CARMINE ANTROPOLI: stavolta l’assoluzione è totale. La Corte di Appello respinge il ricorso Dda e accoglie quello dei difensori. Cancellati anche l’anno e 8 mesi per la presunta partecipazione allo schiaffo a Di Lillo

28 Novembre 2023 - 13:32


Pochi minuti fa la lettura del dispositivo. Qualora la Procura Generale presentasse ricorso in Cassazione e questa lo respingesse, come appare altamente probabile, l’ex sindaco di Capua e capo dipartimento di tutte le chirurgie del Cardarelli potrebbe avviare, se lo ritenesse, la procedura per ottenere il risarcimento per ingiusta detenzione

CAPUA – Piena e totale assoluzione per Carmine Antropoli, ex sindaco di Capua e attualmente capo dell’intero dipartimento delle sette chirurgie dell’azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli.
La Corte di Appello, pochi minuti fa, ha infatti rigettato il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Napoli, Dda, avverso all’assoluzione, già ottenuta da Antropoli ad opera della Corte d’Assise impiantata presso il Tribunale di S.Maria C.V. che l’aveva ritenuto estraneo e innocente per i reati di concorso esterno in associazione camorristica ai sensi del 416 bis e degli altri reati connessi, che tecnicamente vengono definiti reati-scopo, a partire dal voto di scambio.
Dunque, la Corte di Appello ha considerato, parimenti a quanto a suo tempo ha deciso la Corte d’Assise, inattendibili le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Zagaria detto Ciccio e’ Brezza che in questo primo processo, svoltosi in Corte d’Assise proprio perché lui era imputato dell’omicidio in concorso di Sebastiano Caterino, avvenuto a S.Maria C.V. il 31 ottobre 2003, per il quale proprio come sanzione della sua inattendibilità ha rimediato una condanna a 16 anni di reclusione.

D’altronde, la carta giocata dalla Dda in sede di Appello non poteva non essere la stessa utilizzata per il primo grado, ossia la valorizzazione delle dichiarazioni di Francesco Zagaria. Per questo motivo, la Procura generale aveva invocato per lui, imputato per il duplice omicidio in concorso di Sebastiano Caterino e del suo nipote Umberto De Falco, una pena blanda paria 4 anni di reclusione dunque fortemente condizionata dall’invocato riconoscimento di un robustissimo sconto, frutto della sua collaborazione con al giustizia e delle dichiarazioni che hanno rappresentato in pratica la pressochè unica struttura costitutiva di questo processo


Ma la novità della sentenza di oggi è rappresentata dall’assoluzione, che rende per l’appunto piena la manifestazione di estraneità completa a fatti per i quali Antropoli fu arrestato e per i quali trascorse tra cella e domiciliari fuori regione, diversi mesi in quella che a questo punto, in attesa eventualmente della Cassazione, si può cominciare a definire una prigionia a tutti gli effetti, anche dal reato di violenza privata, per il quale Antropoli era stato condannato in primo grado a 1 anno e 8 mesi nonostante, in quel caso, il Pm della Dda avesse chiesto l’assoluzione diversamente da quanto aveva invece fatto per il concorso esterno in associazione a delinquere per il voto di scambio con la richiesta di condanna a dieci anni di reclusione, che poi erano diventati 9 in sede di requisitoria, davanti alla Corte di Appello di Napoli, ad opera della Procura Generale.


Insomma, Antropoli esce totalmente e pienamente assolto


L’appena citata Procura Generale potrà eventualmente presentare appello alla Cassazione che, se dovesse confermare la sentenza della Corte di Appello, aprirebbe ad Antropoli anche la possibilità di chiedere allo Stato un risarcimento per ingiusta detenzione.
L’ultimo problema giudiziario che l’ex sindaco dovrà affrontare riguarda il cosiddetto secondo filone della cosiddetta tangentopoli capuana per la quale, però, Antropoli è stato già assolto con formula piena in primo grado insieme agli altri imputati, cioè insieme agli imprenditori di Casal Principe trapiantati a Capua Francesco e Giuseppe Verazzo per effetto della sentenza emessa a conclusione del rito abbreviato dal Gup Fabio Provvisier, lo stesso che firmò a suo tempo l’arresto di Antropoli e degli altri indagati nel primo filone dell’indagine, che oggi ha vissuto il secondo e verosimilmente penultimo capitolo in Corte di Appello.