COVID. Gli studenti dell’Ipssart di TEANO invocano la Dad: “Chiediamo il rinvio dell’apertura delle superiori”

9 Gennaio 2022 - 16:50

TEANO (Pietro De Biasio) Il rischio di contagi è troppo alto. Per questo motivo, gli studenti dell’Ipssart di Teano chiedono di rinviare l’apertura e invocano la didattica a distanza. L’ordinanza della Regione Campania prevede fino al 29 gennaio “la sospensione delle attività in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e dell’attività scolastica e didattica in presenza della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado”. Ma gli studenti dell’alberghiero sidicino vorrebbero la chiusura anche delle scuole superiori perché è “da irresponsabili aprire i cancelli senza un criterio logico e senza un minimo ragionamento di fondo”. “Come al solito, racconta a CasertaCe Bryan Mirra, rappresentante d’istituto, invece di assumersi le proprie responsabilità e prendere di conseguenza le giuste decisioni, si è scelto di delegare la “patata bollente” delle riaperture degli istituti ai comuni”. Gli studenti hanno spiegato tramite il loro rappresentante di “essere stanchi, delusi e amareggiati in attesa di chiarimenti da quella “Armata Brancaleone” che si fa chiamare Governo”. In calce riportiamo integralmente la nota degli studenti dell’Ipssart con la quale fanno un accorato appello a chiudere le scuole superiori e dunque stabilire la Dad.

La colpa è della scuola! O forse no?!

Come al solito invece di assumersi le proprie responsabilità e prendere di conseguenza le giuste decisioni, si è scelto di delegare la “patata bollente” delle riaperture degli istituti ai comuni. Un governo che conosce questo virus e i criteri di diffusione, già da due anni, non può scegliere sempre le mezze

misure di fatto, non decidendo nulla. Non posso essere sempre gli studenti a rimetterci, non possiamo essere sempre noi la valvola di sfogo del più totale caos politico. Le chiusure ormai con le conoscenze e con le capacità che abbiamo acquisito in questi anni, non sono più contemplabili è vero, ma è da irresponsabili aprire i cancelli senza un criterio logico e senza un minimo ragionamento di fondo. Si è scelto semplicemente di non scegliere, mandando in tilt tante amministrazioni locali, infatti, sindaci e commissari prefettizi stanno già muovendosi in ordine sparso creando ancora più confusione. Per non parlare delle difficoltà delle asl e della medicina territoriale che non riescono a stare al passo con la difficile situazione epidemiologica. Il problema non è chiudere o aprire, ma è bensì un altro: come vogliamo combattere questo virus? Perché qui si parla di combattere e non di non rincorrere! Non si potrebbero tenere aperti gli istituti scolastici e potenziare invece gli scarsi mezzi di trasposto? Non si potrebbe pensare di fare test rapidi settimanali o quindicinali a tutta la comunità scolastica (vaccinati e non)? Non si potrebbe per un breve periodo di tempo tornare alla didattica mista? Beh sono solo osservazioni. Ma poi, non che ci faccia piacere essere definiti polli, ma il problema delle classi pollaio è scomparso? Comunque la si voglia mettere sarebbe tempo ormai di prendere delle decisioni chiare, raziocinanti e inequivocabili. Si diceva che sarebbe andato tutto bene, ma sinceramente ci sembra di aver fatto passi indietro. Siamo stanchi, delusi e amareggiati. In attesa di chiarimenti da quella “Armata brancaleone” che si fa chiamare Governo!