L’INTERVISTA. Gianfranco Rotondi: “Noi democristiani siamo gente seria. Alle regionali supereremo lo sbarramento del 2,5% e aiuteremo Cirielli a governare”
20 Ottobre 2025 - 10:42

Tre le direttrici fondamentali: sicurezza, turismo, sanità. Il leader di un partito che aspira a crescere risponde alle nostre domande, non certo comodissime, in vista dell’appuntamento del 23 e 24 novembre
CASERTA (g.g) – La novità l’ha sfornata il sondaggista che cura la Campania per conto del centrodestra: la ‘Dc con Rotondi’, lista di riferimento dell’ex ministro democristiano, oscillerebbe tra il 2 e il 4 per cento dei consensi, quindi potrebbe avere tutte e due le zampe al sicuro dallo sbarramento del 2,5 per cento.
Sondaggi a parte, la Dc torna sulla scheda elettorale della Campania dopo venti anni: l’ultima volta, alle Regionali del 2005, si presentò addirittura da sola, fuori dai due poli, guidati rispettivamente da Italo Bocchino per la destra e Antonio Bassolino per la sinistra.
Un’altra era geologica. Ma allora la Dc di Rotondi totalizzò il 3 per cento. Con quei numeri, oggi, entrerebbe in Consiglio regionale e forse, chissà, potrebbe portare Edmondo Cirielli a succedere a Vincenzo De Luca.
Le priorità, secondo l’ex ministro, sono da individuarsi in tre punti: sicurezza, sanità e turismo, per una Regione Campania che deve, finalmente, rivestire un ruolo da protagonista in Italia.
Rotondi, buongiorno. Anche lei, che non è mai stato un politico banale, sfoggia lo schema SST. Verrebbe da dire: avete fatto la scoperta dell’America.
“Sarà anche la scoperta dell’America, ma se si parla di Campania e del suo futuro, questo è, questi sono i grandi nodi, non si scappa. Inutile cercare di fare ‘u fenomeno con narrazioni roboanti, quelle sì destinate a rimanere fumo da campagna elettorale, di cui non rimarrà traccia già dal giorno dopo le elezioni.
Noi democristiani siamo gente seria. Mi rendo conto che esiste una diffidenza da parte dei cittadini nei confronti della classe politica, dubitando che possa essere oggi un credibile attore in grado di trasformare i buoni propositi in fatti. Ma noi democristiani abbiamo una storia, abbiamo costruito tante cose in Campania e in tanti ce lo riconoscono dopo aver inneggiato su fuochi fatui di movimenti di cartapesta. Ce lo riconoscono dopo aver visto all’opera i governi della sinistra.”
Ok, Rotondi, vada per il marchio doc di garanzia democristiana. Mi fa capire però come, in un’eventuale agenda di un centrodestra di governo della Regione, bisogna operare su sanità, sicurezza e turismo? Concetti semplici per favore, così li conserviamo e tra un anno la veniamo a cercare.
“Ripeto, non si tratta solo di slogan, ma di pilastri fondamentali per il rilancio socio-economico della Regione. La sanità deve essere vista, vissuta, aggiornata con pazienza e dedizione, accompagnando i processi di gestione quotidiani con una visione. La sanità campana deve essere un fattore attrattivo sociale.”
Fattore che?
“In primo luogo, non si può prescindere dalla considerazione dello stato di fatto. La Campania è storicamente una delle regioni con il più alto saldo negativo nella cosiddetta ‘mobilità sanitaria’, o turismo sanitario interno.
I dati mostrano un significativo deflusso di pazienti, costretti a cercare cure in regioni del Nord, a partire dalla Lombardia, generando un deficit di diversi miliardi di euro, perché quelle cure dovranno essere lo stesso pagate dalla Regione Campania. Un danno economico, ma anche sociale e di immagine per la Regione.
L’investimento in Livelli Essenziali di Assistenza di alta qualità e nella riduzione delle liste d’attesa non solo migliorerebbe la vita dei cittadini campani, ma permetterebbe di trattenere risorse preziose e di posizionare la Campania come hub sanitario, invertendo il trend di emigrazione sanitaria.”
Veniamo al turismo. Scusi, Rotondi, ma qui ormai da tempo ci illustrano i dati di successi strepitosi, di trend in irresistibile crescita con De Luca e il sindaco di Napoli Manfredi a gonfiare il petto un giorno sì e l’altro pure.
“Sul fronte del turismo, è vero, la Campania vanta numeri molto importanti. Aggiungo: e ci mancherebbe pure, considerato il patrimonio culturale, ambientale, paesaggistico unico al mondo che ha la fortuna di avere. Pompei, Costiera Amalfitana, Napoli, Reggia di Caserta… e potrei proseguire per ore. Come si suol dire, va da sé.
Ma con questo patrimonio non bisogna accontentarsi. A mio avviso siamo sottodimensionati rispetto alle potenzialità di ulteriore crescita del PIL e quindi della ricchezza, dei posti di lavoro, del prestigio internazionale.
Per fare il vero, grande salto di qualità fino a competere realmente con le grandi destinazioni mondiali, è essenziale garantire standard elevati. Un’infrastruttura sanitaria solida — e qui, come vede, il secondo grande tema, cioè quello del turismo, si salda con il primo, cioè la sanità — permettendoci contestualmente di introdurre anche il terzo, ossia la sicurezza, che è prima di tutto percezione della stessa.
Il turista internazionale, che rappresenta oltre la metà degli arrivi in Italia, richiede garanzie: sapere che il sistema di soccorso è efficiente e che la microcriminalità è sotto controllo nelle aree ad alta frequentazione è cruciale per trasformare una vacanza in un soggiorno di lusso, con conseguente ritorno economico duraturo per il territorio.”
Ma la sicurezza la garantiamo solo ai turisti? Mi butti un “out in”…
“Aspetti che ci arrivo. Le ripeto: io e gli amici del mio partito ci riteniamo, ribadisco, gente seria, che non le spara grosse, che non confeziona slogan, ma ragionamenti che servono per evolversi, per crescere, per tradursi in cifra concreta di sviluppo.
La sicurezza, come ho già accennato rispondendo alla sua domanda precedente, deve fungere da trait d’union tra gli altri due settori. Su questo approccio sistemico mi permetto di insistere. Il contrasto alla criminalità organizzata resta una grande priorità. È una battaglia di sempre, sulla quale il nostro Paese ha dimostrato di essere attrezzato, soprattutto da una quarantina d’anni a questa parte.
Ma la grande sfida è quella di accrescere gli standard della sicurezza tout court. Bisogna garantire un ambiente ordinato per gli investimenti e per la vita quotidiana.
Solo con una percezione di sicurezza elevata si può infatti sbloccare il potenziale di sviluppo del turismo extralberghiero e la riqualificazione delle periferie, che a sua volta ha bisogno di piani di azione e di cronoprogrammi, e non di slogan, non di propaganda, non di una routine assertiva.”