AVERSA. Il sindaco Matacena va a cena con Zannini al Dodici. La mattina dopo riceve la Patriarca e Olga Diana in Comune. Ponzio Pilato con una sola parola d’ordine: durare ad ogni costo
10 Maggio 2025 - 20:06

Ciò in attesa della discussione del voto (segreto o palese?) sulle mozioni di sfiducia presentate nei confronti di Olga Diana e di Orlando De Cristofaro. Ecco come Alfonso Oliva vuole salvare la sua poltrona di vicesindaco
AVERSA (g.g.) – L’altra sera, il sindaco Franco Matacena, divenuto una sorta di Ponzio Pilato ambulante della politica aversana, ha cenato con il consigliere regionale Giovanni Zannini, tutt’altro che defilato dalle cose della politica provinciale e da quelle di Aversa in particolare, nonostante la pesante inchiesta giudiziaria che lo coinvolge, al ristorante Dodici. Insieme a loro c’erano alcuni esponenti del gruppo consiliare dei Moderati.
All’ordine del giorno la decapitazione di Olga Diana quale assessora all’ecologia e ai rifiuti. Non manca molto alla discussione sulla mozione di sfiducia presentata dalla minoranza nei confronti della stessa Diana e dell’altro assessore Orlando
Sempre rimanendo alla cena dell’altra sera, si è parlato anche di un allargamento del gruppo dei moderati a cui potrebbero aggregarsi Raffaele De Gaetano, che al momento della ripartizione delle poltrone in giunta non ebbe nulla e oggi potrebbe ottenere la delega ai rifiuti da esercitare comunque nella veste di consigliere comunale, il che significa sostanzialmente che questa rimarrebbe in forma e in sostanza nelle mani del Sindaco Matacena, e poi Massimo Virgilio unico consigliere comunale in quota Alfonso Oliva. Quest’ultimo sa bene che la decisione di Adele Ferrara di mollarlo ha indebolito la sua posizione di vicesindaco, per cui, adesso, ricostruendo i numeri del gruppo dei moderati che passerebbero dagli attuali cinque consiglieri a sette componenti, Oliva ritiene di poter ricevere da Zannini una copertura politica tale da salvare la sua poltrona do numero due dell’amministrazione comunale, nonostante il fatto che i moderati abbiano già a disposizione altre caselle in gestione, tra cui quella di presidente del consiglio e nonostante il fatto che con la delega a De Gaetano entrerebbero anche in controllo del settore dei rifiuti in cui si addensano grandi interessi economici e clientelari.
La mattina successiva alla riunione con Zannini e i suoi al Dodici, il sindaco Matacena ha ricevuto in Comune la deputata di Forza Italia Annarita Patriarca, già moglie dell’ex sindaco di San Cipriano ed ex consigliere provinciale Enrico Martinelli, ritornato ultimamente sul palcoscenico della politica proprio a fianco della ex consorte, dopo le tante vicissitudini giudiziarie attraversate.
Con la Patriarca, era presente Olga Diana e sicuramente qualche esponente di Aversa Azzurra, il gruppo dei quattro consiglieri che si è legato politicamente alla deputata di Forza Italia la quale, tra le altre cose, nel suo partito ha una posizione alternativa a quella del coordinatore regionale Fulvio Martusciello e conseguentemente alla relazione amorosa che questi ha con Giovanni Zannini sin dai tempi del patto di ferro stipulato alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni europee e concretizzatosi in con qualche migliaio di preferenze in più di quelle raccolte solitamente da Martusciello in Provincia di Caserta.
A quanto pare Olga Diana sarebbe scesa dal Comune con una faccia soddisfatta. Ma qui subentra il discorso dell’ineffabile postura del sindaco Francesco Matacena, il quale si è dato solamente una mission: quella di durare ad ogni costo. Per questo motivo lui attua una strategia dilatoria. Dice sì a tutti e ha una parola buona per tutti, tira a campare e poi quando si discuteranno le mozioni di sfiducia si vedrà.
Sulla carta, ma solo sulla carta, i quattro consiglieri di Aversa Azzurra sono in grado di condizionare i numeri della maggioranza che, compreso quello del sindaco, può contare 16 voti. Però questo è un discorso puramente accademico. Forzarlo significa non considerare – e sarebbe poco serio farlo – il fattore fondamentale dell’autoconservazione di consiglieri comunali che vogliono durare esattamente come il sindaco, dato che abitare stabilmente la casa comunale significa intascare qualche soldo significativo grazie alle riunioni, spesso fantasma, delle commissioni consiliari e grazie ai gettoni introitati in funzione delle sedute del consiglio, chiedendo qua e là piccoli favori nelle stanze dei dirigenti.
Mai come in questo caso è giusto chiudere l’articolo con il nostro consueto “staremo a vedere”.