CASERTA. Fotocronaca horror: percolato a un passo dalla Scuola di Polizia, discariche in via Michelangelo e via Falcone. Ed Ecocar ha superato i 30 mesi di proroga su una gara che non ha mai vinto

6 Agosto 2020 - 12:45

CASERTA – Ora, se ci mettiamo a far premesse, perdiamo tempo e non otteniamo nulla.

Perché quella di Caserta è una partita che si gioca sul terreno dell’incoraggiamento che lo stato e l’evoluzione delle cose forniscono a chi passa la propria vita a camminare sul filo sottilissimo che discrimina quello che è lecito da quello che lecito non è.

In poche parole, se non succede mai nulla, il dirigente del Comune di Caserta, il sindaco, l’assessore, il consigliere, riterranno perfettamente normale – e di fatto lecito – che il rimasuglio di un’associazione temporanea di imprese, che nel 2012 si aggiudicò la gestione quinquennale del servizio di raccolta dei rifiuti della città capoluogo, possa, sine

titulo, continuare il servizio stesso.

Caricando cioè il diritto legato a quella gara e prorogato alla scadenza del contratto, in pratica a tempo indeterminato, su una società, cioè Ecocar Srl che era solo una componente, neppure fondamentale, di quell’Ati e che, per motivi misteriosi, forse perché qui esiste un sistema giuridico diverso da quello del resto dell’Italia, ha sostituito di soppiatto, comparendo improvvisamente in una determina, il Consorzio Ecocar, cioè un’altra azienda dotata di un’altra partita Iva, di un’altra struttura di organigramma.

E allora, oggi, abbiamo doppiato la boa dei due anni e mezzo di proroga rispetto alla matrice ormai preistorica della gara d’appalto 2012, ma non attribuita al consorzio Ecocar, che peraltro esiste, come abbiamo dimostrato più volte pubblicando le visure, ma alla società Ecocar Srl, che quella gara non l’ha mai vinta, non avendovi mai partecipato come entità giuridica singola, perché solo parte di un’Ati, capeggiata dal Consorzio Ecocar che, badate bene, fino a un anno e mezzo fa ha rappresentato il formale interlocutore, la formale controparte (si fa per dire) del Comune di Caserta, salvo eclissarsi in una notte aumma aumma, senza colpo ferire, ma, soprattutto senza colpo subire.

Il verso di una famosa canzone scritta dal grande Domenico Modugno, di cui, manco a dirlo, oggi cade l’anniversario della morte, e dall’ugualmente grande scrittore, giornalista e goliarda Riccardo Pazzaglia sul prodotto forse più importante della tradizione napoletana, cioè il caffè, dice che questo, confezionato in un certo modo, è una prerogativa napoletana:

“sulo a Napule o’ sanno fa!”

Anche qui da noi ci sono delle eccellenze in cui esiste una capacità esclusiva di confezionamento: le braciole e la ricotta sulo a Caserta e sapene fa!

Perché onestamente, pur avendole scritte centinaia di volte, riusciamo ancora ad indignarci, e questo tutto sommato ci fa piacere, perché significa che siamo ancora vivi.

Ora, con questa struttura, con questa mastodontica modalità, patentemente illegale, secondo noi, volete che il soggetto in questione, che incamera puntualmente più di 1 milione e 50mila euro al mese, da 30 mesi in proroga, possa porsi il problema della qualità del servizio erogato ai casertani?

Ovviamente no.

Per cui, abbiamo deciso oggi di utilizzare del materiale fotografico fattoci arrivare in mattinata. Di solito non andiamo su queste notizie perché, ormai, la gente è assuefatta a tutto, anche al rischio di malattie infettive.

Un comportamento modificato solo parzialmente dalla pandemia. Ma oggi è il 6 agosto, e oltre all’anniversario della morte di Domenico Modugno, è anche quello del lancio della prima bomba atomica su Hiroshima. Inoltre, la Chiesa Cattolica festeggia San Salvatore.

Ma chi “salverà” Caserta dal veleno materiale e da quello morale ad esso connesso?

Perché quel percolato che si intravede nella foto scattata ad un passo dalla Scuola di Polizia non sarà conseguenza del fall out nucleare, ma certo non fa bene alla salute, perché quando nei giorni scorsi la colonnina di mercurio ha superato i 40 gradi e quel pezzo di strada ha varcato quota 60 gradi, i veleni frutto del distillato di monnezza, perché questo poi tutto sommato è il percolato, sono diventati una sorta di villaggio turistico per topi, insetti pericolosi.

Ma non è che stamattina le cose siano cambiate, visto che i camion di Ecoca, continuano a caricare, con buona pace della raccolta differenziata continuano a caricare tutto insieme, e questo tal quale produce, alle temperature che dobbiamo fronteggiare, quel percolato che magari è già presente e che tracima dai cassetti quando questi si trovano ancora nei cassonetti.

Il camion va e lascia la sua scia, diceva un’altra canzone ugualmente molto importante rispetto a quello citata.

Dalla zona della scuola di Polizia ci trasferiamo in via Michelangelo, dove abitano la sporcizia e il degrado, e dove il personale Ecocar usa il cosiddetto “ragno” per sollevare i rifiuti, in questo caso scarti di cartongesso, e poi se ne va senza spazzare, perché i due fannulloni a bordo del mezzo restano a guardare e non si sognano neppure lontanamente di fare il loro dovere.

Ultimo quadretto della mattinata, via Falcone, precisamente di fronte al distributore Agip-Eni. Si tratta di un altro luogo simbolo, perché da anni avviene uno sversamento illegale di rifiuti ingombranti e perché il Comune di Caserta ha istituzionalizzato, tra le tante cose, tra le tante modalità con cui avvengono le aggiudicazioni di lavori o di incarichi, il fatto che l’area davanti a quel parco residenziale, ci sembra si chiami “Parco dei Fiori”, debba essere una discarica.

Le persone si sono abituate e, per l’appunto, da anni, portano lì di tutto e di più. I mezzi di Ecocar transitano sistematicamente per quel luogo e sistematicamente fanno finta di non vedere.

Ma a pensarci bene, non è neanche così. A vedere, infatti, vedono eccome, dato che si fermano a prelevare le buste, lasciando lì tutto il resto.

In tutti questi anni il Comune non ha avuto la minima capacità di far arrivare dei bidoni per eliminare questo sconcio a cielo aperto.

E questo è solo il bollettino della mattinata odierna.