MARCIANISE. Abbattimento del palazzo di via Gemma, tutto quello che non torna. E Spasiano si scaglia contro Fulvio Tartaglione

7 Gennaio 2019 - 18:50

MARCIANISE – Non possediamo competenze specifiche per proporre obiezioni alle valutazioni messe nero su bianco dal dirigente dell’Ufficio Tecnico Gennaro Spasiano, che dipinge un quadro allarmante sulle condizioni in cui verserebbe, a suo dire, l’ormai famoso immobile di via Gemma che il Comune intende abbattere.

Possediamo, invece, competenze specifiche in termini di logica e di strutture assertive per porre dubbi molto seri sulla conciliabilità tra quello che è scritto nella determina (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO) sulla individuazione delle aree da adibire a parcheggio, tra le quali c’è proprio quella che dovrebbe sortire dallo spazio creato dopo la rimozione delle macerie del palazzo di via Gemma, e questa relazione.

Perché una determina seria da un punto di vista logico non può non specificare, al suo interno, che l’individuazione di quel palazzo come area di parcheggio è frutto della coincidenza tra la volontà che il Comune ha di aumentare gli spazi per i servizi di stazionamento dei veicoli e la effettiva condizione di un immobile non utilizzabile per scopi collettivi, ma da abbattere irrimediabilmente in quanto pericoloso per la pubblica incolumità.

Se mettete insieme la determina e la relazione, vi accorgerete che parlano dello stesso palazzo. Ma nell’atto che conta, cioè la determina che esprime, attraverso una manifestazione di potestà, delle conseguenze concrete, non viene fatto nessun richiamo a quello che è solo pur sempre un parere.

Dunque, certi conti non tornano.

E a proposito di conti, la Corte che li esamina potrebbe nominare, in futuro, rispetto ad un esposto che sicuramente verrà presentato alla sua Procura, un proprio consulente tecnico che magari, scortato da qualche uomo della polizia giudiziaria, vorrà vederci chiaro sull’ineluttabilità dell’abbattimento di un bene che, ricordiamo, non appartiene al patrimonio dei signori Spasiano e Velardi, ma a quello di tutti i cittadini di Marcianise.

Tra le altre cose, Filippo Fecondo, irresponsabile artefice dell’avvento di questa amministrazione e già umiliato da Velardi, che gli ha soffiato i consiglieri con un pugno di ceci, farebbe l’ennesima brutta figura di fronte a un abbattimento che diventerebbe una sorta di emblema plastico del suo irreversibile declino politico.

Perché Fecondo su quel palazzo ha investito molta parte della sua visione politica espressa attraverso una determinata cifra di sensibilità nei confronti dei temi sociali. Lui ha più volte spiegato in passato perché utilizzò quell’immobile per ospitare dei senzatetto.

Spasiano è un gran furbo e sa bene che nel momento in cui il Comune afferma che un immobile di sua proprietà versa in condizioni disperate, pur essendo stato ristrutturato a suo tempo con i soldi dell’edilizia economico-popolare, si butta la zappa sui piedi, perché il deperimento non può che essere causato dalle negligenze della proprietà, altra materia di possibile approfondimento da parte della Corte dei Conti.

E allora sapete cosa fa? Scrive un durissimo e per certi versi imprevedibile atto di accusa nei confronti del suo predecessore Fulvio Tartaglione, anche lui, al pari di Spasiano, ospite fisso delle cronache non certo edificanti di Casertace.

“…Soggiungo che resto meravigliato del fatto che il precedente dirigente non abbia proposto a suo tempo, a salvaguardia della pubblica e privata incolumità, lo sgombero del fabbricato, atteso che il quadro fessurativo riscontrato non è dell’ ultima ora…“.