Altra ditta sequestrata al camorrista (per la DDA) Pezzella. Il sindaco Enzo Guida revoca l’appalto delle fogne da oltre un milione e dichiara: “Cappello non c’entra con l’aggiudicazione”. Ma non è proprio così e vi spieghiamo perché

17 Novembre 2023 - 20:06

Oltre a una certa sfortuna che gira sull’Ufficio Tencico a Cesa, visto che la prima ditta scelta è stata colpita da un’interdittiva antimafia, la scelta della CGS, riconducibile all’imprenditore casalese, è stata presa proprio dall’ingegnere messo a capo dell’Ufficio Tecnico e arrestato con Pezzela pochi giorni fa

CESA (l.v.r.) – La storia, come si suol dire, è ben più complessa.

Qualche giorno fa il gruppo di opposizione consiliare Uniti per Cesa ha inviato a CasertaCE un comunicato in cui raccontava che su un cantiere importante come quello del sistema fognario, dal valore di milioni di euro, operasse e la Costruzioni Generali Sud srl, intestata al 40enne residente a Centurano, a Caserta, Carmine Petrillo, ma che per la DDA di Napoli, secondo l’ordinanza di arresto di pochi giorni fa, era semplicemente l’amministratore fittiziodell’impresa, mentre gli effettivi proprietari erano Raffaele Pezzella e Tullio Iorio, finiti in carcere perchè accusati di essere corruttori (sono imputati per lo stesso motivo anche per una vicenda legata alla Provincia di Caserta) e ritenuti imprenditori amici del clan dei Casalesi.

Chiaramente veniva sottolineata anche la posizione di Piero Cappello, finito agli arresti domiciliari proprio per la vicenda Iorio/Pezzella e tecnico comunale al comune di Cesa, nonché RUP dei lavori al sistema fognario.

L’opposizione fa l’opposizione e quindi invia ai giornali documenti che possono minare l’immagine e la stabilità della maggioranza, a Cesa guidata da Enzo Guida, sindaco e avvocato, nonché – proprio come Cappello – vicino al deputato PD Stefano Graziano che sicuramente non si dichiarò contrario all’arrivo del professionista matesino nel comune dell’agro Aversano.

Il primo cittadino non ha negato la circostanza della presenza della Costruzioni Generali Sud e, anzi, ha immediatamente reso noto ai giornali che l’Ufficio Tecnico ha revocato l’affidamento alla CGS perché l’impresa è stata sequestrata. Bene? Non esattamente.

Nonostante ciò, sulla posizione di Piero Cappello, bisogna dirlo, le parole di Guida non hanno convinto. Più per quello che dice, ci ha lasciato perplesso ciò che il sindaco non ha scritto nel comunicato (lo trovate in calce all’articolo).

Andiamo velocemente con ordine.

Il 6 dicembre 2019, la società Arca Anita di Ferdinando Letizia – citata nell’ordinanza di arresto di Pezzella, Iorio e Cappello, in quanto Letizia e Pezzella “si conoscono bene da lunga data“, scrivono i giudici – risulta aggiudicataria del lavori di risanamento del sistema fognario, come emerge dalla determina firmata dal dirigente Luigi Massaro.

Un milione e 352 mila euro l’importo per questo cantiere alla Arca Anita, che si aggiudica la gara con un ribasso del 24%.

Il problema è che l’impresa di Letizia viene colpita da interdittiva antimafia, condizione che provoca la risoluzione dei contratti stipulati con la Pubblica Amministrazione. L’appalto di Arca, però, si salva perché il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione misure di prevenzione, “salva” la ditta, facendola entrare nel regime di controllo giudiziario. In pratica, la permeabilità alla criminalità della società di Letizia esiste, ma non è così grave, l’impresa si può ancora recuperare, secondo i giudici.

Tutto ciò succedeva tra marzo e aprile di quest’anno. Alla fine, però, la Arca Anita esce comunque di scena, visto che è la stessa ditta, il 26 settembre 2023, a dichiarare al comune che l’impresa non è “in grado di eseguire i lavori nelle tempistiche dettate dalla Regione Campania“, ente che aveva attivato la linea di credito del finanziamento e che, quindi, ha il potere di mettere tempi e limiti sulle operazioni (vedi, come esempio, il caso Biodigestore a Caserta).

Questa lettera arriva all’Ufficio Tecnico di Cesa e in quel momento ad essere RUP dei lavori, in realtà lo è già dal marzo 2022, e anche responsabile dell’Area in questione è proprio l’ingegnere Piero Cappello.

E lo stesso 26 settembre Cappello prende in mano la situazione, chiedendo a tutte le ditte in graduatoria dopo la Arca Anita di attivare la procedura di subentro nell’esecuzione dei lavori.

Questo l’ordine delle imprese dalla seconda all’ultima in classifica: COSMA SRL, IM.E.CO. S.R.L., Coop. MI.RU., LPG COSTRUZIONI SRL e, infine, proprio la Costruzioni Generali Sud srl.

E cosa succede? Il 2 ottobre Imeco e CGS danno la loro disponibilità, cosa che invece non viene fatta da Cosma, Coop Miru e LPG Costruzioni, che il 4 ottobre si sfilano.

La Imeco, dinanzi in graduatoria alla CGS, è pronta ad entrare nel contratto, chiedendo al comune di Cesa, leggiamo testualmente, di “procedere alla stipula del contratto ed all’erogazione dell’anticipazione, prevedendo il riconoscimento dell’adeguamento prezzi“.

Cappello, però, ritiene che ciò non sia previsto dal Codice Appalti, poiché modificherebbe le condizioni del contratto originario, quello di Arca Anita, nonostante la revisione dei prezzi fosse possibile – lo scrive lo stesso dirigente arrestato – attraverso accesso ad istanza preso il ministero delle Infrastrutture, che ha dedicato un fondo ad hoc dedicato ad appalti che, a causa della galoppante inflazione dell’ultimo biennio, sono divenuti praticamente investimenti a perdere per le imprese.

Forse è la questione di chiedere l’anticipazione contestualmente al riconoscimento dei prezzi che fa scontrare Imeco e Cappello? Non lo sappiamo.

Sappiamo, però, che l’ingegnere matesino ritiene che questa proposta dell’impresa voglia significare la volontà di non accettare le condizioni poste da lui, in qualità di RUP dei lavori e capo dell’Ufficio Tecnico.

E allora, resta solo la CGS, impresa che, come detto, secondo la DDA di Napoli, è nelle mani di Pezzella, ovvero colui che, proprio grazie a Cappello, avrebbe truccato due gare da circa 4 milioni di euro a Calvi Risorta.

La Costruzioni Generali Sud, quindi, accetta la proposta in toto e inizia a lavorare sul cantiere delle fogne a Cesa. La determina che attesta ciò è datata 9 ottobre 2023, un mese esatto dall’arresto di Cappello e di Pezzella.

E allora, se il sindaco Guida spiega che questa aggiudicazione, questo procedimento non è stato aggiudicato con la presenza in ufficio di Cappello, la scelta della sua amministrazione di chiamare in cantiere la CGS è stata presa proprio dall’ingegnere matesino.

Questa procedura, quindi, diventa automaticamente sospetta, da analizzare. E non lo dice CasertaCE, ma un giudice del tribunale di Napoli quando firma l’ordinanza di arresto di Piero Cappello e Raffaele Pezzella in quanto ritenuti sodali nell’attività di aggiudicazione di gare pubbliche.

Probabilmente Enzo Guida non ha voluto entrare nei dettagli nel suo comunicato, cercando di mettere una pezza alla non bella circostanza che il responsabile dell’Ufficio Tecnico del comune che amministra si trova recluso in casa, anche se per fatti che non coinvolgono assolutamente Cesa, non lo scordiamo.

Ma la presenza di ditte direttamente o indirettamente riconducibili a Pezzella, tanto che la CGS è stata addirittura colpita da sequestro, la contestuale attività nel comune di Cesa dell’imprenditore classe 1965, che Nicola Schiavone, figlio di Sandokan, mette sotto il nome di imprenditore amico nelle sue dichiarazioni da collaboratore di giustizia, e di colui che secondo la DDA è stato il dirigente capace addirittura di “fregare” l’elenco Asmel per aiutare Pezzella, tutto ciò non può non provocare un’analisi che, nonostante le buone intenzioni, non si può definire esaurita con questo comunicato stampa.

il comunicato dell’opposizione

Questo è uno stralcio dell’ordinanza applicativa delle misure cautelari nei confronti dell’ingegnere Piero Cappello, responsabile dell’Utc-Settore Lavori Pubblici presso il Comune di Cesa dal maggio 2021, e di altri soggetti ritenuti legati ai clan camorristici locali. Leggete bene il nome della ditta al centro del polverone: CGS! Successivamente troverete la determina di affidamento dei lavori in via Fratelli Cervi, dopo revoca alla precedente ditta e successiva procedura di interpello. A chi tocca il ricco appalto da oltre due milioni di euro? Proprio alla CGS! 

E dopo la rinuncia alla Direzione tecnica dei lavori da parte della RTI e prima dell’individuazione del nuovo operatore, a chi era stata affidata la stessa, per velocizzare le operazioni, e prima che passasse in via definitiva alla Teknaproject S.R.L con determina datata 10-10-2023? Proprio all’ingegnere Cappello, già RUP del procedimento del 17-05-2021. Senza alcuna pretesa di sostituirci ai professionisti della DDA, è innegabile che già da questa prima sommaria “lettura” degli affidamenti posti in essere dall’ufficio tecnico del Comune di Cesa, emergano troppe coincidenze. A tutela dei cittadini, a cui appartengono i soldi degli appalti pubblici ed ai quali devono essere garantiti servizi nella più assoluta trasparenza e nella massima legalità, presenteremo a breve un’istanza di accesso agli atti per verificare tutte le ditte e i professionisti che hanno beneficiato di affidamenti sui lavori eseguiti in questi ultimi anni a Cesa e un’interrogazione a risposta orale al consigliere con delega ai Lavori Pubblici. Come abbiamo sempre fatto, lasceremo che siano le carte a parlare.

#unitipercesa 

#gruppoconsiliarediopposizione

e quello del sindaco guida

È stato revocato l’affidamento dei lavori alla società Costruzioni Generali Sud srl con sede in Napoli (per brevità CGS). L’attuale Responsabile dell’Area Lavori Pubblici Arch. Giacomo Petrarca, con proprio provvedimento, ha disposto la revoca sulla base dell’avvenuto sequestro preventivo della società. La CGS aveva, a seguito di procedura di interpello, manifestato la disponibilità a svolgere i lavori di riqualificazione di via Prolungamento Fasci Siciliani che, in particolare, prevede la realizzazione di una fogna.

E’ questa una opera che non “trova pace” – spiega il sindaco Enzo Guida – dopo l’espletamento della gara, i lavori furono vinti da una impresa che, nel corso della esecuzione, ebbe a subire un sequestro preventivo. Dopo aver ottenuto il dissequestro, ci fu l’interdittiva Antimafia e poco dopo la rinuncia all’appalto. Nel frattempo, i lavori sono iniziati e si sono fermati, con grande disagio, soprattutto, per i residenti”.

Il precedente responsabile dell’Area Tecnica, ing. Piero Cappello, ebbe ad avviare una procedura di interpello, chiedendo a tutte le ditte che avevano partecipato alla gara, se vi era la disponibilità ad eseguire i lavori. La CGS ed un’altra ditta manifestano questa disponibilità, solo che la prima afferma di voler fare il lavoro alle condizioni offerte dalla originaria vincitrice, mentre l’altra chiede una revisione dei prezzi. L’ing. Cappello affida i lavori alla CGS e l’altra ditta presenta ricorso al Tar che, rigetta la sospensiva e, per il momento, ritiene corretto l’operato del dirigente.

Occorre precisare – aggiunge il sindaco – che la gara di si è tenuta alcuni anni fa, quando il comune di Cesa non aveva alcun rapporto di collaborazione con l’ing. Cappello, quando il responsabile era l’ing. Massaro. La CGS partecipa a quella gara, non vince, ed è per questo che, a fronte della rinuncia della vincitrice, viene invitata a manifestare la disponibilità a svolgere il lavoro”.

Gli ultimi eventi riguardano l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, da parte del Gip del Tribunale di Napoli, a carico dell’ing. Cappello, per fatti risalenti al 2019, quando questi prestava servizio a Calvi Risorta.

In quel procedimento è coinvolta anche la società CGS, appunto oggetto di sequestro – fa sapere Guida – ma Cesa cosa c’entra nulla, l’Amministrazione Comunale non c’entra nulla, i fatti di Calvi Risorta non sono collegati con Cesa”.

Eppure qualcuno ha provato, in consiglio comunale e sui social ad accostare, in maniera meschina, il nome, l’immagine del nostro paese e della nostra amministrazione a questa vicenda. Il Presidente del Consiglio Comunale Domenico Mangiacapra opportunamente, nell’ultima seduta, ha stoppato il tentativo, maldestro e fuori luogo, di creare un collegamento, un accostamento con questa storia giudiziaria. Da veri sciacalli, appena si sono resi conto che la CGS aveva ricevuto l’incarico a Cesa, si sono buttati a capofitto sulla notizia, senza tener conto dello svolgersi dei fatti, così come riassunti. Ma ancor più squallido è il modo subdolo con il quale fanno intendere che qualcosa di losco c’è. Senza tener minimante conto dei fatti e soprattutto senza alcun rispetto nei confronti di una persona che, fino al terzo grado di giudizio, è innocente”.

Da parte nostra – aggiunge il primo cittadino – quel che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Accertato che la CGS è stata sottoposta a sequestro (per altro nessuna autorità da una settimana quasi a questa parte lo ha comunicato, in maniera ufficiale, al Comune di Cesa) si è provveduto alla revoca dell’affidamento. Decisione doverosa ed inevitabile”.

A questo punto i lavori si fermeranno di nuovo, bisognerà rifare la procedura di interpello ed essere fortunati se si individua una nuova ditta esecutrice, tra quelle che avevano originariamente partecipato.  In più c’è il rischio di perdita del finanziamento”.