CAMORRA. Altro che pentito. Confiscato il tesoro dell’ex politico Luigi Cassandra. Non potrà muoversi da TRENTOLA fino al….

15 Ottobre 2019 - 15:15

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) Il nostro punto di vista sulla consistenza giudiziaria della collaborazione, offerta alla magistratura dall’ex politico, ma soprattutto dall’ex imprenditore trentolese Luigi Cassandra, già assessore e anche candidato alle elezioni provinciali del 2010 nella lista Udc, da cui si ritirò, di fatto, quando emersero le prime informazioni sulle pesanti indagini a cui era sottoposto, lo conoscono bene i lettori di CasertaCe più attenti e più costanti.

Un punto di vista che, applicando una regola aurea di questo giornale, abbiamo maturato, laicamente, come effetto della lettura di atti giudiziari ufficiali. Abbiamo letto quello che Cassandra ha raccontato sugli intrecci tra politica e camorra in quel di Trentola, ed avendo una memoria storica lunga 20 anni, molto più lunga, in base a questa variabile temporale, di quella posseduta da ogni magistrato operante in questo territorio ed in ogni ufficiale delle forze di polizia che lavora in connessione con le indagini sulla camorra, riteniamo che Cassandra abbia detto qualcosa di vero, qualcosa di verosimile, qualcosa di adattato alle necessità di un disegno mentale che ha costruito sin dal primo momento, ma soprattutto non ha raccontato il tanto che sa e che coinvolge, probabilmente, persone di cui nutriva timore, non tanto per un fatto di pericolosità criminale, ma perchè, purtroppo, è capitato che si siano verificati incroci sfortunati tra un componente delle forze dell’ordine, attivo principalmente sulle indagini di Trentola e di cui molto abbiamo scritto nei mesi scorsi, e note famiglie di imprenditori, le quali, imparentate con questo componente delle forze dell’ordine, se la sono cavata, fino ad oggi, a buon mercato, anche nelle proprie diramazioni politiche, leggi ex sindaco Nicola Pagano

e super costruttore Domenico Pagano, per gli amici, Mimmo.

Ribaditi in premessa questi concetti, perchè è sempre utile ricordarli, è chiaro che una grandissima reputazione da autentico, genuino collaboratore di giustizia, Cassandra non ha conquistato neppure agli occhi dei magistrati.

Non c’è alcuna legge che, di per sè, garantisce bonus ai pentiti in termini di misure di prevenzione. Nè è irrilevante, tutt’altro, che i provvedimenti assunti in questi mesi, siano venuti fuori dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riconosciuto sia dal lato della magistratura, ma anche dal lato dell’avvocatura, come un esempio reale e compiuto di terzietà, di equilibrio, garantito dal presidente Massimo Urbano e dagli altri due magistrati che lo affiancano a latere, Corinna Forte e Francesco Balato.

Nonostante ciò, il percorso di un pentito credibile e creduto al 100%, è, di solito, meno accidentato di quello che connota la vita attuale di Luigi Cassandra. Anche perchè un giudice della prevenzione si pronuncia, comunque, su una richiesta dei pubblici ministeri, cioè di coloro che gestiscono la collaborazione di un co-imputato o di un testimone.

Quella sezione misure di prevenzione che nel 2013 sequestrò l’ingente patrimonio del Cassandra, e che nel 2016 dissequestrò solamente una vecchia fiat 500 di proprietà della sorella dell’imprenditore trentolese, oggi, precisamente nel maggio scorso, ha chiuso la partita, disponendo la confisca e dunque il passaggio nelle proprietà dello stato, di tutto ciò che nel 2016 era stato sequestrato, eccettuata, naturalmente, la fiat 500.

L’elenco è lungo e coinvolge più persone. La base costitutiva, concreta delle ricchezze di Luigi Cassandra è rappresentata dagli immobili e dalle pertinezne del complesso Night & Day. Poi c’è una vera e propria pletora di società suddivise in srl, sas, ditte individuali intestate alla moglie Marisa Costanzo, alle sorelle Assunta e Giuseppina Cassandra, e ai cognati, mariti di queste ultime, Francesco Pirozzi e Mario Di Fraia. In più, colpiti da confisca anche le quote societarie di proprietà di personaggi cnsiderati dei veri e propri prestanomi, quali Gaetano e Gennaro Campanile, Nicola Grassia e Giovanni Tonziello.

A proposito di quest’ultimo, ci ha incuriosito la vicenda di un fitto, che è un negozio giuridico stipulato tra la ditta individuale di Tonziello, sequestrata e oggi confiscata in quanto considerata riconducibile a Luigi Cassandra, e la società di gestione del complesso Night & Day, al tempo in cui questa non era più governata da Cassandra ma dall’amministratore Lucio Spanò. Forse di questa cosa si è già scritto e parlato, ma, nei prossimi giorni, la vogliamo approfondire a modo nostro che, com’è noto, non è lo stesso modo di tutti gli altri.

Oltre alla confisca (e questo rafforza la valutazione iniziale sulla scarsa affidabilità che Cassandra riscuote nella magistratura inquirente e requirente), ci sono le misure di prevenzione personali. Per 3 anni dovrà soggiornare a Trentola. Se vorrà muoversi, dovrà chiedere il permesso all’autorità giudiziaria, passando per le forze dell’ordine. Dovrà rientrare a casa, massimo alle 21 di sera, e non potrà uscire prima delle 7 del mattino. Nei mesi estivi, le 7 del mattino diventeranno le 6, mentre sarà ulteriormente limitato il ritorno serale, fissato per le 20.

E poi una serie di prescrizioni simpatiche, un pò romantiche, un pò d’antan, come quella di non frequentare “le osterie e le bettole” (sic!). E ancora “di darsi alla ricerca di un lavoro” e di “vivere onestamente, rispettando le leggi“.

Il resto lo leggete negli stralci della sentenza che abbiamo selezionato come corredo documentale di questo articolo.