CASERTA Stop a brindisi e aperitivi, monta la protesta dei gestori del centro storico: “Noi a incasso zero e per le altre attività nessuna limitazione”

31 Dicembre 2021 - 12:01

Il vice presidente del Comitato centro storico di Caserta, Giuseppe Serao: “Sulla base di quali parametri Marino e Casale considerano più sicuro il servizio interno ai tavoli e non quello all’esterno… quali indennizzi per noi?”

 

 

CASERTA Da circa un’ora, e fino alle 5 di domani, i gestori dei bar del capoluogo non possono più somministrare bevande e alimenti al banco e ai tavoli, nelle aree esterne sia  pubbliche che private, mentre è loro  consentito, esclusivamente, il servizio ai tavoli all’interno dei locali, nel rispetto delle norme vigenti in materia di Covid-19. E’ quanto disposto da Carlo Marino con ordinanza n. 94 ed è proprio su quest’ordinanza che i negozianti del Comitato centro storico di Caserta – Sto chiedono chiarimenti.

In una nota inoltrata al sindaco della città ed al suo vice, Emiliano Casale, assessore alle Attività produttive, il vice presidente di Sto, Giuseppe Serao, scrive: “Premesso che “Sto-commercianti del centro storico” è costituito da quaranta attività commerciali, di cui il 95% sono strutture che non superano i 35 m², attività a cui è stata concessa regolare licenza da parte degli organi competenti, ma che negli ultimi due anni sono state oggetto di una serie di ordinanze, comunali e regionali, tese esclusivamente a limitarne l’operatività e, di conseguenza, il fatturato. Chiediamo nell’immediato risposte in merito a quanto segue: sulla base di quali parametri si considera più sicuro il servizio all’interno dei locali piuttosto che all’esterno, considerato che le indicazioni nazionali predispongono l’esatto contrario e che tutti noi abbiamo la possibilità di effettuare controlli sui green pass, e quindi di stabilire chi dei nostri clienti può usufruire del servizio, all’interno, al bancone o all’esterno, rispettando tutte le regole comportamentali previste (distanziamento e mascherina). Sulla base di quali parametri si ritiene di adottare limitazioni per il nostro settore, considerato di svago e intrattenimento, mentre è consentito ad altre attività affini lo svolgimento regolare del proprio lavoro (negozi di vendita di beni che non rientrano nella prima necessità, centri commerciali, trenino per bambini in piazza Dante, pista di pattinaggio sul ghiaccio in piazza Ruggiero etc…). Quali sono le forme di indennizzo previste per le attività colpite dall’ordinanza, riguardo alla perdita di forniture effettuate in previsione delle festività e al mancato incasso per l’impossibilità di lavorare regolarmente”. Chissà se Marino e Casale risponderanno mai a queste domande…