IL FOCUS CAPUA. Quante ombre nelle centinaia di milioni di euro intascati dal concessionario privato Antonio Fiore, in proroga da 4 anni. E Adolfo Villani c’è stato sempre: nel 1991, con la caduta di Branco e ancora oggi
14 Aprile 2025 - 15:01

PRIMA PUNTATA. Nei giorni scorsi abbiamo appreso del licenziamento dalla società concessionaria di Ciro Vegliante. Le consideriamo clamorose. Ma per arrivare a spiegare perché, bisogna partire dall’inizio della storia data 30 ottobre 1991, ripercorrendo tutte le tappe fino ad oggi. Poi, dalla seconda puntata in poi, entreremo nel merito di fatti clamorosi
CAPUA – (g.g.) Come si usa alle scuole medie e alle scuole superiori o meglio come si usava perché parliamo dei tempi nostri, sopra al foglio c’è scritto “Tema”. Sotto a questa parola c’è la traccia: il licenziamento di Ciro Vegliante dopo una 30ina di anni di lavoro all’interno della società Fiore concessionaria del servizio acquedotto nel comune di Capua.
Però, siccome non ci sono professori sopra di noi, e questo giornale fa quello che gli pare, comunichiamo ai nostri lettori che rinviamo di qualche giorno lo “Svolgimento del tema” perché a noi piace ragionare e dunque quando ci occuperemo del caso Vegliante, a nostro avviso molto rilevante, i capuani che ci leggono (e sono sempre di più) avranno dovuto aver ben assimilato gli antefatti
E allora, scusateci l’ambizione e senza voler essere assolutamente blasfemi, partiamo dall’incipit dell’antico testamento: in principio fu Antonio Fiore imprenditore puteolano e fu soprattutto una convenzione, stipulata tra l’azienda del Fiore e il comune di Capua, ben 34 anni fa, ad essere massimamente precisi, questi 34 anni, decorreranno il prossimo 31 ottobre. Vabbè, state parlando di storia e non di attualità che fate, voi di CasertaCe, volete rafforzare la pagina della Cultura, dell’archeo economia? Niente affatto. Questa è attualità, nient’altro che attualità. La convenzione firmata nel 1991, 10 anni prima dell’abbattimento delle Torri Gemelle, al tempo della prima guerra in Iraq, quando il signor Fiore aveva “solo” 50 anni, è ancora in vigore pur avendo una durata trentennale che ne avrebbe determinato l’inderogabile scadenza nell’ottobre 2021.
Segnatevi quest’ultima data perché è importante. Ora ci soffermiamo però su altre date: il 30 dell’ottobre 1991 e il 14 aprile del 2025, data odierna, contengono in sè un personaggio in comune: si chiama Adolfo Villani.
34 anni fa, infatti, durante quell’autunno, il sindaco di Capua era Nicola Lacerenza. In quella giunta, o comunque in quella maggioranza spiccava la figura di un politico in grande ascesa che già a livello provinciale molto aveva contato, negli ultimi anni nel PC che ha chiuso i battenti ad esito dello storico congresso della Bolognina del 3 febbraio 1991 e ancor di più contava nel neo nato PDS, segretario nazionale Achille Occhetto, nato sulle ceneri del PC mandato in soffitta a seguito del crollo dell’impero comunista dell’Unione Sovietica.
Insomma, Adolfo Villani fu protagonista o coprotagonista politico di un ‘esternalizzazione ad un privato, che già in linea di principio, il comunista o post comunista Villani non può non essere d’accordo, non era una cosa che la sinistra fa per definizione, soprattutto la sinistra di quei tempi che perorava sempre la gestione pubblica di ogni singolo capello dei servizi erogati da un ente locale
LA CADUTA DELL’AMMINISTRAZIONE BRANCO
Facciamo un salto in avanti di 30 anni e arriviamo al 24 settembre del 2021 quando alla scadenza della convenzione 30ennale con Fiore mancavano esattamente 36 giorni perché questo è il periodo che separa il 24 settembre del 2021 alla mezzanotte del 29 ottobre 2021 minuto esatto della obbligatoria messa in soffitta del contratto convenzionale tra il Comune di Capua e la concessionaria privata
In quel giorno di settembre Luca Branco era reduce da un’estate difficoltosa durante la quale si era accordato con Giovanni Zannini affinchè l’allora consigliera comunale di opposizione Rosaria Nocerino entrasse in maggioranza. L’evento si consumò, dopo una trattativa estiva, il 16 settembre. Durante le fasi che avevano portato la Nocerino a entrare in maggioranza e a puntellare la poltrona di Luca Branco, questo lo ricordiamo bene perché lo abbiamo raccontato a quel tempo, nessuno degli appartenenti alla maggioranza originaria di Branco aveva detto olà, nessuno o aveva frapposto difficoltà oppure ancora addirittura alzato barricate ed espresso veti. Ed è proprio ciò che ci fece dire allora e ci fa dire oggi che quello dei numeri mancanti in estate a Luca Branco rappresentava il piano A di chi non voleva più che Branco facesse il sindaco di Capua. Ma quando questi è riuscito ad acquisire la Nocerino in maggioranza, è successo che in poco più di una settimana, dal 16 fino al 24 settembre, è partito il piano B e Luca Branco è caduto. Ad andare dal notaio con l’opposizione furono i consiglieri comunali di maggioranza Michele Giugno, Gianluca Di Agresti, Luigi Sperino e Ludovico Prezioso. Quest’ultimo, probabilmente, era il più pronto di tutti ad andare dal notaio. Questa sua disposizione d’animo, vero fulcro del piano B, faceva il paio o semplicemente era l’effetto di una causa che si chiamava Adolfo Villani. Ludovico Prezioso, tranne qualche sortita, era stato al coperto e Luca Branco non avrebbe mai immaginato che, al contrario, fosse addirittura pronto ad andare dal notaio neutralizzando l’operazione della Nocerino. Se trascorse poco più di una settimana tra la Nocerino in maggioranze e la caduta di Branco, ciò avvenne solo perché probabilmente il più esperto Prezioso, marito della cugina diretta di Adolfo Villani e da quest’ultimo appoggiato alle elezioni del 2019, dovette impegnarsi qualche attimo per un po’ di facile attività di persuasione, di allisciamento di pelo, rispolverando certe frustrazioni di Giugno, Di Agresti e di Sperino, che magari senza questa attività affabulatoria, e per loro evidentemente rassicurante, non sarebbero esplose con la decisione di andare dal notaio.
NON E’ CHE LA TESTA DI BRANCO E’ CADUTA PER L’APPALTO SULLA RETE IDRICA?
Questo è lo scenario politico di quei giorni. Ma cosa c’era in pentola in quel 2021, soprattutto in che modo Branco valutava l’allora molto prossima scadenza della convenzione trentennale con la concessionaria acquedotto di Antonio Fiore? A quanto ha confidato lui stesso a diversi amici la scadenza dei 30 anni avrebbe dovuto significare, leggi alla mano, l’estinzione del rapporto tra il comune di Capua e la concessionaria con pubblicazione di una nuova gara. Nei luoghi più informati della politica cittadina si disse allora, e si dice anche ora, che questi Zenga e questa Giacobone, la quale aveva soffiato la carica di presidente del consiglio comunale a Ludovico Prezioso, che però non l’aveva presa male, andando d’amore e d’accordo, invece, per due anni con la “pasionaria” del bar Giacobone, si erano mostrati interessati a questo appalto, al quale magari non avrebbero partecipato direttamente, ma, eventualmente, perorando la causa di qualche impresa operante nel settore. Questo era l’argomento centrale dell’attività amministrativa di quei mesi e di quei giorni. Sarà stata una coincidenza, ma il motore della caduta di Luca Branco a un mese e sei giorni dalla scadenza della convenzione con Fiore, fu Adolfo Villani. Quell’Adolfo Villani che aveva addirittura appoggiato, caldeggiato la stipula di una convenzione del 1991 con Fiore, il quale meritatamente, sempre fino a prova contraria per carità, si era aggiudicata la gara bandita dall’amministrazione Lacerenza-Villani
VILLANI SEMPRE, OVUNQUE E IN OGNI LUOGO QUANDO C’E’ DI MEZZO FIORE
I consiglieri di opposizione presentano lo scorso 27 marzo una interrogazione per lamentarsi che nonostante la convenzione con Fiore sia scaduta da quasi 4 anni è ancora in sella questo simpatico imprenditore puteolano 85enne con moglie cubana (beato lui) e con interessi imprenditoriali nella molto accogliente Panama, lo staterello, da sempre considerato un paradiso fiscale, che apparteneva alle cosiddette repubbliche delle banane e che concedeva tante licenze ai lussuosi natanti di tutto il mondo, italiani in particolare, al punto che la bandiera panamense fu ribattezzata negli anni 70/80 “bandiera ombra” dato che da quelle parti non si pagava un dollaro di tasse.
Attenzione, queste chiose esplicative di tipo biografico su Fiore le abbiamo aggiunte noi e non sono certo illustrate nell’interrogazione.
LA RISPOSTA FURBETTA DI VILLANI
Per l’amministrazione comunale ha risposto lo stesso sindaco Adolfo Villani ossia la stessa persona che santificò politicamente la convenzione del 1991, la stessa persona che contribuì alla caduta di Luca Branco che di proroghe a Fiore non ne voleva sapere.
Villani, in consiglio comunale, l’ha buttata un po’ sulla barzelletta. In sintesi ha detto che siccome di qui a poco (oddio per molti comuni è già accaduto a Capua ancora no), l’ex consorzio idrico, oggi ITL spa, assumerà, in forza della scandalosissima convenzione frutto di un affidamento ottenuto in combutta dall’ente idrico campano e dall’ente idrico casertano, presieduto dal sindaco di San Marcellino, Anacleto Colombiano, in maniera consolare insieme a Giovanni Zannini, non c’è bisogno di far partire un’altra gara e quindi Fiore può consumare gli ultimi spiccioli di proroga
L’abbiamo definita una risposta furbetta. Per spiegare questa nostra tesi dobbiamo ritornare a guardare il calendario: Villani ha vinto le elezioni nella trada primavera del 2022. Al tempo non c’era stato ancora l’affidamento della rete idrica di ogni comune della provincia all’ex consorzio idrico. Eppure non ha proprio affrontato, neanche lontanamente, il problema della scadenza avvenuta a mezzanotte in punto del 29 ottobre 2021, della convenzione con Fiore.
PER UNA VOLTA VILLANI NON SI AFFIDI AI GIORNALI MARCHETTE O A FACEBOOK MA ACCETTI UN CONFRONTO REPLICANDO NEL MERITO A CASERTACE
Rimaniamo a disposizione di Adolfo Villani qualora volesse obiettare, contestare, precisare mettendoci per una volta gli attributi e non rifugiandosi nelle comode braccia dei giornali copia e incolla o della esposizione senza serio contraddittorio in un social. Detto questo, noi mettiamo sul tavolo, una tesi a nostro avviso verosimile, frutto di un ragionamento relativamente lungo di questo articolo ricco di argomentazioni, per carità opinabili ma esposte con criterio logico e dopo aver svolto ricerche documentali rigorosissime, una tesi verosimile.
Non è che Luca Branco è caduto perché voleva far rispettare la legge che impone che quando un contratto scade, questo è e niente più, prevedendo solamente in casi eccezionali il ricorso all’uso della deroga?
E guardate un po’, Ludovico Prezioso, marito della cugina diretta di Adolfo Villani e consigliere comunale eletto con i voti di quest’ultimo, manda a casa Luca Branco e subito dopo il centro sinistra designa candidato sindaco proprio chi ha fatto cadere quell’amministrazione.
Ma non è che Andreotti, la cui citazione può infastidire Villani per motivi storici (e ce ne scusiamo con lui, ma a questo punto anche con Andreotti usato in questa circostanza), ha proprio ragione quando affermava che a pensar male si fa peccato, ma qualche volta, aggiungiamo noi dalle nostre parti più di qualche volte, ci si indovina?
I TEMI DELLA PROSSIMA PUNTATA DEL FOCUS DEDICATO A FIORE
Nella prossima puntata affronteremo due temi. Il contenuto della convenzione del 1991 e il grado di rispetto degli stessi da parte del concessionario. Il secondo tema riguarderà la rapida citazione di una seconda convenzione che il comune di Capua ha stipulato sempre con Fiore e sempre per effetto di un’aggiudicazione di una gara il 25 novembre 2004 amministrazione del simpatico barone Alessandro Pasca di Magliano