Prese a coltellate la moglie e la figlia. Sentenza definitiva e 6 anni di carcere per…

1 Ottobre 2018 - 18:22

CASERTA – Sei anni di reclusione. Pena confermata per Giovanni Bevilacqua, colpevole a questo punto in via definitiva, dei reati di tentato omicidio, ingiuria, minaccia e lesioni. Sei anni ha sancito la corte di Cassazione, confermando la pena inflitta dalla Corte di Appello al 51enne casertano che, in sede di verdetto di secondo grado, ha, comunque, beneficiato di uno sconto di pena per effetto dell’applicazione delle attenuanti generiche, che il giudice di primo grado, nel caso specifico un gup in rito abbreviato, aveva negato, infliggendo una pena più alta.

I giudici di terzo grado hanno respinto in maniera piuttosto secca, un ricorso, costruito sulle medesime ragioni di quello già presentato, a suo tempo, in Corte di Appello. Ragioni finalizzate ad ottenere una riqualificazione del reato, passando da quello più grave di tentato omicidio aggravato a quello meno grave di lesioni personali volontarie.

La Cassazione non discute mai il merito di un capo d’imputazione, ma si limita alla verifica della legittimità del procedimento che porta alla emissione di una sentenza.

In breve, Giovanni Bevilacqua ha colpito più volte sua moglie M.C. e la figlia con un coltello affilato. I difensori hanno sempre sostenuto che non avesse intenzione di uccidere, altrimenti avrebbe agito colpendo direttamente le sue congiunte in un organo vitale. Al contrario, la Corte di Appello, che poi si è vista confermare la sua ricostruzione dalla Cassazione, ha stabilito che le traiettorie dei fendenti, portate con un’arma affilatissima, erano indirizzate all’addome e al volto, quindi verso organi vitali, al contrario di quello che ha sostenuto sempre la difesa.

Solo il gesto della moglie di coprirsi prima il viso e poi la pancia con le mani, ha evitato che quel coltello la attingesse in maniera potenzialmente letale.