IL FOCUS. CASERTA. Scaduto il contratto, ma i Dresia, storici amici di Carlo Marino, al parcheggio della Pollio fanno quello che gli pare. Chi controlla i soldi incassati?

12 Gennaio 2021 - 21:15

L’AMMININISTRAZIONE DELLE PRORGHE – SECONDA PUNTATA/ In qualsiasi direzione ti giri, trovi merda. L’illegalità impera sovrana, nessuno se ne fotte.  C’è solo un fesso che viene costretto al rispetto delle norme: è l’impresa TMP deli parcheggi a pagamento, che grazie al Tar e non certo grazie a Marino e a Biondi, ha osato mettere in discussione l’impero della Publiservizi. ALLA FINE DELL’ARTICOLO LA PUNTATA UNO

CASERTA (g.g.) – E figuriamoci se Carlo Marino faceva uscire il 2 al Totocalcio, disponendo l’apertura delle procedure per la gara relative alla gestione del maxi parcheggio dell’ex caserma Pollio rispettando i termini e comportandosi bene, cioè come un sindaco che onora le leggi ed è attento al tema della trasparenza dentro al quale abita ed occupa un posto d’onore l’adempimento rigoroso dei contratti, con i suoi amici storici che oggi si chiamano SEA srl, qualche anno fa si chiamavano in un altro modo, ma che sono sempre e comunque loro: quelli della famiglia Dresia, che onestamente non ricordiamo più da quanti anni facciano il bello e il cattivo tempo in quel parcheggio che li ha fatti ricchi.

Per cui, questa seconda puntata della mini inchiesta che parte dall’abuso incontinente di quello che dovrebbe essere uno strumento eccezionale e rarissimo la dedichiamo al caso-Dresia, ai rapporti tra questa famiglia e il comune che ha fatto della proroga dei contratti il connotato principale e, direbbero quelli che parlano il giuridichese,

l’elemento endoprocedimentale del contratto stesso, che è arrivato, grazie all’impunità di cui gode (non si sa perché) a ben tre anni di proroghe relativamente ai servizi di raccolta dei rifiuti per il trasporto ai vari impianti, cioè un incredibile 60% rispetto ad un contratto, scusateci se ripetiamo questa parola, non ci possiamo avventurare in sinonimi, durato cinque anni.

Certo, con SEA srl non siamo agli stessi livelli. Ma oggi, anche questa impresa non dovrebbe più essere titolare della gestione di un mega parcheggio dalle uova d’oro. O quantomeno, dovrebbe esserlo in funzione di un nuovo contratto frutto dell’elaborazione e dell’aggiudicazione di una nuova gara. Però, magari, va a finire che quell’autentico sciamano che risponde al nome di Franco Biondi, dirigente a tutto, è costretto a scrivere, così come ha dovuto fare necessariamente nel bando per l’affidamento della riscossione dei tributi comunali, la frase fatidica e cioè che anche per Dresia correrebbe il dovere di versare in una cassaforte comunale l’intero incasso giornaliero, salvo l’obbligo del comune di corrispondere al privato la somma stabilita in sede di firma della convenzione e scaturita dalle offerte di gara. Ed è proprio questo che soprattutto i Dresia non vogliono, non vogliono in maniera radicale, senza neppure la preoccupazione di salvare la forma. Perché mentre per la Publiservizi, ma giusto così, a pro della proverbiale lavata di faccia, si dice che comunque, dopo aver incassato i soldi delle riscossioni, li corrisponderà al comune, non si sa però dopo quando, trattenendosi la sua quota, qui siamo all’anarchia pura.

Se Marino e Biondi vogliono prendersi la soddisfazione di andare in giro a dire che questo giornale scrive sciocchezze allora favoriscano la documentazione, non apocrifa e non posticcia, che attesti quanti quattrini, quanta moneta sonante giorno per giorno la Sea ha versato nelle casse del comune. Se Il Gatto e La Volpe non sono in grado di farlo, allora vuol dire che anche il rapporto tra la città di Caserta e la Sea dei Dresia è fuorilegge. Ma siccome i Dresia sono i Dresia e hanno una loro mentalità, ci accontenteremmo finanche di leggere le relazioni di controllo, fatte dal comune capoluogo, sullo stato e sulle medie di incasso quotidiane di quel parcheggio. Ogni quanto tempo la Sea rimette i soldi dovuti al comune? E le cifre sono in linea con le previsioni di una convenzione che nessuno mai ha potuto vedere? Dove sta la contabilità che consente al massimo rappresentante dei cittadini di Caserta, cioè il sindaco, di affermare che quello spazio comunale sia ben gestito nell’interesse della collettività e che da quello spazio i cittadini traggono un vantaggio economico da tradurre in maggior servizi, nell’incremento degli investimenti per la vivibilità?

Dovete tirare fuori i documenti, altrimenti, come minimo, anche questa vicenda non può non diventare oggetto di indagine approfondita da parte della Corte dei Conti, senza citare altre potestà perché ormai ci abbiamo tolto il pensiero.

Il Collegio dei revisori dei conti ha una responsabilità enorme. Se continua a girarsi dall’altro lato rispetto a cose del genere, sarà giusto che davanti ai giudici finisca anche il presidente Giuseppe Fattopace, che, va però riconosciuto, pare l’unico a voler combattere l’illegalità, e sarà ancor più giusto che davanti al giudice finiscano gli altri due revisori, Donato Toriello e Antonio Tardio, che fino ad oggi hanno tutelato sempre e comunque un meccanismo tutt’altro che trasparente, così come abbiamo dimostrato in decine e decine di articoli sempre corredati da atti documentali inoppugnabili.

Se ci riflettete un attimo, proprio a dimostrazione di una palmare cattiva fede, a Caserta, non per effetto della volontà di Marino e dell’allora dirigente Carmine Sorbo, ma perché un Tar letteralmente scandalizzato intervenne pesantemente, l’unica azienda aliena dal sistema, fuori da quell’enorme ruoto di capretto del magna magna casertano è la TMP. E ovviamente, l’unica impresa che ogni giorno prende i soldi dalle cassette dei parcheggi a pagamento che gestisce da qualche anno e li porta a Palazzo Castropignano per l’intero gettito quotidiano è la TMP. Che diventa l’unico esempio di rispetto di una norma scritta. Ma questo succede in quanto la TMP è tollerata, sopportata, avendo osato sbrecciato le potenti colonne dell’impero Publiservizi.

Il fatto che TMP venga obbligata a rimettere quotidianamente i soldi incassati con i parcheggi a pagamento, significa che il comune di Caserta utilizza il rispetto della legge, che evidentemente conosce, o il non rispetto, la violazione della stessa, come elemento premiale o penalizzante, applicato in funzione dell’affidabilità e della contiguità clientelare dei concessionari.

Arri…leggerci alla terza puntata, che ovviamente non potrà non essere dedicata a Sua Maestà Publiservizi. Cioè a quelli che comandano realmente a Caserta, verso quali Marino, all’inizio consiliatura, faceva il severo, il rigido e riluttante, forse per mandare qualche messaggio a Natale padre e a Natale figlia.

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