IL FOCUS. CASERTA. Un’altra gara d’appalto “sospetta” della coppia Marino-Biondi. La strana amnesia di Ciccio Nasta, il Consorzio parmense e la ditta casertana asso pigliatutto

9 Marzo 2021 - 07:43

Stavolta, nascosta dentro ad un’altra ragione sociale, la It Energy si è aggiudicata la manutenzione dell’illuminazione della piazzetta Aldo Moro. IL SOCIO DI MAGGIORANZA COLPITO DAL SEQUESTRO DELLA SUA QUOTA FIRMATO DAL GIUDICE, OGGI NELLE MANI DEL NIPOTE DI PASQUALE GIULIANO, NOMINATO AMMINISTRATORE GIUDIZIARIO

CASERTA (g.g.) – Questo sarebbe l’ennesimo articolo che necessiterebbe di una lunga trattazione, per spiegare bene quale sia il livello di depravazione amministrativa che governa come norma non scritta, ma graniticamente vigente, tutto ciò che è veramente importante per chi ha in mano il pallino del comando. Quando abbiamo scritto più volte che questa città è governata da un consolato, formato dal sindaco Carlo Marino e dal “dirigente a tutto” Franco Biondi, abbiamo voluto proprio definire il perimetro stretto e inviolabile occupato da chi muove i fili dei grandi flussi di danaro legati agli appalti e ad altre forme di affidamento.

E invece dobbiamo sforzarci di essere più concisi, perché altrimenti si rischia di ridurre l’impatto divulgativo di notizie come questa.

Proviamo a schematizzare, dunque: conoscete la vita e le opere del personaggio da noi ribattezzato Ciccio Nasta Show, dove lo show riguarda l’assoluto monopolio di cui questo imprenditore ha beneficiato per anni e anni nella fornitura di service per gli eventi di maggiore portata, uno

fra tutti la visita del Papa e la sua messa celebrata all’ombra della Reggia? I nostri lettori più affezionati e di lunga militanza sicuramente sì. Nasta è stato una sorta di castigamatti. Ha partecipato a decine, anzi, centinaia di gare e ha ricevuto altrettanti affidamenti diretti. Il suo colpo grosso è stato sicuramente quello riguardante la gestione, remuneratissima per lui, sfigatissima per i casertani, della pubblica illuminazione, attraverso il connubio con Enel Sole.

Può una persona del genere incorrere in un errore banale, da vero e proprio principiante, come quello che formalmente compiuto nella recente gara che ha affidato i lavori di manutenzione per l’illuminazione pubblica di piazza Aldo Moro, prospiciente a corso Trieste?

Recita la determina numero 180 dell’8 febbraio scorso. Anzi, un attimo, che vi proponiamo prima in sintesi l’antefatto, riassumendovi che il bando di gara è stato pubblicato il 3 luglio e scaduto il giorno 28 dello stesso mese. A questo bando hanno risposto quattro imprese. Una di queste, la Nasta Impanti dell'”ottimo” Ciccio Nasta è stata ammessa. Altre due, il Consorzio Stabile Aurora e la Electra Service di Francesco Antonio Cioffi, sono state ammesse con riserva e la G.V. Service esclusa. Successivamente, il giorno dopo, il signor Biondi avrebbe verificato la documentazione e ha ammesso -perché così scrive nella sua determina – il Consorzio Aurora, escludendo Electra Service.

Questo il sunto, ora il passaggio letterale di questa storia, che si risolve nell’apparente duello tra Nasta e quelli del Consorzio Aurora, che ha la sua sede in quel di Parma, storica “depandance” di Casal Di Principe e Casapesenna, essendo anche la città dove si è maritato Pasquale Zagaria, fratello del superboss Michele. 

Per quanto riguarda l’offerta tecnica, il Consorzio Stabile Aurora riportava punti 78,57, superato di poco dalla Nasta Impianti con 80 punti netti. All’apertura delle offerte economiche – continua la determina firmata da Biondi – il Consorzio Aurora offriva il prezzo netto di 83.219,22, con costo della manodopera quantificato in € 12.955,88. Contro un ribasso sul costo dei lavori di Basta di 81.503,36. Il quale però, sul più bello, ad un passo dall’aggiudicazione, muovendosi come un pivello, ha dimenticato di presentare il costo della manodopera, in modo che questo confrontato al ribasso e al costo della manodopera messo nero su bianco da Aurora, presentasse il punteggio della parte specifica relativa all’offerta economica nella procedura di appalto denominata “offerta economica più vantaggiosa”. L’inflessibile Franco Biondi ha escluso ipso facto il Nasta, che in passato aveva gratificato, e in questa corsa ad eliminazione, il Consorzio Aurora non ha vinto in quanto ha presentato il combinato tra offerta tecnica ed economica migliore, più conveniente, più vantaggioso per il cittadino-contribuente casertano, bensì per l’applicazione della storica tecnica degli Orazi e dei Curiazi, cioè attraverso l’abbattimento fisico dei suoi nemici.

Orazi e Curiazi sì, ma fino ad un certo punto. perché bisogna capire chi è veramente ispirato nella battaglia e chi, invece, come lo juventino Cuadrado, si è buttato a terra volontariamente, simulando un fallo. Però, okay, vince Consorzio Aurora. Una roba del nord che ha partecipato a Caserta avendo consultato l’albo delle gare. Seh, seh, te lo sogni…

Il Consorzio Stabile Aurora è un autentico caravanserraglio di sigle e di imprese con sedi sparse in tutto lo stivale, ma con una salda governance casertana, almeno per quanto riguarda le gare che si fanno qui da noi. Ben sedici ragioni sociali. Un vero coacervo che sembra avere più l’obiettivo di tenere al coperto determinate imprese calabresi, campane e siciliane, che costituir una forza comune per rendere le offerte delle varie gare più forti, più qualificate, comunque genuine.

Si notano, tra gli altri, alcuni marchi molto in voga dalle nostre parti ultimamente: la Tommaso Verazzo Costruzioni e Prefabbricati, con sede a Sant’Angelo in Formis, oggi amministrata da Giovanni Verazzo. Si tratta di parenti di Francesco e Giuseppe Verazzo, recentemente arrestati per collusioni dirette con capicamorra e indagati per associazione esterna, ai sensi dell’articolo 416 bis. Due cugini trapiantati anche loro a Capua da una vita, ma con salde origine biologiche (e in parte operative) in quel di Casal Di Principe. Il secondo nome è quello della It Energy che, parafrasando l’antica pubblicità della Scavolini, è quantomeno una delle più amate da Franco Biondi, così come dimostra il recentissimo affidamento diretto, ricevuto dal comune di Caserta, con il solito giochino dei 39.500 euro, sempre nel settore dell’illuminazione pubblica, stavolta al Rione Vanvitelli, con giusta, anzi, giustissima, sacrosanta determina a firma di SuperBiondi (LEGGI QUI L’ARTICOLO)

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It Energy è finita nella testa e nel cuore del sindaco di Caserta Carlo Marino e dell’altro console della città. Qualche mese fa, infatti, nel settembre 2020, il settore Risorse Umane che, come il Suap, con l’Ufficio Tecnico, come la Ripartizione delle Finanze, come l’Edilizia Scolastica, come i Rifiuti e l’ecologia, è nelle mani del necessariamente ipercitato Franco Biondi, con un atto di liquidazione si è vista riconoscere la rispettabilissima somma di 63 mila euro per dei Adeguamento del sistema multimediale (udite udite, anzi leggete leggete) facente parte del percorso museale e rifunzionalizzazione dell’impianto di videosorveglianza di San Leucio. 

Siamo, ultima gara compresa, a circa 180 mila euro.

Leggendo bene le note della visura storica di It Energy, si capisce anche bene per quale nobile motivo si tratti di un’impresa finita nella testa e nel cuore del consolato Marino-Biondi. Partiamo dagli elementi fondamentali. L’amministratore unico è il signor Vincenzo Pratillo, geometra, nato a Caserta 51 anni fa e residente nella città capoluogo, nel perimetro della frazione di Falciano. Soci della It Energy sono Vincenzo Stadio, 52enne di Napoli, residente ai Colli Aminei e titolare del 95% delle quote, e Giuseppa Palma,  sua volta 52enne, ma in questo caso residente in via Amendola a Caserta. Capitale sociale versato: 100 mila euro.

E ora apriamo il recinto delle notazioni, che per Marino e Biondi è un pedigree sufficiente per rendere la società un’affidataria diretta dentro ad procedimento monocratico per lavori da 39.500 euro: “In esecuzione del provvedimento del 18.02.2019 […] è stata sottoposta – così scritto testualmente in visura – a sequestro preventivo la quota del capitale sociale della società It Energy intestata a Stadio Giovanni, così come individuata dalla Guardia di Finanza di Napoli“. Siccome, il capitale sociale è di 100 mila euro, la parte sequestrata è pari a 95 mila. Ma non finisce mica qui: “Con decreto del 24/07/2019 – così è scritto nella visura di cui stralcio troverete in calce all’articolo – il Gip del tribunale di Napoli ha nominato come amministratore dei beni in sequestro dal 18/02/2019 il dott. Corbello Francesco, con studio in Aversa“. Corbello, che aggiungiamo noi per la cronaca, nipote dell’ex sottosegretario, ex senatore, ex coordinatore provinciale di Forza Italia, nonché magistrato in pensione, Pasquale Giuliano.

Della serie, se non lo fanno strano non ci piace.

LA LIQUIDAZIONE PER SAN LEUCIO

LA GARA DELLE LUCI DI PIAZZA ALDO MORO