Abbiamo ascoltato il primo cittadino di Casagiove Corsale che parla a nome dei suoi tre colleghi di Capodrise, Recale e San Nicola
28 Marzo 2018 - 00:00
CASERTA (luigi vincenzo repola) – Com’è noto dalle cronache del nostro giornale, e anche gli altri, è partito il bando di gara per l’appalto del biodigestore di Ponteselice e tra poco scopriremo le aziende che concorrereanno per il ricco affidamento. C’è tutto questo, ma ancora c’è chi non si arrende alla scelta del comune di Caserta.
Tra chi prova ad alzare maggiormante la voce contro l’amministrazione Marino ci sono i sindaci di quattro comuni limitrofi al capoluogo che già da tempo hanno minacciato azioni legali, e cioè il sindaco di Casagiove Roberto Corsale, quello di San Nicola Vito Marotta, quello di Capodrise Angelo Crescente e quello di Recale Raffaele Porfidia, che domani, in conferenza stampa, uniranno le forza assieme alla battaglia ambientalista che il movimento Speranza Per Caserta ha deciso di combattere nella contestata sede di Ponteselice.
Oggi, a parlare a CasertaCe, anche a nome dei suoi tre colleghi è Roberto Corsale, primo cittadino di Casagiove.
“Questa idea è nata male ed è continuata peggio“. Attacca subito Corsale. “Il comune di Caserta è andato avantida solo senza coinvolgere comunità che fanno parte dello stesso tessuto urbano.” I contenuti dell’opposizione dei Sindaci sono quelli espressi da mesi e che Corsale ribadisce: “Impiantare il biodigestore a Ponteselice, a 500 metri dalla Reggia,
L’ultima battuta Corsale la dedica alla possibilità alternativa: “La ragione principale per cui il comune di Caserta è partito così spedito è quelle delle sanzioni alla Campania dall’Unione Europea per il mancato completamento dell’intera filiera del ciclo dei rifiuti. Ci sarebbe Gradilli, soluzione più seria e a minore impatto ambientale. Al riguardo, Gradilli, nella parte di Capua, non è zona vincolata come la parte casertana. Allora per quale motivo c’è questa determinazione nel volerlo fare in una zona sbagliata come Ponteselice“.