Ludopatici preda del CLAN DEI CASALESI. Ecco come funzionavano le scommesse online tra siti ufficiali e siti illegali. La moglie del ras nel salone di bellezza dei vip
16 Luglio 2025 - 16:10

Queste le dichiarazioni rese dal colonnello della Guardia di Finanza Paolo Consiglio
CASAL DI PRINCIPE – Quando si parla di scommesse nel 2025, non si può prescindere da quella che è ormai diventata la modalità più diffusa: oggi, gli scommettitori giocano online. Anche la fazione Russo, quella di Peppe ’o padrino — da decenni attiva nel settore — si è adeguata ai tempi, modernizzandosi attraverso il suo esponente più noto. Fino a questa mattina, quando le manette della Guardia di Finanza si sono strette intorno ai suoi polsi in esecuzione di un’ordinanza richiesta e ottenuta dalla DDA (come già riportato), Raffaele Letizia, detto Lello, si era organizzato piuttosto bene.
Letizia era da poco tornato in libertà dopo un periodo di sorveglianza speciale ad Anzio, località già nota alle cronache giudiziarie per i legami con il clan dei Casalesi, citata in diverse precedenti ordinanze riguardanti lo stesso gruppo criminale.
Le scommesse illegali, favorite dalla complessità dei controlli sulla rete, erano diventate il punto di forza dell’attività dei nove esponenti del clan arrestati stamattina. Ben 14 siti pirata erano diventati un riferimento per molti giocatori, affiancati da un’attività più tradizionale: le “macchinette”, ancora molto diffuse e installate in 12 bar tra Casal di Principe, Aversa e Castel Volturno, garantivano al clan entrate consistenti.
Sia Letizia che suo cognato, Pasquale Di Bona, conducevano uno stile di vita tale da destare il sospetto degli inquirenti. Un esempio: la moglie di Di Bona frequentava saloni di bellezza di lusso ad Anzio, spesso frequentati da personaggi del mondo dello spettacolo.
La Guardia di Finanza ha sottolineato le difficoltà incontrate nel distinguere i siti pirata da quelli autorizzati. “Avevano una veste grafica molto professionale,” ha dichiarato il colonnello Paolo Consiglio, “che li rendeva indistinguibili dai portali legali.”
La strategia era chiara: le scommesse più prudenti, su eventi dall’esito prevedibile, venivano dirottate verso i canali ufficiali, perché poco redditizie per il clan. Al contrario, i giocatori più audaci, quelli che puntavano su eventi a rischio, venivano “catturati” nei siti illegali, dove le perdite — e quindi i guadagni per l’organizzazione — erano molto più probabili.
“I giocatori erano veri e propri bancomat del clan,” ha aggiunto il colonnello, “in un sistema collaudato che oggi ha subito un duro colpo.”