EMERGENZA CELLULARI IN CARCERI. Nuovo caso in poche ore: agenti della penitenziaria trovano smartphone sotto carica a un detenuto

23 Maggio 2023 - 12:18

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Non pare arrestarsi il fenomeno dei cellulari e microcellulari nascosti dai detenuti nelle celle degli istituti penitenziari.

Dopo il caso di Carinola, un ulteriore rinvenimento è avvenuto nelle score ore all’interno di una cella del reparto Volturno del carcere Uccella di Santa Maria Capua Vetere.

Agenti della polizia penitenziaria hanno infatti rinvenuto uno smartphone nelle disponibilità di un detenuto, nascosto, ma, al momento della scoperta, tenuto sotto carica.

Anche sabato avevamo dedicato due articoli a questi rinvenimenti (c’era anche della droga nei blitz raccontati).

La legge dell’ottobre 2020 prevede pene da 1 a 4 anni per chi introduce o detiene telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione all’interno di un istituto penitenziario. 

Un reato ‘ad hoc’ per vietare e sanzionare l’introduzione di telefonini all’interno degli istituti penitenziari.

Dando per scontato la consegna dei dispositivi elettronici da parte di chi va a compiere le visite ai detenuti, la presenza di cellulari all’interno delle celle, se da un lato può essere vista come un’inezia, ragionando sulla libertà di una persona di svagarsi utilizzando le moderne tecnologie, non si può non sottolineare che, soprattutto per i carcerati di primo rango, quelli, ad esempio, legati a gruppi criminali, il

cellulare è un ottimo modo per restare in contatto con la propria organizzazione, rendendo di fatto vano l’arresto e la reclusione.

Un modo che, inoltre, può utilizzare anche un detenuto finito dietro le sbarre per reati di persecuzione contro un’altra persona che, quindi, avrebbe la possibilità di continuare a compiere tale reato nonostante si trovi in cella.