Giorgio Magliocca alle Europee per portar borracce a Giggino la polpetta e ad Armandone, che lo in funzione anti-Martusciello

20 Marzo 2019 - 13:10

CASERTA(g.g.) Siamo già al secondo articolo di politica nell’arco di sole 3 ore e ci dobbiamo calmare, perchè stiamo decisamente esagerando, perchè siamo andati già oltre quello che ci siamo prefissati di produrre per evitare il rigetto, la nausea che ci assale quando andiamo in una overdose che si collega ai troppi, veramente troppi lavori che abbiamo dedicato alla materia politica in questa provincia, ricavando immancabilmente, alla fine di ogni articolo, la convinzione che in realtà di politica non avevamo scritto, ma sempre e comunque di ricotta. Però, la notiziola che ci apprestiamo a scrivere, ci dà soddisfazione perchè fornisce riscontro ad un articolo da noi scritto all’inizio dello scorso autunno e che dava per certa la candidatura del presidente della provincia Giorgio Magliocca alle prossime elezioni europee del 26 maggio.

Il mio amico Fulvio Martusciello mi diceva, con la sua scansione vocale simpaticamente assimilabile a quella di un cartoon di Walt Disney: “Sta con come, sta con me, sta con me…“. No, non sta con te, Fulvio. In verità, l’ottimo Giorgio non sta con nessuno. Sta con se stesso e con il suo smisurato ego, che, però, se fa sorridere a chi della politica non interessa un piffero, rappresenta un’arma importante, fondamentale che gli permette di ottenere anche obiettivi difficili, com’è successo alle elezioni provinciali, svoltesi circa un anno e mezzo fa, e nelle quali partiva largamente sfavorito.

Giorgio Magliocca alle elezioni europee si candiderà, rendendosi pienamente funzionale alla necessità, che è vera e propria questione di sopravvivenza politica, della famiglia Cesaro la quale, beninteso, non è proprio l’optimum in termini di immagine. I due fratelli di Giggino ‘a purpetta, i quali sono anche zii di Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia alla Regione nonchè coordinatore regionale di fatto, (De Siano è sempre stato solo una controfigura), sono usciti dal carcere dopo più di un anno e mezzo di reclusione dura, ma sono costretti comunque all’esilio, con divieto di dimora in Campania, per effetto del quale, uno risiede a Roma e l’altro a Roccaraso.

Nonostante questo, la famiglia Cesaro continua a comandare quel poco che è rimasto, quel brandello sopravvissuto di Forza Italia. E questo la dice già lunga di per se, sulla totale impresentabilità di questo movimento, nato il 26 gennaio 94, con il famoso discorso televisivo che Silvio Berlusconi tenne davanti ad una libreria finta e che fu registrato nella sua villa di Macherio.

Giorgio Magliocca, dunque, sceglie, perchè ritiene che le sue ambizioni siano ben riposte in un futuro che secondo lui sarà ancora scritto dai Cesaro e da Carlo Sarro, di stare con la famiglia di Sant’Antimo. Scommette su di loro, insomma, e sulla loro sopravvivenza. Per cui, accetta il ruolo di gregario che lavora e porta la borraccia a “capitan Armandone”, il quale, non potendosi candidare lui, in considerazione anche del fatto che, oltre ai guai degli zii, ci sono i suoi e di suo padre, loro due entrambi imputati in un processo per voto di scambio alle Regionali 2015 davanti al tribunale di Aversa-Napoli nord, coltiva l’unico obiettivo praticabile, per il momento, far fuori Fulvio Martusciello.

Quest’ultimo, che ha un fortissimo rapporto con Antonio Tajani, assumerebbe, in caso di rielezione al Parlamento Europeo, un ruolo centrale, scalzando di fatto i Cesaro e diventando un fattore determinante, in vista delle prossime elezioni regionali fissate per il 2020.

Ovviamente, Giorgio Magliocca, sposando i Cesaro e mettendosi al loro servizio, come terza scelta, dopo i dinieghi, raccontati da questo giornale, che Cosimo Sibilia e ultimamente Stefano Caldoro, hanno opposto alla famiglia santantimese, si assume la responsabilità di condividere, anche agli occhi di CasertaCe, la vita, le opere, il modo di far politica ed imprenditoria della Cesaro’s dinasty.