Ne uscirono male, malissimo, amministratori comunali e soprintendenza per le proprie responsabilità, che vennero puntualmente individuate, giuridiche e culturali. Non a caso, nonostante la rilevanza della discussione, nessun assessore di palazzo Castropignano ritenne di presentarsi e né intervenne il soprintendente Di Leva per quanto invitato. Di certo non potevano temere, per la levatura morale e culturale dei promotori dell’incontro, di trovarsi in un contesto preconcetto.
Riprendendo il filo del discorso, ricordiamo le segnalazioni di Italia Nostra che hanno riguardato il muro antico abbattuto verso la Vaccheria, i lavori anomali agli alloggi storici degli operai serici a San Leucio, l’abbandono del Casino di Caccia, gli abbattimenti in via Vico e via Ferrante e potremmo continuare con un lungo, anzi lunghissimo elenco, anche con riguardo alle altre realtà provinciali.
A ribadire questo suo ruolo di sentinella del territorio, nel dormiveglia di ogni altro, si è incaricata la neo eletta presidente del sodalizio, l’architetto Maria Carmela Caiola, che con una missiva dei giorni scorsi, diretta alla locale soprintendenza ABAP (acronimo di archeologia, belle arti e paesaggio), ha gettato l’allarme per lavori in corso al palazzo de Gregorio al largo Aldifreda di Caserta. Nel chiedere l’esecuzione di un urgente sopralluogo di verifica, ha ricordato che l’edificio è attribuito al Vanvitelli e che ricade in area vincolata.
Sulla questione, allo stato, nulla possiamo dire se non che, andati sul posto per un controllo, non abbiamo constatato opere in corso né risultava esposto alcun cartello di cantiere che le annunci o le indichi. Tuttavia, salvo che non si trattasse di un inquilino di uno degli appartamenti del palazzo, altrimenti totalmente sfitto, abbiamo notato un uomo in abiti da lavoro affacciato ad uno dei balconi, come in attesa o in una pausa di lavoro. Il quale uomo ci è parso circospetto quando ci ha notati osservare l’edificio.
I soli fatti certi che possiamo dire in proposito, in attesa che gli uffici di soprintendenza si muovano, sono tre. Il primo, che il fabbricato, settecentesco, ha indubitabile valore storico-architettonico. Il secondo, che è stato oggetto di un relativamente recente acquisto da parte di un privato, come peraltro abbiamo già accennato negli ultimi mesi scrivendo dell’urbanistica cittadina. Il terzo, che, giudicando dagli scempi che sono stati finora autorizzati e permessi da questa amministrazione comunale, peggio ancora della precedente, sugli edifici storici della città, c’è da tremare per quello che ne sarà di questo così importante.
In questa città, come sa ogni persona di coscienza, le cose peggiori avvengono nella parvenza della legalità.
Due saggi di Francesca Capano e di Maria Gabriella Pezone che trattano di palazzo de Gregorio con estratti