CASERTA Com’era prevedibile Marcello Iovino e D’Auria liberati dai domiciliari. Ecco perché ed ecco pure perché restano i gravi indizi di colpevolezza

7 Gennaio 2022 - 20:21

Oggi è stata resa nota la decisione del tribunale del Riesame. Niente di sorprendente e niente che possa condizionare la forza delle accuse nei loro confronti.

 

 

CASERTA (g.g.) Era anche prevedibile che il tribunale del Riesame liberasse dai domiciliari Marcello Iovino e Giuseppe D’Auria, rispettivamente ex dirigente e funzionario del Comune di Caserta. Il tempo intercorso, infatti, tra la commissione dei reati a loro ascritti e quello in cui i provvedimenti cautelari di restrizione delle libertà personali sono stati eseguiti è, infatti, e noi di Casertace lo avevamo fatto notare subito, molto ampio. Le perquisizioni sono state realizzate nel novembre del 2018. Da quel giorno in poi, Iovino, D’Auria, ma anche Carlo Marino, Carlo Savoia, Pasqualino Vitale e gli altri sanno di essere pesantemente indagati dalla Dda. Per cui, è chiaro che i gravi indizi di colpevolezza se non sono accompagnati dall’attualità dei motivi che giustificano, anzi, rendono necessaria l’applicazione di una misura cautelare, non possono tenerla in vita più di tanto.

Insomma, con Iovino, tra le altre cose in pensione, il pericolo di fuga, il pericolo di inquinamento delle prove, il pericolo di reiterazione del reato, a distanza di tre anni sono, a voler essere cauti e misurati, decisamente annacquati. Ma il fatto che Iovino e D’Auria siano stati liberati dagli arresti domiciliari dai giudici del Riesame non significa che i gravi indizi di colpevolezza siano stati cancellati. Perché, attenzione, la decisione di un tribunale del Riesame su una misura cautelare può essere di due, anzi, di tre generi. Può essere espressa, nella conferma dell’esistenza dei gravi indizi di colpevolezza, proprio perché non sono più attuali i motivi cautelari. Oppure, una decisione del Riesame dello stesso genere può arrivare perché, secondo i giudici della libertà, i gravi indizi di colpevolezza che un gip ha, invece, riconosciuto come esistenti, non ci sono. E questa rappresenta una bruttissima notizia per il pubblico ministero, che rischia di arrivare all’udienza preliminare e poi, eventualmente, al processo con un pronunciamento già negativo da parte di un tribunale, di un collegio giudicante sul merito delle accuse, con conseguente ipoteca sull’esito del processo.

La terza ipotesi è quella che non esistono né i gravi indizi di colpevolezza, né i motivi cautelari e, allora, passiamo appresso. Il gip s’era fatto il bicchiere e abbiamo scherzato.

Cercheremo di leggere le motivazioni addotte dal tribunale del Riesame di Napoli, ma riteniamo, dopo avere letto con grandissimo attenzione analitica l’ordinanza, che, come avevamo largamente previsto, i motivi cautelari a tre anni dalle perquisizioni non sono stati riconosciuti come ancora esistenti per Iovino e D’Auria, a differenza di quello che è successo con Carlo Savoia il quale, lo scorso 31 dicembre pur vedendosi mitigare la misura, domiciliari e non più carcere, resta comunque ristretto, Ma in quel caso si tratta di una persona, di un indagato di rilievo differente visto che è chiamato in causa da diversi collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi e visto che le sue partite degli appalti truccati le ha giocate su un numero molto ampio di Comuni, dove lui magari potrebbe ancora incidere per inquinare qualche prova. Amen.