STRAGE IN DISCOTECA. 40 furti al vaglio degli inquirenti. L’inchiesta su Di Puorto & co si allarga

8 Agosto 2019 - 12:15

SAN CIPRIANO D’AVERSA – L’inchiesta sulla strage della discoteca di Corinaldo potrebbe allargarsi. Gli inquirenti sono convinti che Ugo Di Puorto, 19 anni figlio di Sigismondo Di Puorto, boss del clan dei Casalesi, possa aver avuto un ruolo anche in altri furti. 40 episodi avvenuti nei locali del Centro e del Nord Italia, con ospiti di eccezione, sono al vaglio delle indagini. Insomma, la banda andava nei posti più frequentati per compiere furti con lo spray al peperoncino, secondo le ipotesi accusatorie.

Nel frattempo, dopo il silenzio quasi compatto negli interrogatori di garanzia, gli arrestati puntano ad essere ascoltati dai magistrati di Ancona. E’ quanto filtra dagli avvocati dei sei giovani, sui quali pesa anche l’accusa di omicidio preterintenzionale per i sei morti alla Lanterna Azzurra, e del 65enne presunto ricettatore. Lo riporta la stampa locale. “Chiederemo l’interrogatorio alla procura di Ancona“, dice all’edizione modenese del Resto del Carlino Gianluca Scalera, legale che difende tre dei presunti componenti della ‘banda’ dello spray, ovvero Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddada. “Stiamo

valutando se presentare istanza di Riesame”.

I suoi assistiti finora hanno fatto dichiarazioni spontanee prendendo le distanze dal resto degli indagati (il citato Ugo di Puorto, Raffaele Mormone, Badr Amouiyah e il ‘nonno’ Andrea Balugani). L’intenzione di riferire agli inquirenti che hanno coordinato le indagini, secondo la Gazzetta di Modena, e’ anche la linea degli altri indagati. Fino a ieri pomeriggio in Procura non era arrivata ancora nessuna richiesta. Ad Ancona dovrebbero arrivare (da Modena) i telefonini e i dispositivi informatici sequestrati agli arrestati e che verranno sottoposti ad accertamento tecnico.