Professore ucciso e dato alle fiamme, carabiniere in aula: “Gentile sul libro mastro della vittima”

11 Aprile 2025 - 10:54

Secondo quanto ricostruito dal militare nella scuola dove Caprio insegnava furono sequestrati un computer e un quadernone riportanti nome e somme “si trattava dei crediti vantati dalla vittima, tra cui quello dell’imputato”

NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20

CELLOLE – Dinanzi alla Corte d’Assise, presieduta da Marcella Suma con a latere Maria Compagnone, il maresciallo Fabio Colamatteo del nucleo operativo dei carabinieri di Sessa Aurunca ha illustrato la genesi e gli sviluppi dell’indagine sull’omicidio di Pietro Caprio. Alla sbarra Angelo Gentile, 85 anni, di Baia Domizia, accusato di essere l’autore del delitto.

Caprio, insegnante di scienze motorie di 58 anni originario di Cellole, era socio volontario di una cooperativa di salvataggio attiva sul Litorale Domizio. Il suo corpo fu ritrovato carbonizzato a bordo della sua Dacia Duster, in una zona isolata della Pineta di Cellole, località Pietre Bianche, nella tarda mattinata del 4 novembre 2023.

Il maresciallo ha raccontato che nella scuola dove Caprio insegnava furono sequestrati un computer e un quadernone. “All’ultima pagina – ha spiegato – era riportato uno schema con nomi e somme di denaro. Si trattava dei crediti vantati dalla vittima, tra cui quello dell’imputato”.

“Nel quadernone – ha poi proseguito il militare – figuravano riferimenti a diverse strutture e persone: il Parco Hotel e il Villaggio Italy, che risultavano avere pendenze economiche con la cooperativa; il Gabbiano Due, locale gestito dal cugino della vittima, debitore di 5.000 euro; l’Agenzia Aniello, amico della vittima; e Antonio Gentile, collega con un debito di 300mila euro. Tra i nomi anche “Gentile Baia”, identificato come l’imputato.

Riguardo al giorno del ritrovamento del corpo, Colamatteo ha raccontato: “La mattina del 4 novembre fummo avvisati dalle guardie volontarie che avevano trovato un’auto carbonizzata in località Pantano. All’interno c’erano resti umani, in particolare un femore con protesi che permise l’identificazione di Caprio. La vettura era intestata alla madre della vittima”.

Le indagini, coordinate dai pm Gionata Fiore e Chiara Esposito, si concentrarono sui filmati di videosorveglianza. “Analizzammo 9 telecamere, di cui 7 a Sessa Aurunca e 2 a Cellole. Le immagini mostravano le auto della vittima e dell’imputato dirigersi verso la stradina interpoderale che conduce al luogo del ritrovamento. Solo l’auto dell’imputato, una Fiat Palio, fu vista uscire. I due veicoli erano entrati a distanza ravvicinata e trascorsero appena 17 minuti prima che l’auto di Gentile lasciasse la zona”.

Il maresciallo ha inoltre riferito che Gentile, nei filmati, indossava un cappellino poi ritrovato nella sua abitazione insieme ad altri tre: “Solo uno risultò positivo allo stub”, ha dichiarato. Nei giorni successivi furono ispezionate tre strade alternative di accesso al luogo del delitto, ma risultavano impraticabili a causa delle piogge.

Secondo la ricostruzione della Procura, Caprio sarebbe stato ucciso con un colpo di fucile da Gentile e successivamente dato alle fiamme per cancellare le prove. Il processo riprenderà nel mese di giugno.