AVERSA. “Palazzinari” in affanno, ma meditano la riscossa: il dirigente Raffaele Serpico, che non vuole più rischiare la pelle, rigetta la SCIA di Yari Cecere sul palazzo di Viale Olimpico. E il Comune non si è ancora costituito sul ricorso al Tar

14 Agosto 2023 - 13:05

Abbiamo letto con molta attenzione l’atto firmato lo scorso 2 maggio in cui il Serpico appare realmente trasformato. Sappiamo di un ricorso al Tribunale Amministrativo, ma al momento non si hanno notizie della costituzione del Comune. Il sindaco Alfonso Golia da un lato, molto attento soprattutto alle sorti dei Della Gatta insieme alla coppia Stefano Graziano-Marco Villano cominciano ad innervosirsi visto che il dirigente, siccome firma lui e rischia lui, non intende più rischiare grosso così come ha fatto fino ad oggi

AVERSA – (g.g.) Da quando i carabinieri hanno eseguito il provvedimento di sequestro del mega immobile abusivo costruito in via Linguiti dal costruttore Yari Cecere il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Aversa, Raffaele Serpico, è diventato, improvvisamente preciso, pignolo nell’applicazione delle leggi di tipo urbanistico, cioè delle grandi sconosciute nell’amministrazione della città di Aversa, per quanto riguarda il settore lucrosissimo dell’edilizia privata.

Diciamo che l’ultima licenza concessasi da Serpico, è stata quella che lo ha portato dritto dritto a superare i termini temporali, previsti dalla legge per realizzare la revoca del permesso a costruire presentato dai Dell Gatta per il complesso di via Santa Marta consentendo loro di presentare un facile ricorso al Tar che non poteva fare altro se non accoglierlo, così come abbiamo raccontato, con dovizia di particolari in più di un articolo.

Ora, invece, ci troviamo di fronte, da qualche mese a questa parte ad un Raffaele Serpico che tira fuori tutte le sue competenze non comuni quando rispedisce al mittente una SCIA, che sta per Segnalazione certificata di inizio attività presentata il 29 dicembre scorso, in deroga al permesso di costruire ottenuto in precedenza. Insieme al diniego sulla SCIA, Serpico ne ha anche opposto un altro sulla conseguente Segnalazione certificata per l’agibilità o SCA che dir si voglia, presentata, sempre da Cecere, il 7 febbraio 2023. Il tutto con l’obiettivo di ampliare le opere di un’altra operazioncina  immobiliare stavolta in Viale Olimpico, a pochi metri di distanza dall’ippodromo e dall’ospedale Moscati.

Vi risparmiamo i dettagli della trattazione tecnica che illustra i motivi per i quali Serpico forte di un sopralluogo e di una relazione stesa dall’architetto dell’ufficio tecnico Antimo Di Donato ha respinto sia la SCIA che la SCA, aprendo la strada ad una procedura di abbattimento della parte dell’opera già realizzata in difformità. Altezze, applicazioni erronee delle norme relative a quelle parti costruite ma scomputabili dalle misurazioni degli assi verticali. E ancora, balconi coperti significativamente più ampi delle misure consentite. Questo solo per sintetizzarvi la minuziosa attività svolta dall’ufficio tecnico, che se Serpico si fosse mosso sempre in questo modo durante la sua lunga carriera professionale, oggi staremmo qui a parlare di un dirigente integerrimo e realmente amico della legalità più che degli interessi di quello o di quell’altro potentato economico, così com’ è capitato, purtroppo, in più di un’ occasione così come noi abbiamo ampiamente dimostrato lavorando su tonnellate di documenti, messi puntualmente a disposizione nelle loro versioni originali, dei nostri lettori.

Avremmo voluto pubblicare in calce a quest’articolo l’atto di diniego che incuba in se anche la procedura di abbattimento delle opere in difformità, firmato da Serpico lo scorso 2 maggio. Ma come si suol dire, cari lettori, soprattutto aversani, vedete un po’ voi “se siete cazzi” di capirci qualcosa in quel sito del Comune che, a nostro avviso, non incrocia le norme che regolano la pubblicazione degli altri pubblici di un’amministrazione. Argomento, questo, a cui magari nei giorni prossimi dedicheremo un articoletto dei nostri.

Quando il 2 maggio scorso, il dirigente Serpico ha prodotto il suo diniego, attivando il termine di 10 giorni per le eventuali controdeduzioni della Cecere Development srl, costruttrice materiale di quel palazzo di residenza ha terminato il suo lavoro. Cecere, se non abbiamo letto male da qualche parte, ha preannunciato e probabilmente già presentato ricorso al Tar. Stavolta con modalità più complesse rispetto a quelle di Della Gatta, il quale con la violazione dei termini temporali per la revoca del permesso di via Santa Marta, ha potuto accedere in rapidità alla procedura più breve, quella della decisione cautelare immediata e monocratica da parte di uno dei presidenti delle sezioni del Tar della Campania, che applicando la procedura inaudita altera parte ha sospeso l’atto firmato da Serpico. Riteniamo che, il suo ricorso, Yari Cecere lo abbia presentato entro i 60 giorni dalla firma dell’atto, cioè entro il 2 luglio scorso. Al momento non ci risulta ancora che il Comune di Aversa si sia costituito in giudizio. Vogliamo sperare che lo faccia e soprattutto che lo faccia non solo figurativamente, non solo “per far vedere” ma combattendo seriamente in difesa delle ragioni, per altro molto articolate e precise, che hanno indotto Serpico a respingere la SCIA presentata dal costruttore aversano.

In questi giorni si rincorrono voci di un dissidio tra lo stesso Serpico e il sindaco Alfonso Golia, che questa volta spalleggiato da Marco Villano e da Stefano Graziano, grandi amici e protettori di tutti i palazzinari della città.

Ma questa è un’altra storia, comunque non scollegata dai fatti che abbiamo raccontato oggi in questo articolo. Una storia. di cui domani, massimo dopodomani, quando avremo acquisito maggiori elementi, torneremo a scrivere.