CASERTA. Ricatti a noto imprenditore. Condanna confermata dalla Cassazione per quattro

12 Febbraio 2021 - 17:58

CASERTA – In data 24 gennaio 2013, il sig. R. P., noto imprenditore di Caserta, veniva prelevato di peso dai
sigg.ri G.A, di Salerno, L. C., di Lagonegro, A.D., di Cosenza, e P. A., anch’egli di Cosenza, e
sotto la minaccia di una pistola, costretto a salire in macchina con loro per recarsi da Cassino in una
cittadina del centro Italia, dove prestava servizio come medico, peraltro molto noto, il fratello, R.F.
Scopo della trasferta sotto minaccia era di costringere il medico a versare ai quattro la somma di
euro 200.000,00, perché risultante da un debito contratto dal
padre dei due, anch’egli noto imprenditore di Caserta,
deceduto, e da R.P..
Il medico, avendo avuto sentore di quello che stava
accadendo, informava immediatamente i Carabinieri del posto,
i quali, con una scusa, si fecero trovare all’interno dell’ambulatorio dove il medico stava facendo
visita e dove sarebbero, poi, giunti il fratello e gli altri quattro. Nell’ambulatorio, il medico venne
minacciato e costretto a rimanervi dentro contro la sua volontà.
Dopo le minacce, il medico sporgeva denuncia e nei confronti dei quattro il GIP presso il Tribunale
di Cassino emetteva un’ordinanza cautelare.
A seguito di tanto, e per le emergenze in atti, gli imputati chiesero di essere giudicati con le forme
del rito abbreviato ed il GIP, a conclusione di esso, in data 23 ottobre 2014, emise una sentenza di
condanna, per ciascuno di loro, alla pena di anni due e mesi due di reclusione, oltre al pagamento
delle spese alle parti civili, R.F. e R.P..
Gli imputati proponevano appello contro la detta sentenza, che la Corte di Appello di Roma, in data
19 febbraio 2019, invece, confermava.
Anche a fronte di tale provvedimento, i quattro proponevano ricorso per cassazione.
La Corte di Cassazione, infine, con sentenza del 9 febbraio 2021 ha dichiarato inammissibili i
ricorsi proposti, condannando gli imputati alle ulteriori spese sostenute dalle parti civili.

Si è così conclusa un’annosa ed anche complessa vicenda giudiziaria, che ha visto pienamente
accolte le tese delle parti civili, che sono state difese dall’avv. Mario CORSIERO.
Il collegio difensivo era composto dagli avv. FERRARI di Cosenza, CITERA di Salerno,
BONGIORNO di Roma e MALDONATO di Sapri.