Braccianti stranieri nei campi, la Procura fa l’elenco degli immigrati sfruttati dai “caporali”

20 Febbraio 2023 - 16:20

Prosegue il procedimento che vede alla sbarra imprenditori e proprietari di aziende ortofrutticole: in aula la testimonianza di un dipendente dell’ufficio personale della Bianchino.

MONDRAGONE Prosegue il processo contro il caporalato mondragonese e, stavolta, ad essere ascoltato in aula è stato il dipendente dell’ufficio personale della Sviluppo Agricolo Bianchino, una delle società coinvolte nello sfruttamento dei lavoratori, per lo più immigrati e stagionali. L’impiegato della Bianchino ha assicurato che tutti i braccianti venivano assunti regolarmente. Il processo, che si tiene davanti alla Terza Sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta dal giudice Francesco Rugarli, a latere Giorgio Pacelli e Massimo Cosenza, vede tra gli imputati Gennaro Bianchino, legale rappresentante della suddetta società, Pasquale e Vincenzo Miraglia, proprietari di due aziende ortofrutticole e Francesco Pagliaro.

La testimonianza odierna non ha certo convinto l’accusa che ha, invece, prodotto i nomi di tutti coloro che sarebbero stati sfruttati nei campi.

L’inchiesta sul caporalato partì nel 2016: secondo la ricostruzione dei finanzieri della compagnia di Mondragone e dei carabinieri del reparto territoriale mondragonese i quattro si sarebbero associati nella consapevolezza del contributo fornito da ciascuno di loro, dandosi una stabile organizzazione mediante un’accurata ripartizione di ruoli e compiti attraverso la quale assumevano ed impiegavano manodopera reclutata e provento dell’attività di intermediazione illecita svolta dai caporali dove i lavoratori, perlopiù extracomunitari e donne, venivano sfruttati per il lavoro nei campi dei comuni di Mondragone, Falciano del Massico, Castel Volturno, Grazzanise e Villa Literno.