CAMORRA e politica. Orlando Diana ha incontrato molto recentemente Luigi Schiavone, figlio di Cicciariello. Non si capisce il motivo per cui a S.CIPRIANO non vada una commissione d’accesso
19 Giugno 2022 - 14:03

Abbiamo letto altri stralci dei documenti d’indagine già resi noti e, francamente, la figura di colui che è stato per due volte assessore di Enrico Martinelli, appare sempre più compromessa nelle relazioni con pezzi da 90 del clan dei casalesi. E se questo, da un punto di vista giudiziario, deve essere costruito attraverso una paziente tessitura dei gravi indizi di colpevolezza e poi delle prove, diventa difficile individuare le ragioni per le quali nulla si muove dal punto di vista della procedura amministrativa che obbliga per legge, il governo e le prefetture a sorvegliare le amministrazioni in cui sono rappresentati personaggi in odore di malavita. E se la moglie di Orlando Diana è stata presidente del consiglio dopo che il marito è stato per due volte assessore, se la moglie di Orlando Diana è ancora oggi consigliera comunale…
SAN CIPRIANO D’AVERSA – Quando si fa un’indagine e se ne consultano i documenti, ci si stupisce qualche volta nell’incontrare dei ragionamenti, delle valutazioni apparentemente banale operati dagli inquirenti, da parte dei magistrati, all’interno per esempio delle richieste formulate ad un gip, di emissione di misure cautelari oppure prima ancora nelle informative che la polizia giudiziaria mette a disposizione della magistratura inquirente.
Invece, non c’è nulla di banale perchè quello che può essere evidente agli occhi di un giornalista, agli occhi di un cittadino che segue la cronaca nera e quella giudiziaria, magari lo è anche agli occhi delle persone che indossano una toga o delle persone che indossano una divisa, ma non lo sono e non lo possono essere per quelle toghe e per quelle divise, il cui dovere è quello di costruire elementi solidi, gravi indizi di colpevolezza nella prima fase, quella connotata dall’erogazione di misure limitative della libertà persnanedli degli indagati, e prove concrete indiscutibili, nella fase successiva, cioè da quando si compare davanti ad un giudice nelle varie fasi processuali, dalle preliminari fino ad arrivare ai processi propriamente detti.
E allora non bisogna stupirsi se, nell’indagine sulla infiltrazione profondissima del clan dei casalesi all’interno del sistema degli appalti, relativi ai servizi socio sanitari, si vada a questionare sul modo, sull’atteggiamento tenuto da Orlando Diana, politico di San Cipriano d’Aversa, per due volte assessore in entrambe le giunte di Enrico Martinelli, ma anche imprenditore molto inserito, molto collegato anche a mondi politici e para-politici, nelle ore precedenti ad un incontro avuto con Luigi Schiavone, pluripregiudicato e figlio di Francesco Schiavone detto Cicciariello dunque nipote diretto di Francesco Schiavone Sandokan e cugino diretto di Nicola Schiavone junior, Walter, Emanuele e compagnia.
Non basta agli inquirenti registrare la telefonata che Luigi Schiavone fa direttamente a Orlando Diana, chiedendogli di incontrarlo e comunicandoli che vicino a sè c’è il fratello Francesco Diana. Non basta, perchè gli inquirenti hnno voluto anche certificare la piena consapevolezza, da parte di Orlando Diana, di andare ad incontrare una persona particolarissima, di andare a fare un appuntamento di cui non si doveva sapere e che andava organizzato, dunque, con tutte le cautele del caso, in modo che nessuno che non fosse il fratello o la strettissima cerchia di Diana, di cui faceva intimamente parte Maria Bellopede, con la quale Diana si confida, ne venisse a conoscenza.
Questo dato, che per l’osservatore eterno può essere complementare, secondario, diventa evidentemente importante nel processo di formazione della prova o magari dei gravi indizi di colpevolezza, visto e considerato che stiamo parlando di una indagine ancora in corso e che potrebbe dunque anche attraversare lo stadio dell’emissione di un’ordinanza contenente misure più o meno afflittive nei confronti degli indagati.
Sempre guardando le cose dall’angolo del giornalista, molto più importante appare l’aspetto temporale della quetione. Non stiamo palrando, infatti, di rapporti datati, di appuntamenti consumati 7, 8 o 10 anni fae dunque non in grado di rappresentare un elemento decisivo nella delineazione della figura di un indagato, quale Orlando Diana, ancora oggi influentissimo nella politica di San Cipriano, attraverso la moglie Giuseppin Barbato, cugina del pentito Francesco, che stata presidente del consiglio comunale dall’alto dei 600 e passi voti di preferenza ottenuti alle ultime amministrative, e da gennaio in poi, subito dopo le dimissioni, conseguenza della bufera giudiziaria che ha colpito il marito, resta comunque uno dei consiglieri comuanli più influenti.
Stiamo parlando invece di un appuntamento, di un incontro, quello organizzato in una delle masserie della famiglia di Cicciariello, piana dei mazzoni e dintorni, ad aprile del 2020, cioè due anni fa, cioè in pieno periodo di lockdown.
Tutte queste cose messe insieme, cioè il peso politico di Orlando Diana, in grado di aggiudicarsi, attraverso una ditta mondragonese prestanome, la Campania Emergenza, recentemente colpita da interdittiva antimafia, uno dei primi appalti frutto di un bando dell’Asl Napoli 3, per l’analisi covid attraverso i tamponi, e di tenere la moglie in consiglio con 600 voti di preferenza, aggiunte alle relazioni con esponenti di primissimo piano del clan dei casalesi, quale resta sicuramente Luigi Schiavone di Francesco Cicciariello, delineano un quadro inquietante, ma soprattutto un quadro attivo oggi e non semplicemente costituito in una ricostruzione storica.
Ecco perchè da settimane diciamo che non si capisce il motivo per cui il comune di S.Cipriano non debba essere quantomeno controllato da una commissione d’accesso, visto e considerato che se l’infiltrazione camorristica non è certa fino a prova contraria, è anche vero che ipotizzarla non è certo campato in aria.