AVERSA. No problem, valuteremo Innocenti, Sagliocco e Villano sui fatti. Primo avviso: occhio alla coop Mediterraneo della mensa scolastica e a certi terreni del Puc

28 Aprile 2021 - 13:52

La nomina dei nuovi titolari delle deleghe che in pratica iniettano nel governo di Alfonso Golia elementi fondamentali della vecchia amministrazione di centrodestra targata De Cristofaro, ci dà lo spunto per chiarire ai nuovi inquilini del palazzo comunale, come bisogna comportarsi al di la del proprio nome, del proprio cognome e anche della propria storia, per avere un buon rapporto con CasertaCe

 

AVERSA(Gianluigi Guarino) Sarebbe inutile girarci intorno, visto che di mezzo c’è un giornale, cioè CasertaCe, che ha una storia definita, leggibile, anzi leggibilissima, costituita da migliaia di articoli che hanno affrontato un numero molto cospicuo di tematiche. Ciò è successo anche relativamente a persone, fatti e circostanze ricadenti all’interno del perimetro della città di Aversa. Lo sforzo di affrontare laicamente l’attuale fase politica della Normanna, non deve rappresentare, dunque, un’espressione di un’ipocrisia peraltro anche piuttosto grosseuse, grossolana.

Perchè se iniziamo a scrivere di questa nuova fase, dei nuovi incarichi di governo attribuiti a Giovanni Innocenti, Francesco Sagliocco, Marco Villano, considerandoli semplicemente dei nuovi assessori, dei nuovi componenti del governo della seconda città della provincia di Caserta e tacendo ab origine, acriticamente, sulle loro precedenti esperienze, sul modo con cui hanno esercitato le funzioni istituzionali fino al tempo presente, incroceremmo proprio quella modalità grossolana, pecoreccia, ma soprattutto priva di ogni pur minima credibilità, a cui facevamo riferimento prima.

Però, le ragioni di un approccio serio alle cose, considerando in esso tutto ciò che è stato prima dell’inizio di questa nuova fase, si potranno cogliere, nel momento in cui CasertaCe ci metterà la faccia nel dire che da istante dato in poi, prenderà gli atti amministrativi della nuova giunta, quelli ispirati dai tre neo assessori e, almeno in prima battuta, nel primo strato di valutazione, li collocherà in un racconto finalizzato a discuterne, in maniera positivista, nel senso che la nostra valutazione dovrà essere necessariamente scevra da condizionamenti emotivi, diciamo così, spirituali, emozionali, romantico-scapigliati.

Ciò non significa che da parte nostra ci sarà un’opera di rimozione storica. Non è che all’improvviso getteremo nel dimenticatoio, ad esempio, quello che Innocenti ha combinato in passato diventando protagonista di un ribaltone già al tempo dell’amministrazione di Enrico De Cristofaro. Oppure quello che ha combinato Luciano Sagliocco, papà di Francesco Sagliocco, cambiando partiti e posizioni e svilendo, in questo modo, la memoria di un’identità politico-familiare che ha avuto, nel compianto fratello Giuseppe Sagliocco, un protagonista, un interprete, sicuramente discutibile, perchè tutti noi lo siamo, ma di sicuro dotato di serietà e di saldezza di intenti, cioè di caratterizzazioni storicamente verificabili e che non si traducono certo nell’esercizio di una sorta di incoronazione postuma, attraverso auree che peraltro Peppino avrebbe rifuggito da uomo intelligente e ben conscio delle umane debolezze.

Non potremo rimuovere e neutralizzare completamente la valutazione purtroppo per lui molto evidente di questo benedetto ragazzo, di Francesco Sagliocco, il quale, è stretto nella morsa dei voraci e inesausti obiettivi personali legati il più delle volte al mondo degli affari e delle speculazioni edilizie, azionata dal citato genitore, dalla neo consigliera comunale Federica Turco e dalla famiglia Spezzaferri, con cui Francesco Sagliocco è in procinto di imparentarsi. Una condizione che configura la sua presenza, la sua impronta, la capacità di essere elemento attivo di processi di potestà cioè di processi decisionali autentici ed autonomi, se non come nulla, ad un livello molto vicino al rango di scalda-poltrona.

Men che meno si potranno rimuovere alla memoria la vita e la carriera di Marco Villano, vissute all’ombra di Stefano Graziano, ma ancor di più, attraverso la figura e il metodo di azione del citato Graziano, all’ombra di una mentalità politicista e concretizzatasi in una scelta esistenziale che vede, nella politica, l’unico, l’autentico mezzo di sostentamento, inserendo in questo alveo, anche le nomine di sottogoverno e quei posti di lavoro che non sono veramente tali (vero Villano? Rispondiamo a certi tuoi post da mammoletta che pubblichi in coda a commento dei nostri articoli?), in quanto frutto di una sorta di aberrante applicazione dello spoil system il quale scambia le ragioni di uno staff di fedelissimi che un politico impegnato nelle istituzioni può aspirare legittimamente ad avere, molto meglio sarebbe se a sue spese, con un allargamento, tutto italiano, tutto meridionale di questo strumento, in modo tale che uno va a lavorare per quel politico, ma non lo fa ufficialmente o lo fa ufficialmente solo ad intermittenza, visto che al proprio sostentamento provvede quel posto di lavoro, gemmato solo e solamente dall’intervento del proprio protettore, in modo tale che lo spoil system c’è, ma non viene pagato dal politico bensì da pantalone.

Dunque, nessun esercizio di ipocrisia. da parte nostra. Innocenti, Sagliocco, Villano, questi erano fino alla settimana scorsa e questi, fino a prova contraria sono anche oggi. Detto ciò, però, ci metteremmo chiaramente dalla parte del torto e meriteremmo ogni tipo di critica, se valutassimo, in via pregiudiziale, l’operato di Innocenti, Sagliocco e Villano, partendo ad esempio da una valutazione inquieta sul fatto che alla fine quest’ultimo, il pupillo di Graziano, abbia ottenuto anche la delega all’Urbanistica, oltre a quella dei lavori pubblici, creando un grumo di potere delicatissimo a causa del combinato disposto dei tempi del puc e del sistema Graziano, che in tutta la vicenda Asi ha dimostrato di essere molto attivo nella relazione con una certa imprenditoria aversana. Se infatti partissimo da questo esempio, metteremmo al centro del ragionamento che ne rimarrebbe monopolizzato, la figura di Marco Villano e non le ragioni dei contenuti della propria opera. La figura, cioè la persona, non deve essere rimossa, cancellata ma almeno in prima battuta deve rappresentare un elemento sussidiario, complementare della nostra valutazione rispetto a ciò che Villano esplicherà dentro ad una delibera di giunta o dentro ad una determina firmata dal dirigente della propria area.

Per cui, noi dobbiamo stare quieti. Calmi, tranquilli, non perdendo mai di vista il punto fondamentale della nostra ragion d’essere e cioè che noi lavoriamo in quanto ancora crediamo nella possibilità di costituire un tessuto civile, una vera e non solo asserita, opinione pubblica che possa esercitare la sua funzione di popolo sovrano, cominciando a votare un pò di più in base a valutazioni di cittadinanza e non alle solite bagattelle del piccolo “favoruncolo” personale.

Conseguentemente, per noi, oggi, inizia un lavoro, un racconto da scrivere su un foglio completamente bianco. Conosciamo la storia, la teniamo ben salda, ripassandola continuamente nel setaccio di uno sforzo teso alla testimonianza dell’onestà intellettuale, ma abbiamo, oggi più che mai, soprattutto il dovere, in funzione di quello che abbiamo appena scritto sul sogno di costruzione di una vera opinione pubblica, di giudicare, come abbiamo scritto all’inizio di questo articolo, almeno in prima battuta, l’operato dei nuovi assessori, attraverso una lente positivista, cioè apprestando strumenti di analisi razionali che precedano quelli della valutazione che a quel punto non potrà non essere a sua volta, quantomeno vicina ad un accettabile standard di oggettività.

In poche parole, se a nostro avviso Innocenti, Sagliocco e Villano avranno prodotto atti positivi per la città, equi, non collegati alla promozione di interessi particolari, riceveranno il nostro plauso. D’altronde, il cristianesimo ma anche la buona creanza del liberalismo laico, contemplano l’ipotesi della conversione che è tale nella religione, mentre diventa revisione ma in linea di massima è la stessa cosa, nell’approccio laico. E allora, mettiamo subito a fuoco due o tre cose questioncine su alcuni punti che i tre assessori dovranno affrontare. Potremmo rielaborare delle premesse rispetto al modo con cui i medesimi si sono mossi in passato, sulle stesse tematiche o su tematiche simili.

Ma non lo facciamo perchè quel foglio, ripetiamo, deve rimanere bianco.

Primo punto: Giovanni Innocenti ha chiesto fortemente ed ha ottenuto le deleghe alla pubblica istruzione e all’edilizia scolastica. Ne ha avute anche altre, ma su queste  torneremo in successivi articoli. Al momento, il servizio di mensa scolastica, naturalmente restato al palo per il problema covid, è svolto ancora dalla cooperativa locale Mediterraneo. La buonanima di Pino Mango scriveva, in una sua famosa canzone, che il mare nostrum fosse ancora “da scoprire”. Ad Aversa, invece, si è già scoperto tutto. Mettiamo una pietra sopra (ok, Innocenti?) sul modo con cui sono state selezionate in passato le famose scodellatrici, mettiamo una pietra sopra sulle modalità con cui Federica Turco, a quel tempo assessora e vice sindaco nella giunta di centrodestra di Enrico De Cristofaro in nome e per conto del movimento civico (omissis, ora basta, non declineremo più la sua denominazione per non oltraggiare ulteriormente la memoria di Peppino Sagliocco), si battè perchè l’impresa della mensa scolastica fosse scelta tra operatori locali, in quanto sosteneva, con una tesi un pò tendenziosa, diciamocela tutta, che fosse deleterio il trasporto del cibo per diversi chilometri dal luogo in cui veniva cucinato a quello in cui veniva consumato.

Oggi, il contratto tra il comune di Aversa e Mediterraneo è scaduto. Diciamo pure che la proroga annuale garantita proprio da questa amministrazione, diventa meno scandalosa nel momento in cui questa è intervenuta durante la pandemia più grave da 100 anni a questa parte. Però, ci stiamo facendo tutti il vaccino e ci sono ampiamente le condizioni per scrivere un bando onesto, equo, in cui vengano tutelate le ragioni della qualità del servizio prestato in rapporto ai costi sostenuti.

Qualità e costi, senza mettere in mezzo scemenze (ok, Turco e Luciano Sagliocco?) come quelle relative al trasporto di alimenti, oggi garantito da dispositivi di conservazione di altissimo livello e di altissima affidabilità.

Sorveglieremo con molta attenzione questa area specifica perchè qui tra scodellatrici  e simpatie suscitate dalla cooperativa Mediterraneo, siamo in una condizione opaca, creata al tempo dell’amministrazione De Cristofaro, ma sostenuta ancora oggi da un governo che doveva essere alternativo e di discontinuità e che invece li ha imbarcati proprio tutti quelli di De Cristofaro, con una specifica, precisa relativa a quelle aree di interesse che, prima della gara e poi dopo l’assegnazione del servizio, mostrarono di avere una specialissima predilezione e uno speciale feeling per questa coop aversana. 

Dunque, Innocenti, Sagliocco, Luciano e Francesco, Federica Turco, do you understanding? Conosciamo i nostri polli.

Secondo e ultimo punto: il puc. Il gruppo di lavoro con sede a Benevento ha un marchio aversano. Non c’è dubbio, infatti, che la figlia dell’architetto Mormile rappresenti un punto di snodo, un elemento catalizzatore di attenzioni. E Mormile, valente professionista, non è stato certo impermeabile e d’altronde nona vrebbe avuto alcun obbligo di esserlo, rispetto agli obiettivi economici di certa imprenditoria normanna. Non sappiamo a che punto sia la redazione del puc ma vi possiamo garantire che non ci sarà una sola particella da noi non correttamente declinata. Vi diremo chi è il proprietario, magari chi lo era e chi lo è diventato ultimamente. Vi diremo quale fosse la classificazione di zona per eventuali interventi di utilizzazione del territorio del Prg vigente e in che zona è stata eventualmente trasformata dal nuovo puc, accludendo a queste informazioni anche una stima di mercato che ci consentirà di stabilire di quanto sia cresciuto il valore di quello o di quell’altro terreno.

Insomma, il neo assessore Villano sta a cavallo, perchè gli daremo tutti gli strumenti per un puc giusto e non redatto a misura dei soliti noti, Della Gatta, Bo e compagnia cantata. Ci…rileggiamo alla prossima puntata.