Processo ai fratelli Cesaro. L’ingegnere testimone: “Notai subito le incongruenze nei lavori per quell’area Pip”

19 Settembre 2018 - 17:10

AVERSA (ti.pa.) – E’ durato quasi tre ore, ieri mattina, l’interrogatorio del teste, l’architetto Celotto, al tribunale Napoli Nord-Aversa. I Pm Mariella Di Mauro e Giuseppe Visone, dinanzi al presidente Chiaromonte, agli imputati Aniello e Raffaele Cesaro, e Paolo Trofino, Vincenzo Maiello e Maria Lampitella avvocati difensori, hanno effettuato, nel loro esame del testimone, una serie di domande tecniche sul conto dei due fratelli, collegati in videoconferenza dal carcere di Terni, che, per coincidenza, è lo stesso in cui è rimasto recluso per tantissimo tempo, dopo la vicenda della corruzione dell’agente di polizia penitenziaria del carcere di Secondigliano, anche Nicola Cosentino.

E in videoconferenza, proprio dall’appena citato carcere di Secondigliano, invece, è comparso in udienza l’imprenditore maranese Antonio Di Guida. In aula era presente anche l’ingegnere Oliviero Giannella, altro imputato nel processo che si tiene presso la seconda sezione, collegio B del tribunale aversano.

Non ci furono pressioni – ha detto Celotto – da parte dei Cesaro e neppure di natura politica, però avevo notato ed ho subito segnalato delle incongruenze nell’ambito della realizzazione dei lavori Pip a Marano“.

La prossima udienza è fissata per il due ottobre, durante la quale verranno ascoltati i due imprenditori di Sant’Antimo, alla sbarra in questo processo