MARCIANISE. Alta tensione in vista del voto sul Puc. Occhio alle incompatibilità dei consiglieri comunali. L’approvazione “a pezzi” non elimina il voto finale sull’intero Piano. Per cui…

25 Maggio 2022 - 19:36

In amministrazioni comunali come quelle di Antonello Velardi è ancor più necessario che altrove alzare le antenne dei presidi di legalità e di democrazia. Noi abbiamo seriamente l’intenzione di farlo e partiamo proprio da questo articolo

 

 

MARCIANISE – Siamo in zona Puc. Per cui ci concediamo uno o due giorni di pausa prima di ritornare a parlare di quel che riteniamo il più grande scandalo della storia di Marcianise, cioè della casa abusiva del sindaco Antonello Velardi.

Sul Puc, com’è noto, si addensano interessi ed appetiti.

Questo non vale certamente solo per il caso di Marcianise.

Il format dell’amministrazione comunale di Antonello Velardi, però, invita a valutare come molto probabile l’esistenza di una originalità, di una voracità superiore alla media, consistente e vissuta con grande trasporto emotivo.

Cos’è stata, infatti, questa sindacatura e cos’è stata la sindacatura precedente, sempre targata Antonello Velardi, se non una corsa continua all’operazione affaristica, alla messa a fuoco di ogni diavoleria pur di salvare quel che non era salvabile, a partire dal tutor?
Un tutor i cui costi, le cui migliaia di cause perse davanti ai giudici di pace, peseranno sulle prossime due o tre generazioni di marcianisani.

E allora, se è vero come è vero che il Puc è il padre di ogni business, se è vero come è vero che con un colpo di Puc si può far crescere di tre, quattro, dieci volte il valore di un terreno, non è presunzione affermare che a Marcianise, oggi, esiste un’altissima probabilità, così come abbiamo già dimostrato negli articoli dedicati a questo argomento un po’ di mesi fa, che il Puc rappresenti uno degli obiettivi minimi che il Velardi, i Rossano, il Pino Riccio, ecc, si propongono di cogliere per dare un senso a questa loro esperienza politico-amministrativa che sta devastando materialmente, ma soprattutto moralmente (la storia del sottotetto del sindaco è senza precedenti in Italia) la comunità marcianisana.

Diventa, allora, ancor più urgente prestare attenzione al rispetto delle leggi e delle norme partendo da quelle che dappertutto rappresentano un fatto scontato, banale, mentre a Marcianise bisogna starci appresso perché da queste parti il confine tra il perimetro della legalità e quello della illegalità segna praticamente una distanza quasi nulla.
La questione a cui facciamo riferimento è quella delle incompatibilità.
La legge è chiarissima: non potrà votare il Puc quel consigliere comunale che ha, lui direttamente o indirettamente, un interesse privato. Insomma, non potrà votare il Puc quel consigliere proprietario di un terreno oggetto di classificazione, che sta dentro al perimetro di regolamentazione, al di là di quella che è la sua destinazione d’uso.

Quello stesso consigliere risulterà incompatibile, dunque non potrà votare la delibera del Puc, se dentro alla citata area di classificazione, insistono proprietà di suoi parenti e/o affini fino al quarto grado.
Non è questione opinabile.
Siccome ci risulta che più di un consigliere comunale di Marcianise ha interessi diretti e indiretti nel Puc, si capisce sin da ora che non si potrà mai avere il plenum del consiglio in occasione di una delle sedute più importanti e verosimilmente più tese degli ultimi anni del consiglio comunale.

Sappiamo bene che in tanti comuni d’Italia c’è stato un gran lavoro per cercare di conquistare qualche bonus giurisprudenziale, qualche sentenza, qualche pronunciamento dei vari tribunali che consentano di superare il problema dei numeri in consiglio.

Non abbiamo ancora studiato con precisione la materia, non abbiamo ancora letto, come piace fare a noi, cioè in silenzio e assoluta concentrazione, questi pronunciamenti dei tribunali. Quando lo faremo potremo essere più precisi sulla presunta scappatoia che consentirebbe un’approvazione “a pezzi” del Puc.

I consiglieri incompatibili si asterrebbero solo dal voto sull’approvazione di quella parte del piano in cui ci sono i suoi interessi o quelli dei familiari, ma potrebbe votare gli altri pezzi.
Solo sul piano logico, senza poter ancora fornirvi una valutazione in termini di interpretazione giuridica, risulta difficile pensare che un Puc possa essere approvato solamente per comparti.
Il Puc è dotato prima di tutto di un’essenza unitaria.

Cioè di una funzione frutto di una sintesi che diviene minimo comune denominatore di tutti gli interventi previsti, di tutte le classificazioni e riclassificazioni che, almeno sulla carta, sono sottese alla visione che, della propria città, ha un sindaco, la sua amministrazione comunale, la sua maggioranza ed eventualmente le minoranze.
Se il Puc, di fatto è, purtroppo, almeno per come viene concepito qui da noi, a Marcianise in particolare, un’addizione di singoli interessi, o di interessi lobbistici, comunque focalizzati su poche persone e pochi potentati economici, per la legge si tratta ancora di uno strumento di alta e nobile regolamentazione del territorio di un Comune, finalizzata allo scopo di realizzare obiettivi di comunità, a partire da uno sviluppo economico compatibile con le ragioni ambientali, divenute irrinunciabili.

Insomma, il Puc è, per la legge, uno solo, perché uno solo dovrebbe essere l’obiettivo supremo che si propone.
Il paragone lo possiamo fare con le leggi di Bilancio dello Stato, che una volta si chiamavano Finanziare.
Si vota per mesi nelle commissioni parlamentari, in aula.
Emendamento per emendamento, con o senza la utilizzazione, da parte del governo, del cosiddetto voto di fiducia.

Fino al maxi emendamento che il governo presenta cercando di trovare un punto di mediazione tra le varie richieste, le varie istanze, dei gruppi parlamentari, dei partiti, delle categorie professionali più influenti.
Per questo motivo le Finanziarie prima e le leggi di Bilancio oggi constano sempre di un solo articolo, dal quale si dipanano centinaia e centinaia di commi, frutto, per l’appunto del maxi emendamento su cui il governo pone la fiducia. –
Alla fine di questa giostra, però, nei giorni immediatamente precedenti al Natale, in passato anche in quelli immediatamente precedenti a San Silvestro, c’è il cosiddetto voto finale a tutta la legge nella sua unitarietà ed omogeneità.

Ergo, un Puc si può votare anche a pezzi, ma non può non esserci un voto finale sul suo impianto complessivo. E a quel voto, a meno che non vogliano compete un reato o determinare l’annullamento del Piano, non potranno partecipare i consiglieri a vario titolo incompatibili.