CAMORRA e COCAINA DALL’OLANDA: condanna “tombale” per due fratelli narcotrafficanti casertani

5 Maggio 2024 - 15:15

Il verdetto è stato confermato lo scorso 30 gennaio mentre le motivazioni sono state rese note ad inizio aprile

CAPUA – Droga importata dall’Olanda, condanna tombale per i fratelli Pasquale e Rosario Del Vecchio.

Il verdetto per i due arriva a seguito dell’indagine coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dalla Squadra Mobile tesa a smantellare un gruppo specializzato nel traffico di narcotici.

Pasquale del Vecchio, 39 anni autotrasportatore, avrebbe ricevuto da esponenti della gang, l’offerta di recarsi in Olanda con la somma di 341mila euro al fine di acquistare comprare 12 kg di cocaina ricevendo in cambio, per il viaggio compiuto, la somma di 7000euro.

Del Vecchio invece di andare in Olanda, decise di in intascare la somma dividendolo con il fratello Rosario, 37 anni, guardia giurata e non farsi più vivo con chi gli aveva proposto l’affare.

A raccontare i fatti, ai carabinieri della compagnia di Capua, lo stesso del vecchio vecchio in prima persona dopo dopo che Salvatore Bonavolontà, presunto capo della gang, reagì all’inganno sequestrandogli il cognato.

Confermata, quindi, la sentenza inflitta dalla Corte d’Appello di Napoli il 21 aprile dello scorso anno, nei confronti dei tuoi fratelli.

Pasquale Del Vecchio è stato ritenuto responsabile di aver ricevuto in consegna, da due uomini dell’organizzazione, dal 3 all’11 gennaio 2019 almeno 3 kg di cocaina seguendo poi le direttive impartitegli da Bonavolontà.

Al fratello Rosario, invece, ex poliziotto della polizia penitenziaria è stata riconosciuta la sola condotta relativa all’11 gennaio.

L’avvocato difensore di Rosario Del Vecchio aveva presentato ricorso in Cassazione sostenendo che era stata commessa una violazione nel non disporre la rinnovazione dell’istruttoria non acquisendo la documentazione offerta, tesa a dimostrare che il proprio assistito, quando fu fermato in occasione di un controllo si trovava insieme al fratello Pasquale e a Salvatore Bonavolontà non per trattare l’acquisto di droga, non rinvenuto in quel momento, ma per recarsi dalla zia di quest’ultimo manager di cantanti neomelodici che i germani Del Vecchio volevano ingaggiare per la festa di compleanno della loro nipote Anna.

Il difensore di Pasquale Del Vecchio, invece, ha sostenuto che la sentenza andava annullata perché la Corte d’appello non ha considerato la condotta come un solo reato ma ne aveva erroneamente ravvisato una continuazione tra loro nonostante i pacchi di cocaina furono trasportati in una sola occasione e quindi in un unico arco temporale.

La Cassazione in merito alla non riapertura dell’istruttoria ha ritenuto non logico, se fosse stato reale l’obiettivo di contattare la zia di Bonavolontà, coinvolgere anche il fratello Rosario.

In merito agli elementi probatori sono stati considerati utili perché riguardano il fatto che Pasquale si sarebbe fatto accompagnare dal fratello per ritirare la sostanza stupefacente ed ancora perchè non risultano rapporti commerciali tali da giustificare che Bonavolontà avesse affidato a Rosario del Vecchio 341 mila euro per ragioni diverse dall’investimento dell’acquisto di droga. Inoltre secondo la Suprema Corte i reati contesati a Pasquale Del Vecchio avvennero in tre giorni diversi per questo reato considerato, correttamente, in continuazione.

Il verdetto è stato confermato lo scorso 30 gennaio mentre le motivazioni sono state rese note ad inizio aprile.