Il direttore generale, Amedeo Blasotti avrebbe fatto metà del suo dovere autosospendendosi. Ecco le accuse della Dda nei suoi confronti
27 Maggio 2025 - 19:03

Avrebbe truccato una gara revocandone la pubblicazione, dopo l’intervento dell’ex consigliere regionale Luigi Bosco, allo scopo di favorire un’impresa sponsorizzata da Nicola Ferraro
NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20
CASERTA (g.g.) Girava voce oggi che il direttore generale dell’Asl Amedeo Blasotti si fosse autosospeso. Beh, abbiamo pensato, almeno ha avuto rispetto per una volta delle istituzioni di fronte alle accuse che la Dda gli muove.
Ok voce non fondata. Tutto normale, Blasotti resta avvinghiato alla sua poltrona, in attesa di un tempo migliori per lui. Perché questi non sono tempi buoni per un uomo che da 12 anni, ripetiamo, 12 anni, detta legge nell’Asl diCasera, prima da direttore amministrativo del suo concittadino di Casoria Ferdinando Russo poi prendendone il posto.
Un rapporto intenso con la terra casertana dove ha maturato una grande passione alimentare tipicamehte autoctona per la mozzarella di bufala e le sue confezioni.
Domani, mercoledì 28 maggio Amedeo Blasotti, così come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, sarà ascoltato da un gip del tribunale di Napoli che gli contesterà i contenuti dell’accusa della Dda, che per lui ha chiesto l’emissione di un provvedimento cautelare di divieto di dimora in provincia di Caserta che gli impedirebbe totalmente di svolgere la sua funzione di direttore generale.
Questa vicenda dovrebbe chiudere definitivamente la partita per Blasotti in vista delle nomine che la giunta regionale, ma diciamocela tutta, il governatore Vincenzo De Luca, farà nel mese di giugno, nominando i direttori generali delle Asl campane e delle aziende ospedaliere, eccettuate le solite due: una di Salerno più l’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, la cui decorrenza dei termini di scadenza degli organismi dirigenti interni sono sfalsati rispetto a quelli delle altre aziende campane dal tempo in cui l’ospedale nostrano subì lo scioglimento dei suoi organi direttivi e il commissariamento straordinario per infiltrazioni camorristiche
Manco a dirlo nello stesso giorno, ossia domani, in cui sarà interrogato Blasotti, la stessa cosa dovrà fare l’ex consigliere regionale, già sindaco di Casapulla e già assessore ai servizi sociali del Comune di Caserta, Lugi Bosco.
La coincidenza c’è. Non sappiamo se è stata voluta dal gip in connessione alle specifiche contestazioni che la Dda fa ad entrambi e che troviamo nelle primissime pagine della richiesta di emissione di misure cautelari per 34 indagati, spedita dalla Direzione distrettuale antimafia e, nello specifico, dal pubblico ministero Maurizio Giordano all’ufficio gip del tribunale partenopeo sin dal luglio scorso, dunque dal luglio 2023.
L’ipotesi di reato riguarda 8 persone. La contestazione è doppia: turbata libertà degli incanti ossia gara d’appalto truccata con l’aggravante di aver favorito gli interessi del clan dei Casalesi, ai sensi dell’articolo 416 bis comma 1, un tempo articolo 7 della legge 153. I soggetti coinvolti sono i già citati Amedeo Blasotti e Luigi Bosco. E ancora, l’imprenditore di Lusciano trapiantato a Caserta Giuseppe Rea quello che nascondeva quasi 1 milione e 500 mila euro in contanti anche nel cestello della lavatrice nella sua casa del capoluogo, il “solito” Nicola Ferraro, Domenico Romano, divenuto in pratica un collaboratore di giustizia per il quale non a caso il pm non ha chiesto l’arresto e neppure un’altra misura cautelare meno afflittiva, Paolo Onofrio, Barbara Fiocco e Roberto Fiocco, imprenditori di Sparanise che da qualche anno compaiono spesso nelle indagini della Dda.
La gara in questione è quella della disinfestazione dalla legionella che riguardava, tenendo conto dell’identità di questa malattia, aree sanitarie attive dell’Asl. Come abbiamo visto nell’articolo di oggi pomeriggio (CLICCA E LEGGI) Nicola Ferraro e Domenico Romano, come ha svelato quest’ultimo agli inquirenti, avevano costituito una società di fatto. Paolo Onofrio aveva preso l’iniziativa di presentare Roberto Fiocco proprio al Ferraro in quale si era convinto che la Firotek era proprio l’azienda giusta per aggiudicarsi questa gara versando poi il 5% a lui e a Romano.
Particolare interessante per comprende il clima di omertà che vigeva, è il racconto che Romano fa per spiegare il motivo della facilità con cui Ferraro poteva ottenere i suoi obiettivi. Era infatti risaputo che in questo tipo di gara, quella riguardante le disinfestazioni ASL, il 5% da versare all’ex politico di Casal Di Principe fosse diventato un fatto obbligatori.
Ciò determinava una selezione a monte delle imprese partecipanti che preparavano la propria documentazione e facevano i loro calcoli già sapendo dell’esborso tangentizio. A questo punto si sviluppano le presunte responsabilità di Blasotti e Bosco. L’Asl, infatti, aveva già evaso molta parte della procedura di gara. Ma l’irruzione sulla scena di Nicola Ferraro cambia le carte in tavola. Fiocco gli dice che per come è stato congegnato il bando della gara, lui non ha possibilità di aggiudicarsela.
Poco male: sempre secondo il racconto di Domenico Romano Ferraro chiama Bosco e gli chiede di intervenire su Amedeo Blasotti affinchè questi provveda alla revoca del bando e alla ridefinizione dello stesso con le modifiche che consentano poi di cucire un vestito su misura per la Firotek della famiglia Fiocco.
Costituisce un elemento di riscontro rispetto alla ricostruzione fatta da Romano il fatto che effettivamente Blasotti fabbrica una ragione, una motivazione che lo porta, con la sua firma, a revocare quel bando
Ma la vicenda non finisce qui. Quando Fiocco pregusta il piatto ricco in cui “ficcarsi”, si verifica un colpo di scena. Salta fuori il nome di un’altra azienda che a questo punto CasertaCe dovrà andare a scovare per capire da dove viene e perché è stata tanto forte da far cambiare un copione che sembrava già scritto. L’impresa in questione è costituita da Arcangelo Martino e dai figli Antonio e Anna Martino, questi ultimi due titolari dell’azienda.
Noi qualche reminiscenza ce l’abbiamo rispetto alle migliaia a migliaia di documenti e di atti amministrativi letti in questi anni. Però, siccome noi dobbiamo essere precisi, chirurgici, aspettate 24 ore per comprendere chi fossero questi Martino e per quale motivo abbiano indotto Nicola Ferraro a ritirare dalla partita la Firotek dei Fiocco per la quale Amedeo Blasotti, con i buoni uffici di Luigi Bosco, avrebbe revocato, questo sempre secondo il racconto di Domenico Romano, la lucrosa gara d’appalto.