Finti accordi con il consorzio “re degli appalti pubblici” colpito da interdittiva antimafia. Coinvolto anche giovane imprenditore casertano
13 Novembre 2024 - 13:35
SAN CIPRIANO D’AVERSA – È stata archiviata la posizione di P.G., imprenditore 29enne di San Cipriano, indagato per appalti truccati in un’inchiesta che ha visto al centro il Consorzio stabile EBG, legale rappresentante Nicola Messina, colpito da interdittiva antimafia ma che continuava a sottoscrivere avvilimenti in maniera fittizia con società consorziate.
Precisamente, il Nucleo speciale dell’anticorruzione della guardia di finanza di Roma ha segnalato l’esistenza di interdittiva antimafia emessa a carico del consorzio e ha constatato che dal 2019 al 2021 lo stesso consorzio è risultato operante in 120 appalti pubblici.
Per tutti questi appaltati EBG avrebbe predisposto lo stesso generico contratto di avvalimento con le società che partecipavano sotto il cappello del consorzio alle gare pubbliche. Ma per la procura di Treviso si trattava di un falso, in quanto il consorzio non avrebbe mai effettivamente messo a disposizione le risorse necessarie e mezzi prestati alla società affiliata, violando così l’articolo 89 del decreto legislativo del 18 aprile 2016, il codice degli appalti.
Peraltro dall’analisi della documentazione pervenuta alle stazioni appaltanti e di quelle acquisite dal consorzio in sede di controllo è emerso che lo stesso ha emesso fatture alle ausiliarie quasi esclusivamente per ottenere il pagamento della quota per l’aggiudicazione dell’appalto e mai per il prestito effettivo di personale e di mezzi, ovvero l’avvalimento.
Tra i beneficiari degli avvalimenti c’era la G.P., che aveva vinto lavori presso l’amministrazione provinciale di Vibo Valentia per un importo di 240 mila euro. Ed è proprio la procura calabrese ad aver indagato sull’imprenditore di Terra di Lavoro.
Gli avvocati del 29enne, Aniello Garofalo e Giuseppe Stelato, hanno al gip una memoria difensiva con l’obiettivo di mostrare mancanza di dolo di G.P., attribuendo, quindi, le responsabilità soltanto in capo a Messina.
Il giudice ha accolto la tesi dei legali ed è stata disposta l’archiviazione per l’imprenditore