ESCLUSIVA. ORE 14.20. CHE BOTTO. La Corte dei conti sequestra beni e denaro per 4 MILIONI DI EURO ad una dirigente casertana della sanità pubblica
28 Luglio 2022 - 14:25
Si tratta di un’indagine parallela a quella che ha portato, negli anni scorsi, la procura della Repubblica del diritto penale ad occuparsi molto dettagliatamente di lei e del suo compagno imprenditore
SANTA MARIA CAPUA VETERE – In principio fu la famosa indagine, famosa solo per i nostri lettori ovviamente, sugli appalti, naturalmente truccati, riguardanti gli acquisti per gli apparecchi di laparoscopia da parte dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Un ramo di quell’indagine fu focalizzato dalla procura di Napoli. Ora, non ricordiamo bene se tutta l’inchiesta, anche nella parte riguardante le vendite delle apparecchiature al civile di Caserta, era svolta dalla citata procura napoletana o se questa fu compulsata da una trasmissione degli atti.
Comunque, al di là di ciò, da quel lavoro della magistratura sortirono le figure di un’alta dirigente dell’ASL Napoli Uno Centro e del suo compagno e convivente.
Continuammo a seguire l’inchiesta in quanto la dirigente era una professionista di Santa Maria Capua Vetere e in grado di raggiungere il rango di direttore dell’Unità operativa complessa Acquisizione Beni e Servizi, in pratica il provveditorato, dell’azienda sanitaria più grande d’Europa.
Il 16 febbraio 2019 pubblicammo al riguardo (CLICCA PER LEGGERE) un articolo in cui descrivevamo i contenuti dell’indagine focalizzata su Loredana Di Vico, questi il nome e il cognome della dirigente della Asl Napoli 1, nata e riteniamo anche residente a Santa Maria Capua Vetere.
La Di Vico era rimasta raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nel novembre 2018 insieme ad altre 5 persone, tra le quali c’era anche il suo compagno, l’imprenditore Vincenzo Dell’Accio.
Da allora sono trascorsi più di tre anni e mezzo e noi, in tutta franchezza, non abbiamo più seguito il caso, non sappiamo se a quei sei arresti cautelari abbia poi seguito un verdetto, una sentenza di condanna oppure di assoluzione. Le tracce le abbiamo perse proprio a partire da quell’articolo del 2019 appena citato, in cui davamo notizia della richiesta di rinvio a giudizio, dunque della trasformazione dello status di indagati a quello di imputati, dei già citati Di Vico e Dell’Accio, a cui erano aggiunti altri 4 soggetti, cioè coloro arrestati, anzi, co-arrestati nel 2018.
Stamattina, il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza ha effettuato, su ordine della Procura regionale della Corte dei conti, un provvedimento di sequestro conservativo su beni immobili e disponibilità finanziarie per circa quattro milioni di euro nei a carico della dirigente dell’Asl Napoli 1 Centro. Ciò non vuol dire che questa sia stata condannata da un tribunale. Magari lo è anche stata, ma la cosa non ha connessione con un procedimento, quello della magistratura contabile che viaggia in maniera autonoma rispetto a quello delle procure penali.
In sostanza, la procura della Corte dei conti ritiene che nella sua indagine esistano i requisiti per un sequestro di beni di una somma speculare a quella che la Di Vico avrebbe fatto perdere all’amministrazione dello Stato, in questo caso al Servizio Sanitario Nazionale, attraverso la Regione Campania e l’ASL NA1.
La Di Vico è accusata di aver irregolarmente favorito l’aggiudicazione di gare d’appalto per l’approvvigionamento e l’acquisto di materiale sanitario, a favore delle aziende del compagno dell’epoca, pagate anche oltre il 200% del valore di mercato.