SCIOGLIMENTO CASERTA. Non solo Carlo Marino. Un consigliere comunale e l’imprenditore di camorra Luciano Licenza a pranzo insieme davanti al “suo” cantiere da 650 mila euro

19 Maggio 2025 - 19:29

Questo consigliere potrebbe essere citato, oltre all’ex sindaco, a Max Marzo ed Emiliano Casale, dal tribunale civile per una possibile incandidabilità. Un fatto che conferma la piena relazione tra l’imprenditore legato al clan, reduce da una pesante confisca, e l’amministrazione di Caserta, partendo proprio da Carlo Marino che, con un magheggio, ha fatto intervenire la ditta del figlio di Luciano Licenza per i lavori del superbonus

CASERTA (l.v.r.) – Non solo Carlo Marino. Il gruppo imprenditoriale di Cipriano Licenza e di suo padre, Luciano Licenza, condannato per il reato di associazione di stampo mafioso, per il proprio apporto dato al clan dei Casalesi, in particolare al gruppo comandato da Michele

Zagaria, e per questo destinatario di una confisca di beni per 4 milioni di euro, aveva rapporti consolidati al comune di Caserta che andavano oltre a quelli con il sindaco, al quale la società dei Licenza ha ristrutturato casa, come emerso dal decreto di scioglimento, tradotto e “liberato” dagli omissis in un nostro articolo qualche giorno fa (CLICCA E LEGGI).

A delinearli, ancora una volta, è la relazione della prefetta Lucia Volpe, allegata al decreto di scioglimento del comune di Caserta. Un documento importantissimo che sta disvelando rapporti decisamente al limite tra l’amministrazione di Carlo Marino e soggetti intranei o vicini alla criminalità locale ed organizzata.

E anche questa volta parliamo dei lavori del collegamento viario di via Volta e via Carcas.

Affidati inizialmente al Consorzio Ciro Menotti e ad una sua giovane consorziata, la DDC Costruzioni, con un ribasso del 7% e un valore da 658 mila euro, questi lavori erano stati tolti alla DDC, per essere affidati ad un’altra consociata, la Tregi, con sede a Ravenna.

Ma si trattava di una specie di consorzio nel consorzio, visto che l’aggiudicazione aveva premiato una terza ditta, nominata dalla Tregi, ovvero la Edil Idea, oggi Codera, con legale rappresentante un certo Vincenzo Marino e che poi si è scoperto nelle mani del figlio di Luciano Licenza, Cipriano Licenza.

Della casa del sindaco e dei lavori abbiamo già scritto, del peso delle risposte del sindaco rispetto alle indagini della Guardia di Finanza pure (CLICCA E LEGGI), ma c’è di più.

Nel maggio 2024, quindi, con ancora i lavori in corso su via Carcas, gli agenti della polizia della questura di Caserta segnalano che in un ristorante sulla strada Licenza avrebbe incontrato diverse persone, tra cui alcuni esponenti politici della città e un consigliere comunale in carica o comunque eletto dopo il ballottaggio 2021.

Un altro nome, oltre a quello del consigliere comunale, è stato coperto, nel decreto di scioglimento, da un “omissis”, ma pare un riferimento ad un altro membro dell’amministrazione Marino. Ma non sappiamo se si possa trattare ancora del sindaco, di qualche assessore o consigliere. Questi nomi? Emergeranno solo dalle 400 pagine della relazione, riassunte nel dpr di scioglimento, nata dal lavoro della commissione di accesso, coadiuvata dalle indagine di carabinieri, polizia e guardia di finanza.

Quindi, un imprenditore condannato per camorra, con una confisca milionaria sul groppone, ha avuto rapporti diretti con il sindaco di Caserta e con consiglieri comunali, almeno uno, dopo aver ricevuto anche l’affidamento di un cantiere da oltre mezzo milione di euro.

Rapporti che vanno oltre ai faccia a faccia committente-affidataria se si pensa che chi ha il cantiere in mano ha usufruito di mancati controlli dell’amministrazione comunale e contestualmente, non possiamo parlare di conseguenza causa effetto, ha eseguito (direttamente o indirettamente) lavori in casa del sindaco.

L’impressione è che l’infiltrazione della criminalità sul comune di Caserta sia evidente, così come sancito dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi, dall’intero Consiglio dei Ministri e sancito da una firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il ricorso di Carlo Marino allo scioglimento per camorra sembra davvero un’opera azzardata.