CAMORRA. Resta in cella il figlio del superboss Ligato

1 Febbraio 2023 - 16:23

La decima sezione del Riesame ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Raffaele Antonio Ligato, accusato di estorsione e lesioni personali.

PIGNATARO MAGGIORE La decima sezione del Riesame del tribunale di Napoli ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Raffaele Antonio Ligato, figlio del superboss della camorra Raffaele Ligato. L’uomo resta, quindi in carcere, unitamente ai due fratelli Pietro e Felicia ed a Fabio Papa (quest’ultimo in un primo tempo posto ai domiciliari, poi anche lui finito dietro le sbarre).

I quattro sono finiti nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli perché ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati del reato di estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico “Ligato” egemone nell’area riferibile al comune di Pignataro Maggiore.

I provvedimenti restrittivi costituiscono il risultato di un’intensa attività investigativa, avviata nel mese di agosto e condotta attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di:

  • disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri in Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di euro 3000 mensili;
  • accertare il compimento di un’ulteriore estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18000 euro;
  • documentare come gli indagati, per affermare la supremazia sull’area di influenza, non abbiano esitato a fare ricorso ad atti intimidatori e/o violenti, così come accaduto nei confronti di un 56enne di Pignataro Maggiore, aggredito per futili motivi con l’utilizzo di spray urticante ed un tirapugni.