CAPUA. Roba da pazzi, e sono tre: altro affidamento diretto stavolta di 11mila euro, alla ditta di famiglia della vice sindaca Giacobone

1 Febbraio 2023 - 22:28

Come vi avevamo anticipato ieri sera, stavamo lavorando in questi giorni e abbiamo alla fine rintracciato la determina sull’intervento relativo al progetto Giovani in Comune. Il sindaco Villani, evidentemente è ancora in fase di rodaggio e ritiene che noi di CasertaCe ma anche tutti i capuani siamo degli scemi. Leggete un po’ come ha risposto ad un cittadino su questa sconcertante e disarmante vicenda. IN CALCE ALL’ARTICOLO LA DETERMINA, per altro contenente una parte riguardante l’intervento in una scuola, assolutamente incomprensibile

CAPUA – (g.g.) Non abbiamo nessuna intenzione di spendere di nuovo le stesse energie che, al contrario, abbiamo utilizzato per rendere i due articoli, da noi dedicati alla sorprendente, incredibile attività di affidamento diretto di incarichi su lavori pubblici del Comune di Capua all’impresa Zenga Center srls, di cui è titolare il fratello del marito, cioè il cognato diretto dell’attuale vice sindaca Marisa Giacobone.

Al sindaco Adolfo Villani abbiamo infatti, già dimostrato rispetto e considerazioni personali nel momento in cui abbiamo profuso, negli articoli precedenti dedicati alla stessa vicenda, il nostro impegno per evitare ogni tipo di narrazione spicciativa, brusca, come pure l’argomento e il modo con cui l’amministrazione comunale si è mossa avrebbero meritato.

Dunque, siamo con la coscienza a posto. E d’altronde la reazione del primo cittadino alla sollecitazione proveniente da un utente di Facebook nella pagina denominata “Adolfo

Villani sindaco”, ci tranquillizza e conforta la nostra decisione di non andare al di là con la qualità e la quantità narrativa così come invece abbiamo fatto in precedenza. Si tratta, in effetti, di una reazione degna di comuni politicanti da strapaese e non di una persona che ha ricoperto incarichi istituzionali importanti a livello regionale ed è stato, nel contempo, uno dei leader più in vista dei DS, cioè di un partito di lunga e collaudata tradizione storico-culturale.

In pratica, Villani fa capire che non è affar suo, anzi di non sapere nulla di questi affidamenti. E per dimostrarlo, propina a colui che gli ha posto la domanda una lezioncina che, al confronto, il manuale delle giovani marmotte è un trattato di diritto amministrativo. In pratica Villani dice che siccome c’è la Bassanini, di queste cose si occupa il dirigente. Per cui, non è competenza della giunta (e ci mancherebbe pure) realizzare questi affidamenti. Che sono diretti in quanto sono sotto soglia e dunque appartengono alla sfera della totale discrezionalità del dirigente del settore.

Secondo Villani, inoltre, non si tratterebbe di un appalto. Ora, in apparenza il cittadino che ha formulato la domanda al sindaco non è un esperto della materia. Però, la sua risposta secca e perentoria (“Non giochiamo a nascondino”) fa capire, invece che probabilmente esperto della materia lo è eccome.

Al di là della risibilità della tesi esposta dal sindaco, questa è talmente raffazzonata, arrangiata, scombiccherata, precaria da farci ritenere che Villani abbia veramente pochissima considerazione dell’intelligenza dei capuani, che da questo suo responso viene lesa, ai limiti dell’offesa.

Ma noi non siamo di fronte ad un ignorante, tutt’altro. Villani è un uomo di esperienza e non può confondere l’appalto in se per se con la procedura attraverso cui si arriva alla sua definizione. L’appalto è il contratto tra un ente pubblico o comunque convenzionato con il pubblico e il fornitore di un’opera, di un bene, di un servizio. Ora, che all’appalto si arrivi attraverso una gara propriamente detta, oppure attraverso una procedura negoziata, o ancora attraverso la consultazione delle imprese iscritte nel Mepa (mercato elettronico della pubblica amministrazione) o anche scegliendo nell’elenco delle ditte di fiducia di un Comune o di un altro ente pubblico, fa poca differenza nel momento in cui noi vogliamo declinare l’istituto, quello dell’appalto, che mette insieme il diritto amministrativo alla fisiologia privatistica di un contratto propriamente detto. E d’altronde, se la materia degli affidamenti diretti è regolata dal decreto legislativo n. 50 del 2016, non a caso definito (codice degli appalti pubblici) ci sarà anche un perché. Per cui, siccome riteniamo che Villani queste cose le sappia bene, gentilmente propini le sue acrobatiche spiegazioni a chi vive da eremita su una montagna e non ai capuani che sono un popolo con pregi e difetti, ma che non sono tanto stupidi da bersi la frottola di un sindaco o di una vice sindaca che nulla sanno dell’operato del navigatissimo dirigente Francesco Greco il quale, di punto in bianco ha deciso che l’unica ditta di Capua e del circondario in grado di riparare caldaie, di manutenere impianti termici, o addirittura come vedremo di mettere in tiro aiuole e spazi verdi della città sia quella del cognato della vice sindaca.

Verrebbe da dire: ma lei, sindaco Villani, veramente fa? Ma crede che noi e anche le persone che leggono queste cose abbiano l’anello al naso? Ecco perché, come abbiamo scritto all’inizio di questo articolo, non vogliamo dilungarci ulteriormente e vi invitiamo a leggere quest’altro capolavoro con cui, la responsabile del settore la dottoressa Laura Tartaglione, attribuisce altri 11mila euro all’impresa Zenga Center srl, stavolta senza aggiungere, probabilmente per una dimenticanza, senza aggiungere alla ragione sociale la esse di “semplificata. In verità, finanche noi che viviamo immersi negli albi pretori, non ci abbiamo capito nulla. Perchè mentre la pappardella iniziale, tutto sommato ci sta, mentre un sorriso fatalista è l’unica cosa che possiamo esporre nel momento in cui leggiamo che la progettista e direttrice dei lavori, l‘architetto Paola Torrico, ha presentato all’ufficio tecnico del Comune il computo metrico, il cronoprogramma, il piano di sicurezza e di coordinamento, il quadro economico, la relazione tecnica, gli elaborati tecnici (Tav. 1; Tav. 2; Tav. 3; Tav. 4) il 20 dicembre scorso cioè esattamente nello stesso giorno in cui il Comune di Capua ha formalizzato gli incarichi che le ha attribuito, si rimane perplessi e ci interroghiamo socraticamente sul nostro “non sapere” quando all’improvviso, mentre si coniuga e si sviluppa l’oggetto della determina cioè l’affidamento dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per sistemare i giardinetti di Via Duomo nonché le sedute sul bordo dell’aiuola di Via Conte Landone in relazione al Bando Giovani in Comune, irrompe sulla scena la parola “aula”.

Vabbè, si sarà trattato di un lapsus del dirigente, magari sviluppatosi con lo zampino di quell’eterno rompiscatole di Sigmund Freud visto e considerato che gli Zenga, cioè il cognato della vice sindaca e anche il marito, certo non estraneo all’attività operativa di questa impresa, intervengono di solito all’interno di istituti scolastici proprio per la manutenzione dell’impianto di riscaldamento e visto che, nei giorni tra novembre e dicembre Greco ha firmato altre due determine grazie alle quali la famiglia del vice sindaco ha ottenuto senza che Villani e la Giacobone, per carità ne sapessero niente, altri due affidamenti diretti così come abbiamo raccontato in altrettanti articoli. Al contrario, nello schema del contratto, cioè dell’appalto (capito, Villani?), alla voce “fine da perseguire” troviamo scritto come potrete verificare dal testo integrale dell’atto amministrativo che vi mettiamo a disposizione in calce all’articolo che state leggendo, garantire privacy, regolare l’intensità della luce e proteggere dai raggi solari le aule sprovviste di idonee schermature della scuola Secondaria “Ettore Fieramosca”, di Via Riviera Casilina. Ora, se anche non volessimo considerare che il progetto giovani in Comune, finanziato per altro dalla regione Campania, non prevede interventi strutturali su scuole, ci sarebbe il problema che la Fieramosca si trova da un’altra parte della città rispetto ai giardinetti in questione.

Ora, il primo caso può essere una coincidenza, il secondo un indizio, ma il terzo è una prova. Scusi, dottoressa Giacobone, ma lei si è candidata con l’obiettivo di far fare i soldi all’impresa di suo cognato e di farglieli fare prendendoli dalle casse del Comune e della Regione? Ci scusi questa domanda sfrontata, forse estrema. Ma ci dica lei, ci scriva, replichi perché noi siamo veramente curiosi di conoscere, al di là delle suggestive esposizioni del sindaco Villani quale sia il suo punto di vista. Lo dica che lei ignorava e ignora che il Comune di Capua abbia realizzato affidamenti diretti all’impresa di suo cognato. Ce lo dica lei, perché da lei lo volgiamo sapere e crediamo lo vogliano sapere anche i cittadini capuani e tanti di coloro che l’hanno votata. E ammesso e non concesso che ci convinca di questo, ci spiega perché lei, vice sindaco di questa città, non ha pregato suo cognato e suo marito a calmare gli entusiasmi da ammiratore sfegatato, mostrato dal dirigente Francesco Greco, rinunciando a questi affidamenti per una vistosissima clamorosa, e ripetiamo, cafonissima questione di opportunità?

Onestamente questa storia ci ha veramente sorpresi. Come abbiamo scritto ieri, Villani non è stato certo un santo, al pari della maggior parte dei politici della provincia di Caserta. Però, che arrivasse ad avallare un’operazione talmente scoperta, talmente sfrontata, talmente vistosa, talmente arrogante e volgare come questa, noi non ce l’aspettavamo dalla sua intelligenza e dalla sua accortezza di politico navigato.