GOMORRA 5, IL SANGUE DELLE FAMIGLIE. Camillo Belforte, l’impresa di Francesco Ciano, la lettera anonima e i due colloqui con Angelo Piccolo, figlio di Antimo Quaqquarone

7 Giugno 2019 - 15:05

MARCIANISE(g.g.) Quando Camillo Belforte è chiamato a raccontare cose del suo tempo, cose del presente, diventa un efficace strumento a supporto nelle indagini della dda. Lui ha una posizione un pò neutra rispetto ai contrasti ancora forti tra la sua famiglia e quella dei Piccolo.

La partita la giocano gli imprenditori, a partire da Francesco Ciano, zio di Camillo e deceduto qualche anno fa, il quale oltre ad esprimere una buona qualità nel suo lavoro, è stato anche, secondo Camillo Belforte, l’impresa di fiducia del clan, quella che ha preso lavori grazie ai boss dei Mazzacane.

Dunque, il pentito sa di seri contrasti che negli anni si sono verificati soprartutto per quel che riguarda l’individuazione delle cosiddette imprese cottimiste, cioè quelle che lavoravano per imprese principali, titolari degli appalti e delle commesse.

Chi si mosse per pacificare il clima era l’imprenditore Alfonso Letizia, il quale lavorò su una divisione al 50% dei cantieri più lucrosi. Anche se, aggiunge Camillo Belforte, i Piccolo tentarono in più occasioni andare al di la, di allargarsi, di violare i termini dell’intesa.

La seconda parte dello stralcio che abbiamo scelto di pubblicare oggi, si adatta bene a questa lunga narrazione da romanzo criminale, da noi realizzata negli ultimi mesi su questo lungo atto giudiziario.

Camillo Belforte non è invadente e dice di guardare soprattutto fuori da Marcianise, a certi imprenditori di Orta con cui si trova bene, viene individuato come referente del clan e per questo riceve una lettera anonima che gli viene consegnata da Giovanni Massaro, proprietario dell’immobile dove la moglie e la cognata di Camillo hanno aperto un negozio di detersivi. Massaro l’aveva trovata sotto l’uscio di casa sua.

All’interno, minacce di morte, affermazioni del tipo: “Siete rimasti 4 gatti, sta per arrivare il momento della vendetta, e per il sangue versato dai nostri cari.

Passaggio quest’ultimo che aveva indotto Belforte a ritenere che a scrivere quella lettera fosse stato Primo Letizia, figlio degli ormai noti coniugi assassinati Biagio Letizia e Giovanna Breda. Camillo Belforte prende molto sul serio questa lettera. Avverte immediatamente tutti i suoi congiunti e decide di chiedere un appuntamento ad Angelo Piccolo, cioè al figlio di Antimo Piccolo Quaqquarone e dunque fratello di uno dei due Achille Piccolo.

L’operazione non è semplicissima. La media Pasquale Murolo che ha un supermercato. Al primo appuntamento, Camillo Belforte si fa accompagnare dallo zio Pasquale Belforte. C’è un pò di tensione; Angelo Piccoo legge la lettera e oltre a respingere l’idea che a scriverla fosse stato uno della sua famiglia, si dice perplesso anche sul fatto che l’abbia potuta redigere Primo Letizia.

Camillo non crede alla versione, e il resto lo leggete testualmetne nella parte finale dello stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo in calce.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA