CASERTA Abbattimento alberi in via Unità Italiana, Tanzarella: “Il sindaco Carlo Marino ha bisogno di adeguate terapie di supporto psicologico”

16 Settembre 2021 - 17:40

Il sindaco Marino con il Disability Manager cittadino, professor Vitaliano Farrajolo

Lettera aperta dell’ex parlamentare al primo cittadino uscente: “Desista signor sindaco e faccia avere alla città l’annunciata cessione dell’area Macrico che lei dice di possedere”

 

 

CASERTA (pasman) Parafrasando il capolavoro di Carlo Emilio Gadda, potremmo titolare questo approfondimento “Quer pasticciaccio brutto de via Unità Italiana“.

Chi segue le vicende cittadine e non si sia perso nelle vuotaggini della campagna elettorale avrà capito dove vogliamo andare a parare ed ossia alla sconsiderata delibera n. 182 della giunta comunale dello scorso 27 agosto. I fatti che ne sono scaturiti sono degli ultimi quindici giorni e noi li ripercorreremo, in alcune puntate, nel loro sviluppo e nella loro cronologia, convinti che per la loro rilevanza – classica goccia che fa traboccare il vaso, non la semplice scaramuccia di provincia  – potrebbero persino costare la rielezione a Carlo Marino.

Dunque, con la delibera 182 venivano approvati alcuni “Interventi mirati all’abbattimento delle Barriere Architettoniche su strade comunali” per 340mila euro e già nell’immediato qualcosa non quadrava poiché – incredibilmente ed inspiegabilmente – emergeva come il Disability

Manager cittadino non fosse stato coinvolto nella fase progettuale raccogliendone un qualificato parere ed una valutazione in quanto figura pubblica preposta alla tutela degli interessi delle persone con disabilità. Uno schiaffo al ruolo ed alla logica. Se questa importante figura non ha poteri di ingerenza in tali cose, non si capisce che ci stia mai a fare, oltre ad appagare le esigenze di propaganda dell’amministrazione comunale. La quale, difatti, non ha mancato di farsene bella quando l’ha doverosamente istituita, salvo poi ad emarginarla completamente nelle decisioni rilevanti, quelle per intenderci in cui ci sono in ballo i soldi.

Ma nei giorni scorsi ne emergeva un’altra di magagna, a riguardo dei 18 alberi secolari che, come parte dell’intervento complessivo, si dorrebbero abbattere in via Unità Italiana e sostituire con specie nuove, in quanto – si apprende dalla delibera: «il marciapiede si presenta in pessime condizioni, ed è quasi inutilizzabile a causa delle radici degli alberi posizionati al margine dello stesso, che nel corso del tempo hanno alzato la struttura del marciapiede rendendolo un percorso non più pianeggiante con pericolo anche di inciampo e caduta per i pedoni. Inoltre le radici sono anche penetrate sotto il manto stradale alzando lo stesso in vari punti con pericolo per la sicurezza stradale”.

A parte la chiaramente insincera e strumentale preoccupazione per il pericolo evocato di inciampo e di caduta per i pedoni, se finora non si è fatto mai nulla sebbene il marciapiedi si trovi in quelle condizioni da tempo immemore e se dei tanti altri punti pericolosi delle strade cittadine nessuno si impensierisce (ricorderanno i lettori che tempo fa una giovane signora incinta perse il bambino inciampando sul corso Trieste, la cui pavimentazione è da anni un autentico percorso di guerra), il fatto clamoroso è la ferma e totale opposizione all’abbattimento espressa delle tante associazioni culturali ed ambientaliste cittadine, le quali lo ritengono ingiustificato con tanto di condivisibili argomenti di opportunità e soprattutto tecnici. In sostanza, per tali esponenti  – che, non va dimenticato, annoverano tra le loro fila spassionati esperti di prim’ordine -gli alberi non solo vanno conservati per salvaguardare il verde urbano e per il loro pregio legato alla vetustà ed al valore monumentale, ma non è assolutamente necessario rimuoverli, come si vuole fare, potendosi adottare soluzioni costruttive per l’eliminazione delle barriere architettoniche diverse e persino più economiche.

Queste le condizioni della pavimentazione di corso Trieste, che hanno costretto i residenti, in mancanza da mesi di ogni tipo di intervento da parte del comune, a sbarrare alla bella e meglio i passaggi  rischiosi per i passanti.

Queste significative proteste, – che hanno già visto già inscenare un flash-mob  sul qual torneremo e che potrebbero sfociare in azioni di resistenza passiva alle operazioni di taglio delle alberature, come dichiarato da quanti vi si oppongono – fanno apparire questa scelta degli uffici comunali, anche in questo caso, poggiata su motivazioni apparenti e finalizzata ad allargare surrettiziamente la spesa pubblica. E che ciò sia, lo capiamo altresì dalla lettera aperta che con toni taglienti il professore Sergio Tanzarella, autentica guida civile della città, ha rivolto sulla questione al sindaco Marino.

Chi conosce la dirittura, l’equilibrio, la capacità riflessiva di Tanzarella non potrà che restare colpito dal suo scritto, che qui pubblichiamo. Poi giudichino i lettori !

Prima, una sola precisazione sul passaggio in cui egli invita il primo cittadino a far avere «alla città l’annunciata cessione dell’area Macrico che lei dice di possedere e che aspettiamo di vedere da 15 giorni». L’ex parlamentare casertano si riferisce al fatto che Carlo Marino, a metà agosto, annunciando l’avvenuta presentazione alla regione Campania di uno studio di fattibilità per la realizzazione nell’area del Macrico di una cittadella universitaria, a chi gli obiettava che l’ente comunale non avesse l’indispensabile proprietà del terreno, pare replicasse di «avere già in mano la cessione del terreno firmata da parte dell’Istituto di Sostentamento del Clero». Ma, confutò a stretto giro Tanzarella «…né l’Istituto Centrale Sostentamento Clero a Roma né il vescovo di Caserta [ne] hanno notizia” e di qui la richiesta, oggi reiterata: «… Marino attendiamo che ci mostri il progetto e l’atto di cessione dei terreni che come cittadini di Caserta abbiamo il diritto di vedere».

Nei due scatti fotografici, il cippo di via Unità Italiana a cui ci riferiamo

Un’ultimissima cosa, per inciso. Nel verificare lo stato degli alberi e del marciapiede di via Unità Italiana in vista di questo articolo, abbiamo constatata la presenza, in vicinanza del monumento ai caduti, di una pietra certamente d’epoca, di termine o miliare che sia. Lo segnaliamo perché  ne venga  accertata la natura e messa al riparo, se del caso. Non vorremmo che facesse la stessa fine di quella borbonica ( nelle foto in basso) sparita in prossimità della Vaccheria, che giaceva incustodita e buttata a lato della strada, sic!, finché non è sparita. (FINE PRIMA PARTE DI TRE)

 

Lettera aperta di Sergio Tanzarella al sindaco Carlo Marino sull’ennesimo abbattimento di alberi di pregio

Nelle tre immagini di repertorio, la pietra miliare borbonica lungo la strada per la Vaccheria, che indicava la distanza tra Napoli ed  i fiumi confinari Garigliano e Liri.                                                                                                In stato di abbandono  da sempre, negli ultimi mesi è scomparsa. Chi dovrebbe occuparsi di queste testimonianze storiche del territorio ?