CASALESI. Pen drive di Michele Zagaria. “I computer nel covo del boss erano vuoti”

20 Aprile 2021 - 09:48

CASAPESENNA – (GV) Poliziotto accusato di corruzione, peculato e violazione sistemi informatici, il tutto aggravato dal metodo mafioso, ieri mattina nuova udienza dinanzi al tribunale di Napoli Nord presidente Nigro. “I computer nel covo del boss di Michele Zagaria erano vuoti”. È quello che ha riferito il perito dinanzi al pm Giordano e al dott. Nigro che ha esaminato hard disc.

Oscar Vesevo difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli è indagato a piede libero, attualmente in servizio ad Isernia, si è sempre dichiarato innocente da queste accuse nate dopo alcune intercettazioni telefoniche in cui si parlava di una pen drive pagata 50 mila euro dopo il sequestro nel covo del boss di via Mascagni. Un documento che avrebbe nascosto nomi e segreti del Zagaria quando fu catturato il sette dicembre del 2011. I computer di cui ha parlato il tecnico informatico furono sequestrati nel covo di capo dei Casalesi nella casa della famiglia Inquieto ed anche in un deposito poco distante.

Per la prossima udienza, a settembre, invece, è stato chiamato a testimoniare Vincenzo Inquieto, il proprietario dell’abitazione oggi completamente libero e dovrebbero essere ascoltati anche i due capi della Mobile di Caserta dell’epoca Morabito e della Mobile di Napoli. Nelle scorse udienze era stata ascoltata anche Rosaria Massa, ex moglie di Inquieto.