Giuseppina Nappa, il “lievito madre” e la vacanza al villaggio Valtour di Capo Rizzuto pagata da Nicola Schiavone senior, che non la impressionò: “Aveva paura. Mio marito in carcere mi disse, se impazzisco zio Nicola è il primo che mi “canto”

13 Giugno 2022 - 13:19

Un altro importantissimo stralcio della recente ordinanza frutto dell’indagine svolta dai magistrati della Dda di Napoli, insieme ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta. E’ ancora la moglie di Sandokan a raccontare e a raccontarsi. E siccome non si tratta di una persona banale, gli appassionati del genere potranno trovare spunti che da anni non si ravvisavano nelle dichiarazioni dei pentiti. La donna ritorna a parlare delle buste per i regali di matrimonio. L’imprenditore che si divideva tra Posillipo e Roma fu presente nel 2008, all’hotel Raito di Vietri sul Mare a quello di Carmine, dove furono identitifcati decine e decine di affiliati al clan dei casalesi

 

CASAL DI PRINCIPE(Gianluigi Guarino) Tecnicamente la Dda è stata rigorosamente attenta ad acquisire il riscontro che la persona di cui Giuseppina Nappa parlava con il marito Francesco Schiavone Sandokan, durante i colloqui in carcere, si identificasse proprio in Nicola Schiavone senior, nato nel 1954 e da qualche settimana arrestato ai domiciliari nell’ambito dell’indagine, ancora in corso, la quale ha prodotto un’ordinanza di ben 1000 pagine e l’emissione di 36 ordinanze tra custodia cautelare e altre forme di limitazione meno afflittiva della libertà personale, a cui vanno aggiunti altre 30 iscrizioni a piede libero nel registro degli indagati (CLIKKA E LEGGI PER RICORDARE TUTTI I NOMI).

Quando discuteva con il marito, l’appellativo tuilizzato da quest’ultimo, era quello di “zio Nicola”. Ora, è chiaro che per noi giornalisti, in funzione di quelli che sono gli obiettivi del lavoro che svolgiamo, quel 99% che di primo acchitto rappresenta la cifra delle probabilità che l’appellativo “zio Nicola” coincida con l’identità di Nicola Schiavone senior, può essere sufficiente per collocare il principale indagato di questa ordinanza nei racconti che coinvolgono anche zio Nicola.

Diversamente, la formulazione di un capo d’accusa, ma, soprattutto la dimostrazione, nel corso di un processo, dello stesso, necessita di un approdo ad una certezza che solo il 100% può garantire.

Ebbene, dalle dichiarazioni, raccolte direttamente da Giuseppina Nappa nell’interrogatorio del 19 dicembre 2018, avvenuto dunque pochi mesi dopo l’ufficializzazione del pentimento del figlio Nicola junior (luglio 2018), si possono logicamente collegare i riferimenti che la Nappa formula al linguaggio usato dal marito per parlare dell’imprenditore, proprio alla figura di Nicola Schiavone senior 54.

Dichiara, precisamente, Giuseppina Nappa: “E’ certo che lui si riferisca (il marito Francesco Schiavone Sandokan, n.d.d.) a Schiavone Nicola cl 54 e ad una richiesta di aiuto economico a questi  formulata. Ciò dico perchè non solo è l’unico zio Nicola cosí appellato dalla nostra famiglia, sia perchè i riferimenti personali, in esso contenuti e tra eddi quello relativo al decesso del cognato e ad lavoro della figlia presso l’aeroporto di Napoli, sono inequivocabili”.

Questo per quanto riguarda l’identificazione dello “zio Nicola” di cui parlava Sandokan nei colloqui con la moglie, peraltro registrati, come capita per tutti quelli riguardanti i detenuti ristretti al 41 bis.

Per la Dda è importante utilizzare le parole che direttamente il capo dei capi esprime alla moglie, che ora le riferisce, sul suo rapporto con questa persona su cui tanto ha puntato, già a partire dagli ultimi anni 80.

Giuseppina Nappa è una donna intelligente. Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo anche in occasione di questo articolo. Lo dimostra anche quando sviluppa un ragionamento tutt’altro che schematico, tutt’altro che superficiale nel quale ricorre ad una metafora indubbiamente suggestiva: parlando di una settimana di vacanze, offertale da Nicola Schiavone senior e da sua moglie Teresa Maisto e trascorsa in un villaggio Valtour, a Isola Capo Rizzuto in Calabria, anche in presenza di tre figli della Nappa, cioè Emanuele, Chiara e Angela Schiavone, la Nappa non si fa condizionare emotivamente più di tanto, dimostrando di essere stata indubbiamente una donna di potere.

Secondo lei, infatti, se Nicola Schiavone senior e la moglie, ma lo stesso discorso poteva essere esteso al fratello Vincenzo Schiavone e alla sua consorte Tiziana, per quanto riguarda i rapporti tra questi ultimi e Nicoletta Coppola, moglie di Walter Schiavone Scarface, ciò era dovuto solo in parte ad una riconoscenza che comunque c’era e si manifestava in quel modo, nei confronti di Francesco e Walter Schiavone, ma soprattutto, ed ecco la metafora suggestiva, utilizzata dalla moglie del boss, al fatto “che il lievito madre, praparato da mio marito” era alla base di tutte le fortune dei fratelli Nicola e Vincenzo Schiavone e al loro approdo allo status di veri e proprio milionari che conducevano fra Roma e Posillipo una vita agiatissima, da stra-ricchi, così come notò con rabbia Nicoletta Coppola moglie di Walter, che, di ritorno da un breve soggiorno romano nel sontuoso appartamento di Vincenzo Schiavone e di sua moglie Tiziana con tanto di maggiordomi in livrea, ne parlò a Giuseppina Nappa.

Per cui, aggiunge Giuseppina Nappa, Nicola Schiavone e suo fratello Vincenzo “avevano paura che noi potessimo riferire a mio marito di un atteggiamento non solidale e che questo potese poi causare, in caso di un suo pentimento, grossi guai per entrambi“.

Il pentimento di Francesco Schiavone sandokan, un fatto che ancora oggi, appare fantascientifico. La Nappa però dice che quando il marito era spazientito, aveva sbottato, in qualche colloquio tenuto nel carcere milanese di Opera, in questo modo: “Se impazzisco, Nicola sarebbe una delle prime persone di cui potrei parlare”.

Quello che avevamo capito noi prima dell’emissione dell’ordinanza, quando seguivamo a lontano l’indagine, è che Giuseppina Nappa manifestasse una sorta di livore nei confronti dei fratelli Nicola e Vincenzo Schiavone. Una sorta di invidia che si risolveva nel rinfracciare loro tutto ciò che il marito aveva fatto in modo che gli capitasse di buono e soprattutto di altamente remunerativo.

In realtà, dopo aver letto parte delle sue dichiarazioni, possiamo affermare, per quello che è il nostro punto di vista maturato, che la posizione di Giuseppina Nappa è più articolata. La donna, ci sembra effettivamente libera da ogni pregiudizio quando parla al cospetto dei magistrati della Dda, cercando di ricostruire i fatti e soprattutto la sua valutazione sugli stessi, con un certo equilibrio oggettivo.

Nel racconto di Giuseppina Nappa c’è una linea guida rappresentata dalimatrimonio  dei figli, a partire da quello di Angela. Qui, in controluce, ma fino ad un certo punto, emergono i motivi principali che hanno determinato gli screzi tra la Nappa e il marito Francesco Schiavone sandokan, di cui molto si è parlato negli ultimi anni. “(…) Mi sarei molto arrabbiata per l’atteggiamento del padre che mira ad esporre inutilmente la figlia.” In poche parole, Giuseppina Nappa che sa bene quale siano state le scelte dei figli maschi a partire da quelli di Nicola, di Carmine, di Walter junior, di Emanuele e in parte anche di Ivanhoe, mira a salvaguardare la prospettiva di una vita normale da parte delle sue figlie femmine. Quando dunque, nei colloqui carcerari, queste vengono coinvolte dal padre in dinamiche di tipo criminale o para criminale, lei se ne duole e si arrabbia.

Tornando al matrimonio della figlia, la busta consegnata da Nicola Schiavone senior, conteneva, a suo dire, 3mila euro. “Non so quanti ne abbia regalati agli altri miei figli Nicola e Carmine in occasione del loro matrimonio, ma ritengo di più, comunque la loro busta conteneva la cifra più cospicua visto che le altre si attestavano su una media di 500 euro”.

In effetti Nicola Schiavone junior colma questa lacuna, in quanto indica ai magistrati l’importo della sua busta nuziale:  precisamente 20mila euro più l’interessamento, confermato e riscontrato anche dalle dichiarazioni della Nappa, affinchè ottenesse un prezzo conveniente nel ricevimento nuziale, tenuto a Villa Scipione a Napoli.

Ultimo matrimonio in ballo è quello di Carmine Schiavone. Anche su questo Giuseppina Nappa introduce la questione della busta, ma stavolta non possiamo essere utili ai nostri lettori perchè Carmine Schiavone al momento non è pentito e quindi non sappiamo quanto ottenne in regalo da Nicola Schiavone senior. Sappiamo invece che la squadra mobile di Caserta, il 5 giugno 2008, seguì il ricevimento svoltosi stavolta all’hotel Raito di Vietri sul Mare, a quale l’imprenditore trapiantato a Roma Nicola Schiavone senior era presente con sua moglie Teresa Maisto. Un banchetto che fu presenziato anche da decine e decine di pregiudicati e affiliati, alcuni sotto processo, altri a piede libero dopo l’esecuzione di pene carcerarie per reati di camorra.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA