All’ospedale di CASERTA non si può abortire. Mancano i medici non obiettori di coscienza

19 Giugno 2025 - 17:15

Una situazione che si protrae da ben otto mesi

CASERTA – Per ben otto mesi consecutivi, all’ospedale civile Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta non sarebbe stato garantito il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) alle donne che ne hanno fatto richiesta. La denuncia, giunta nei giorni scorsi, arriva dalla deputata Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra, che ha acceso i riflettori su una vicenda definita “gravissima”, destinata a riaccendere il dibattito nazionale sull’applicazione effettiva della legge 194.

“La stragrande maggioranza di medici obiettori in servizio rappresenta di fatto una violazione dei diritti delle donne”, ha dichiarato Piccolotti. Un problema, secondo la parlamentare, tutt’altro che isolato e che si inserisce in un contesto più ampio fatto di carenze strutturali, penuria di consultori e presenza crescente di associazioni pro vita all’interno delle strutture sanitarie pubbliche.

Il caso di Caserta è solo la punta di un iceberg. In molte aree del Mezzogiorno – e non solo – l’obiezione di coscienza dei ginecologi supera l’80 %, rendendo l’accesso all’IVG un percorso a ostacoli, quando non una vera e propria corsa contro il tempo. A Caserta, secondo fonti ospedaliere, fino a pochi mesi fa risultava in servizio un numero talmente esiguo di medici non obiettori da rendere impossibile l’organizzazione delle procedure IVG per un lungo periodo.

Nel frattempo, l’ospedale ha cominciato ad assumere nuovi professionisti non obiettori, ma il problema – sottolineano sindacati e attivisti – resta tutt’altro che risolto. Il rischio che situazioni simili si ripetano è alto, specie in assenza di un intervento sistemico a livello regionale e nazionale.