CASERTA. Sparò all’amico in uno stupido gioco. Riparte il processo per Antonio Zampella
2 Ottobre 2018 - 19:23
CASERTA – E’ ripreso questa mattina, nella quarta sezione penale della Corte d’Assise di Appello di Napoli, il processo di secondo grado per la morte di Marco Mongillo, che vede come unico imputato Antonio Zampella, amico della vittima che, quel maledetto pomeriggio del luglio 2016 premette il grilletto della pistola, uccidendo Marco all’istante.
Una volta costituite le parti i giudici hanno rinviato l’appuntamento all’11 ottobre quando si entrerà nel vivo. Già allora potrebbe esserci la requisitoria del procuratore generale, seguita poi dalla discussione dei legali dell’imputato. La sentenza potrebbe esserci già a fine ottobre o al massimo a novembre.
In primo grado Antonio Zampella è stato condannato a 19 anni e 8 mesi di reclusione. Il pm della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Carlo Fucci, aveva invocato una pena quasi identica (4 mesi in più) spiegando di non credere alla ricostruzione del gioco mortale (si era ipotizzata in un primo momento una tragica e folle roulette russa), avvalorando invece l’ipotesi dell’omicidio volontario, tesi che poi ha retto agli occhi dei giudici. La pena è stata fissata in 19 anni e 8 mesi anche alla luce della confessione resa dall’imputato che per altro ha scelto il rito abbreviato. I genitori di Marco, straziati anche dalla morte del fratello, presente nell’appartamento del rione Santa Rosalia quel giorno e poi suicidatosi, si costituirono parte civile.
Marco Mongillo, 20 anni, fu ucciso da un colpo di pistola alla testa sparato, secondo l’accusa, proprio da Antonio Zampella che ai carabinieri spiegò di aver sparato per errore in seguito ad un gioco finito male. Il defunto Vincenzo Mongillo era nell’abitazione in cui avvenne la tragedia, ma ai militari ha sempre raccontato che al momento dello sparo era sceso un attimo per andare a recuperare le cartine.