CAPUA AL BALLOTTAGGIO. La Del Basso, i “morti nel calzone” e una scelta per Villani che garantisce solo lei e butta a mare tutti i candidati che la hanno sostenuta

23 Giugno 2022 - 20:53

 

 

Oggi pomeriggio è stata ufficializzata la scelta con un comunicato, in verità un po’ naif nel quale da un alto la Del Basso dice che appoggerà Villani, dall’altro lato, non avendo fatto l’apparentamento afferma che rispetterà il ruolo assegnatole dagli elettori, che non è certo quello. aggiungiamo noi, di stare in maggioranza

 

 

CAPUA(Gianluigi Guarino)  L’ultimo dei contesti nel quale è opportuno mettersi con l’alambicco in mano a pesare le parole, andando a usar la pignoleria di capire se queste sono utilizzate nel rispetto del proprio significato, é quello capuano, quello che in questi giorni sviluppa, esprime parole, azioni, fieri propositi per il futuro di questa città che definire importante non è un mero esercizio di bon ton, di cortesia civile.

Men che meno il misurino delle parole può essere utilizzato per le espressioni, per le azioni e per i fieri propositi (l’ aggettivo è doveroso) della simpatica Carmela Del Basso, coniugata Salzillo.

E’ indubbio che queste elezioni hanno schierato tre candidati mosci. Tali sono indiscutibilmente il vetusto  Adolfo Villani, il non certo scoppiettante Fernando Brogna e Paolo Romano, che quando scriviamo un articolo su di lui piange sempre, per cui come si suol dire, omissis, semmai parliamo con la sua fidanzata Sabina Aiello, sicuramente molto più estroversa e meno permalosa del prode Paolo.

Carmela Del Basso, pur non essendo di certo una di primo pelo, una sconosciuta della politica capuana, ha impegnato molte sue energie materiali per rendersi visibile, per riempire di parole collocate con i decibel giusti per far decidere, i numeri dicono questo, a molti capuani di votare lei e non il trio delle pompe funebri.

Almeno questa “allucca”, fa casino, si sente. E che diamine, hanno detto in tanti e noi lo ripetiamo come battuta satirica sperando che loro stessi avranno intelligenza per riderne, meglio lei che questi tre con il morto nella mutanda.

E questo è un discorso. Altro discorso è quello dei contenuti esposti quali motivazioni politiche della scelta operata in queste ore dalla Del Basso. Ma chi glielo ha fatto fare a Carmela Del Basso di scrivere il comunicato che ha spedito urbi et orbi oggi pomeriggio? Una nota in cui afferma di aver scelto, insieme a non meglio precisati esponenti della sua coalizione, di appoggiare Adolfo Villani che é come dire appoggiare Alessandro Natta, Togliatti, Giancarlo Pajetta, Napoleone Colajanni e potremmo continuare a lungo nell’esplorazione del Pantheon del comunismo italiano, quello più grigio, quello forse al netto di Colajanni, più ortodosso, quello che “faceva in corpo” quando Enrico Berlinguer, altra pasta, altro carisma, altra leadership si staccava dall’abbraccio soffocante dell’internazionalismo dei soviet, arrivando a dire che tutto sommato, se proprio avesse dovuto scegliere se stare di qua o di là, lui si sentiva molto più al sicuro con la Nato che non col Patto di Varsavia.

Adolfo Villani, è persona rispettabile, per carità. Per altro, non eravamo in full immersion sulle cose di Caserta quando lui era consigliere regionale dei democratici di sinistra, emanazione di quel Pc, sepolto alla Bolognina. Stesso discorso vale per quando ricopriva la carica di segretario provinciale di questo partito, ovviamente tutte cose precedenti al 2008, anno di fondazione del Pd.

Si dirà: meglio un burocrate della vecchia nomenclatura  comunista che gente, magari più manovriera nella gestione della cosa pubblica.

Detto questo, però, tutta la vita politica di Carmela Del Basso in Salzillo è stata segnata da una stabile, continua appartenenza al centro destra, prima nelle file di Forza Italia, poi in quelle della Lega che meno di due anni fa, non un secolo fa, la candidava alle elezioni regionali dove riportava un risultato che non la gratificò e soprattutto non la soddisfò. Ed è in funzione di quel risultato che la Del Basso ha svolto il 100% delle sue valutazioni successive, a dimostrazione che, per lei, come per tanti altri in verità stare con un partito o stare con un altro partito, stare con don Camillo o stare con Peppone é la stessa cosa, perché se non fosse così, dopo essersi candidata a queste elezioni in un raggruppamento di liste civiche,  si sarebbe mantenuta super partes in questo ballottaggio visto che da un lato c’è un candidato, cioé Brogna appoggiato da tutti quelli  che oggi, alla Del Basso, stanno letteralmente sulle scatole, per non dire un’altra cosa.

Dall’altra parte c’è Adolfo Villani, non un democrat dell’ultima generazione, uno che si è affacciato alla politica senza aver vissuto quella precedente alla nascita del Pd. C’è Adolfo Villani, che piaccia o no, è un uomo di sinistra che più di sinistra non si può, come ha anche dimostrato in qualche sua pubblicazione del passato, in verità molto interessante, ma che certamente esprimeva un modello di sviluppo economico che per esempio all’impresa  commerciale Salzillo-Del Basso non potrebbe andare a genio.

Per cui, passare in meno di due anni dalla lega all’ex PC, beh, è proprio “un bel passare”.

insomma, cosa rimane quale fondamento di discrimine di questa scelta? Un benemerito tubo, al di là delle enunciazioni programmatiche che ormai, ciò vale per la Del Basso, ma non solo, sono come quel libro che trovi dal fioraio e che ti risparmia l’incomodo di dover pensare ad una formula di augurio. Da un lato, la Del Basso afferma senza se e senza ma che appoggerà Adolfo Villani, dall’altro lato chi ci capisce qualcosa è bravo, afferma testualmente: ” Ciascuna delle due parti, nei ruoli che gli sono stati assegnati dagli elettori, lavorerà per il raggiungimento degli obiettivi comuni”. E  questa è proprio la parte a cui ci riferivamo a quando abbiamo scritto “ma chi glielo ha fatto fare di mandare in giro questo comunicato” . Eventualmente le chiederemo notizie in merito per capire da quale teoria delle dottrine politiche e successivamente da quali prassi  viene fuori questa roba strana per la quale chi è arrivata terza, non cogliendo l’obiettivo del ballottaggio formuli una dichiarazione ufficiale di appoggio ad uno dei contendenti aggiungendo però alla fine che lei e Villani opereranno nel rispetto del mandato popolare ricevuto. Stare all’opposizione, a meno che  non si stipuli un patto formale di apparentamento, è un dovere, è un dovere che appartiene all’etica della politica e non è una facoltà, un opzione. Ovviamente questo vale nel momento in cui la Del Basso “mette in mezzo”, così come ha fatto nelle ultime righe del suo comunicato, il tema spinosissimo e delicatissimo della rappresentanza e dei vincoli di mandato.

Facendo un discorso più pratico, e concludiamo, pare che Brogna avesse offerto alla Del Basso due assessorati compresa la carica di vicesindaco, ritenendo che quella giunta avrebbe riunito un centro destra diviso, frammentato. La Del Basso non ha accettato, ritenendo probabilmente che ci sia una poltrona che crea, per lei, un’area, una condizione di maggior confort, e cioè quella di Presidente del Consiglio Comunale, carica che andrebbe a ricoprire qualora Adolfo Villani si aggiudicasse il ballottaggio di domenica prossima.

E allora ci sembra strano che i suoi candidati abbiano ritenuto che questa opzione, che questa scelta rappresentasse un modo per tenere insieme la coalizione elettorale creata dalla Del Basso, attribuendole una identità politica, che a questo punto è destinata a evaporare. Diverao sarebbe stato il discorso qualora, da Brogna o anche Adolfo Villani, fossero stati messi a sua disposizione due posti di assessore, con i quali avrebbe potuto perseguire due obiettivi: il primo rappresentato dalla trasformazione, dal rango delle semplici parole a quello concreto dei fatti  di tutto quanto quel rosario un po’ stucchevole di propositi di governo, contenuto nel comunicato; il secondo obiettivo sarebbe stato rappresentato dalla promozione di un processo politico, grazie al quale, soprattutto se la Del Basso avesse rinunciato a entrare lei direttamente in giunta, scegliendo di lavorare invece politicamente dai banchi del consiglio comunale, finalizzato realmente al raggiungimento di una posizione di leadership, grazie alla quale il suo futuro avrebbe potuto, stavolta seriamente, vederla impegnata al di là dei consigli capuani.

Diciamocela tutta: chiedere la poltrona di presidente del consiglio comunale significa garantirsi una rendita di posizione indubbiamente concreta, pragmatica, ma priva di  una vera prospettiva politica, perchè chiedendo la presidenza del consiglio comunale, senza avere fatto l’apparentamento con Adolfo Villani, significa pure e soprattutto che la Del Basso, al di là delle parole di circostanza, ha pensato solamente a  garantire se stessa, buttando a mare tutti i candidati delle sue liste che invece con l’ingresso in giunta, avrebbero avuto maggiori possibilità di rappresentazione.