BARISTA UCCISO. Condanna ma niente ergastolo al 23enne nipote del boss mandante dell’omicidio di don Peppe Diana

10 Aprile 2024 - 12:38

CASAL DI PRINCIPE – La seconda Sezione della corte d’Assise del tribunale di Napoli ha condannato a 22 anni di reclusione Alessio De Falco, 23enne rampollo dell’omonima famiglia criminale.

Il giovane, difeso dagli avvocati Mirella Baldascino e Pasquale Diana, aveva rischiato la pena massima, visto che la procura di Aversa Napoli Nord (competente per territorio) aveva chiesto per lui l’ergastolo.

De Falco, imputato nel processo celebratosi presso la corte di Assise del tribunale di Napoli, è stato ritenuto responsabile di aver ammazzato Zlimen Imed, picchiato selvaggiamente e colpito con la mazza la testa più volte anche quando ormai il barista era inerme. Imed è poi deceduto dopo essere stato trasferito nella clinica di Tora e Piccilli.

Si tratta del nipote di Nunzio ‘o lupo De Falco, mandante dell’omicidio di don Peppe Diana e morto un anno fa, e di Vincenzo De Falco O’Fuggiasco, assassinato nel 1991.

Secondo la pubblica accusa, si è trattato di un omicidio, con De Falco, quindi, responsabile della morte del barista. Gli avvocati del 22enne, però, nelle scorse udienze avevano presentato una consulenza tecnica compiuta da tre periti, ovvero un medico legale, un anatomopatologo e un infettivologo che avvalorava la tesi della causa del decesso non legata alle percosse subite dal De Falco, bensì per altre motivazioni.