Ammazzato davanti al nipotino di 8 anni. Ieri colpo di scena: niente sentenza, i giudici vogliono ascoltare ancora Antonio Iovine

11 Maggio 2018 - 10:45

SAN MARCELLINO – Si tratta di uno degli omicidi più efferati, compiuto dal clan dei Casalesi, perché Antonio Bamundo fu ammazzato nel suo distributore di carburante sotto gli occhi terrorizzati del suo nipotino di 8 anni.

Bamundo faceva parte del gruppo di Michele Zagaria e ieri era prevista la sentenza di appello per quel delitto per il quale sono imputati Enrico Martinelli, difeso dall’avvocato Dello Iacono, e Bruno Lanza. Ma i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Napoli non hanno emesso nessun verdetto, ma creando un vero e proprio colpo di scena hanno deciso di riaprire le discussioni per ascoltare, nella veste di testimone, il collaboratore di giustizia Antonio Iovine detto o’ninn, il quale nel processo a carico di Michele Zagaria, co-imputato di Martinelli (la differenza tra i nomi degli imputati in appello e gli altri, compreso Zagaria è legato probabilmente alle scelte diverse di rito abbreviato e rito ordinario), dubitò della partecipazione proprio di Enrico Martinelli alla riunione in cui si sarebbero esaminate le ragioni dell’omicidio di Bamundo.

Prossima udienza il 28 maggio per decidere se acquisire il verbale dell’interrogatorio o ascoltare Iovine direttamente.