Per i delitti De Chiara e Bamundo chiesti 30 anni per i killer Nunzio Clarelli e Claudio Giuseppe Virgilio
7 Gennaio 2019 - 18:03
CASAL DI PRINCIPE (tina palomba) – Questa mattina in Corte di Assise di Appello, il procuratore generale ha richiesto due pesanti condanne per il delitto di Gennaro De Chiara detto O’ Peccatore ordinato, secondo la ricostruzione dei pentiti, da Antonio Iovine, e quello di Antonio Bamundo, deciso dal boss Michele Zagaria.
Il Pg ha chiesto 30 anni per Nunzio Clarelli (difeso da Alfonso Quarto) imputato del secondo delitto e l’ergastolo per Claudio Giuseppe Virgilio (difeso da Angelo Raucci) accusato di entrambi i delitti. Ricordiamo che l’uccisione di De Chiara, originario di Frignano, è stata ricostruita dal collaboratore di giustizia Bruno Lanza, condannato per questo omicidio a 18 anni. Inizialmente fu condannato il fratello del collaboratore di giustizia, Benito Lanza, che poi è stato assolto.
O’ Peccatore fu ucciso perché dava fastidio sul territorio controllato da O’Ninno Iovine. E’ stato, infatti, accertato che Bruno Lanza, unitamente a Virgilio, su disposizione di Iovine, eseguì l’omicidio di De Chiara il 20 febbraio del 2000, nei pressi di un bar lungo via della Libertà, la vittima, appartenente ad altra fazione del clan dei casalesi, fu punita per aver rivolto esplicite minacce di morte a Bruno Lanza a seguito di un litigio determinato da ragioni di controllo e di gestione delle attività estorsive nel comune di Frignano.
Virgilio, invece, su disposizione di Enrico Martinelli e Michele Zagaria, si rese responsabile, nel maggio dello stesso anno, dell’omicidio di Antonio Bamundo, eseguito in un distributore di carburante in San Marcellino. La vittima, appartenente alla fazione del clan dei casalesi capeggiata da Zagaria, venne ucciso poiché ritenuto la gola profonda che aveva fornito indicazioni utili alla cattura di Michele Zagari, all’epoca latitante. La sentenza è prevista per fine mese.